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L'ingresso
della calle Berlendis dalla fondamenta Bembo o del Malcanton. |
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Ai Carmini.
Questa calle è stata privatizzata.
Dalla Fondamenta Bembo o del Malcanton essa porta alla corte dove è il
palazzo posseduta dalla famiglia Berlendis, originaria di Bergamo.
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Il
cortile dove si affaccia palazzo Berlendis. |
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Tra i membri illustri di questa famiglia si ricorda un Giacomo Berlendis che
nel 1615, dimostrando il proprio valore contro i Turchi e gli Ustocchi, fu
nominato Sopraintendente Generale dell'Artiglieria dal Senato veneziano.
Nel 1662 Giulio Berlendis, vescovo di Belluno, ed il fratello Camillo furono
ammessi al patriziato per «...lo zelo dimostrato nel soccorrere la
patria in tempo d'urgenti bisogni».
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Una
statua nel cortile del palazzo Berlendis: un centauro che rapisce
una fanciulla (forse Nesso e Deianira). |
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Uno
scorcio del cortile di palazzo Berlendis. |
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Il figlio di Camillo, Nicolò (1646-1722), fu capitano e podestà di
Treviso. Si distinse come giudice imparziale ed equo nel risolvere liti e
rivendicazioni, nell'aver corretto ed applicato con giustizia tasse e
gabelle, nell'imporre delle regole relativamente alla legna dei boschi del
Cansiglio.
Morì, secondo le genealogie dei continuatori di Marco Barbaro, nel 1722
ed il suo testamento (redatto il 1° marzo 1722) fu pubblicato il 23
maggio di quell'anno.
Venne seppellito, secondo
Emmanuele Antonio Cicogna (1789-1868), nella chiesa
di Santa Margherita con la seguente iscrizione:
«HOC SAXUM
NICOLAVS BERLENDIS
NOBILIS VENETVS
SIBI ET PARENTIBVS
VIVENS
VT PER GRADVS
CORPVS DESCENDAT ET
PER MISERICORDIAM DEI
ANIMA AD SIDERA ASCENDAT
QVINTO KAL. IVLI AN. SAL. MDCCII»
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Restiamo un po' perplessi se si tratti dello stesso Nicolò, in quanto non
coincide la data della morte: forse un altro omonimo Berlendis.
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