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Un
cuore sensibile ha tracciato questa scritta sulla porta di casa in
ramo de la Cazza. |
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A San Giacomo dall'Orio.
Anche se i nizioleti indicano questi luoghi come corte e ramo «del
Cazza», ufficialmente si chiamano da oltre un secolo «de la Cazza»,
intendendo non un singolo individuo, ma l'intera famiglia dalla quale
prendono nome.
La famiglia Cazza è attestata a Venezia
almeno dal XIV secolo: sappiamo di un Pietro Cazza «...da S. Jacomo...» (da S. Giacomo
[dall'Orio]) che nel 1408, e poi nel 1416, era decano del sestiere di
Santa Croce presso la Scuola Grande di S. Giovanni Evangelista, alla quale
apparteneva anche un Jacomo Cazza, di mestiere lanaio, che morì il 27
marzo 1421. Dai registri della Scuola leggiamo infatti: «Jacomo Caza
laner, da S. Jachomo da lorio, passò di questa vita a dì 27 marzo 1421,
et a dì 28 del dito fo seppellito a S. Zuane».
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Corte
Cazza, nei pressi di San Giacomo dallOrio. |
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Più tardi, nel XVII secolo, troviamo la famiglia Cazza abitante nella
vicina parrocchia di San Zan Degolà (oggi non più esistente come parrocchia,
ma dove sussiste ancora l'edificio religioso), come risulta dalle Anagrafi dei
Provveditori alla Sanità dell'anno 1633.
In corte prima de la Cazza una palazzina mostra come abbellimento sopra la porta
d'ingresso una testa e sotto due finestre altrettante teste di leone,
ottocentesche, realizzate in cotto.
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Le
teste ottocentesche in terracotta che abbelliscono due finestre e la porta
d'ingresso di una palazzina in corte prima de la Cazza. |
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Curiosa la scritta che si può leggere (almeno fino al 2015) sulla porta della
casa al numero civico 1348/B
di ramo de la Cazza, che mostriamo a sinistra.
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