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La
calle de Ca' Bernardi(sulla sinistra) che dal campiello porta verso
il rio de le Beccarie. |
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A Sant'Aponal.
Il nizioleto, al momento (anno 2015), inganna e indica il toponimo Ca' Bernardo.
Un errore che pare si protragga forse da più di un secolo!
I luoghi prendono il nome dal palazzo del XVI secolo che qui si trova,
conosciuto come Ca' Bernardi da una famiglia proprietaria dell'edificio.
In realtà non si sa chi abbia fatto costruire questo palazzo e neppure
chi siano stati i primi ad abitarlo.
Nel 1651 apparteneva ad un Giacomo Piatti del fu Vincenzo che lo vendette
il 14 aprile a Bortolo Bellotto del fu Placido.
Nel 1694 passò nella proprietà della famiglia Bernardi che aveva un
commercio di colori, prima alla Giudecca e poi a Venezia, vicino alla
Pescheria di Rialto, con una bottega all'insegna della Zucca. Lo
acquistarono i fratelli Pietro e Simone Bernardi il 4 marzo di quell'anno
con un atto di compravendita redatto dal notaio Alessandro Bronzini.
Bartolomeo Bernardi, figlio di Pietro e di Francesca Morana, il 7 luglio
1743 venne approvato come cittadino originario. Aveva sposato Caterina
Astori, anch'essa della parrocchia di Sant'Aponal, appartenente a quella
famiglia Astori che aveva la casa dominicale in campiello dei Sansoni e la
tomba di famiglia nella chiesa di Sant'Aponal (Santa Apollonia).
I tre nipoti di Bartolomeo (figli di suo figlio Alessandro) si lasciarono
pignorare il palazzo per una questione di tasse non pagate, che fu così
messo all'asta per tre quote di proprietà (una quarta quota rimase invece
in mano di un quarto fratello) che furono acquistate da Pietro Bossi tra
il 1809 ed il 1810. La figlia di Pietro Bossi, Paolina Bossi Boldrin, il
20 aprile 1833 acquistò anche la quarta parte di proprietà.
Ma i passaggi di proprietà di questo palazzo furono veramente
sorprendenti: infatti la contessa Giovanna Bernardi Graziosi nel 1841
riacquistava dalla Paolina Bossi Boldrin il palazzo dei propri antenati.
Tra gli ulteriori passaggi di proprietà, ricorderemo come significativo
quello testamentario in favore di Pietro Naratovich che vi installò la
propria tipografia che godette di un buon successo nel XIX secolo.
In una corte privata, di fronte a Ca' Bernardi, è visibile una vera da
pozzo. |