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La
corte (privata) alla fine del ramo del Cavalletto. |
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A San Canziàn.
Questa stretta calle, che si dirama dalla salizada San Canziàn e
per questo porta la qualifica di "ramo", porta ad
una intima corte privata con la vera da pozzo che presenta il tipico scudo
gotico "lunato" e "appeso al chiodo", la cui arma è
stata scalpellata in epoca francese.
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Il
ramo del Cavalletto. |
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Le
strutture che reggevano gli specchi per riflettere il sole nel ramo
del Cavalletto. |
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Il nome di questa calle deriva da
quello di una famiglia che abitava qui o nelle vicinanze: sappiamo infatti di un Tomio Cavalletto che
abitava nella parrocchia di San Canziàn nella seconda metà del Seicento.
Un secolo più tardi, sempre in questa parrocchia alla quale era (ed è)
soggetta questa calle, il 17 ottobre 1750 morì una certa «...Lodovica
fia [figlia - N.d.R.] de Stefano Cavalletto».
Questa calle presenta una particolarità moderna: alzando lo sguardo si
osservano delle mensole in ferro che, in qualche caso, sorreggono ancora
alcuni pannelli: questi supportavano degli specchi (non più esistenti) che catturavano i
raggi del sole per rifletterli attraverso le finestre in alcune stanze
interne dell'abitazione. Evidentemente la ristrettezza della calle non
consentiva una grande illuminazione all'interno delle stanze: così con
questo espediente si "rubava" qualche raggio di sole per
illuminare meglio la casa.
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Una
delle strutture che ospitavano gli specchi per riflettere il
sole nel ramo del Cavalletto. |
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