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Il "nizioleto"
indica curiosamente il nome "Cenare". |
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A Sant'Alvise.
Probabilmente questa calle prende il nome da un deposito di cenere che,
come in altri luoghi della città, forse un tempo esisteva anche qui.
La cenere era una materia prima che era usata in varie lavorazioni, ad
esempio nella fabbricazione del sapone.
Nel 1579 i mercanti di lana avevano chiesto ai Cinque Savii alla Mercanzia
che la cenere dell'Istria e della Schiavonia (o Slavonia, oggi regione
della Croazia orientale) che in genere veniva portata a Venezia, non fosse
più esportata a Ferrara, Ancona e Rimini, perché era necessaria
all'Arsenale, alla Camera del Purgo ed ai fabbricanti di sapone (nel 1773
esistevano a Venezia sette fabbriche di sapone che impiegavano, tra
capimastri, garzoni e lavoranti, 128 persone).
Qui vicino, al numero civico 3235, abitava Luigi Dardano (1429
circa-1511): fu Cancelliere grande della Repubblica e scrittore non
banale: nella sua casa che sorgeva dove oggi c'è il numero civico 3235
esisteva un suo busto con l'iscrizione «LVDOVICVS DARDANVS AN. XXXIII»:
la casa venne rifabbricata nel 1843.
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La
calle de la Cenere a Sant'Alvise. |
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