A San Polo.
La calle, o "ramo". è stato privatizzato, mentre resta
percorribile a tutti l'omonimo vicino ponte che la precede.
Prende nome dal palazzo Vendramin Grimani "dall'Albero d'Oro",
come era denominato quel ramo della ricchissima famiglia Grimani, ma anche
Grimani Marcello.
Questo modesto, anonimo, nascosto, ingresso "da terra" è ben
altra cosa di quello che troviamo sul Canal Grande, posto su una splendida
facciata in stile "lombardesco".
In origine qui esisteva un palazzo più antico, del qual possiamo
conoscere la facciata grazie alla veduta di Venezia "a volo
d'uccello" di Jacopo de' Barbari del 1500.
Come
si presentava il palazzo precedente risalente al XII secolo, rappresentato da Jacopo de Barbari nella sua celebre
veduta di Venezia del 1500..
Il
ponte de ca' Grimani e, sotto, l'anno della sua ricostruzione.
Fu probabilmente Giovanni Buora
(1450-1513) a realizzare la sua successiva trasformazione e la facciata
lombardesca sul Canal Grande tripartita, arricchita di decorazioni: aquile
ad ali spiegate, sirene, animali, allegorie e simboli mitologici sui
capitelli, eccetera.
Altre modifiche furono poi apportate al palazzo nel corso del Settecento,
quando era Doge Pietro Grimani (1677-1752, doge dal 1741 fino alla sua
morte): furono opera di Pietro Bianchi, figlio del gondoliere del Doge, che
tra l'altro suddivise il grande salone in stanze più piccole.
Fu lui a far costruire il ponte che collega direttamente il ramo de Ca' Grimani alla
calle del Magazèn, e quindi a San Polo.
Il ponte venne rifatto nel 1863, mentre il palazzo cambiò più volte
proprietà: attualmente (2021) è gestito dalla Fondazione dell'Albero
d'Oro.
Ca'
Grimani Marcello, la facciata sul Canal Grande.