Un
tratto della fondamenta Contarini o del Bottèr.
A San
Stin.
Questa fondamenta, che costeggia il rio di San Stin, deve il primo nome
alla famiglia Contarini, che qui aveva delle proprietà.
Lo troviamo attestato nella descrizione della Contrada di S. Stefano
Confessore (vulgo San Stin) per l'anno 1713 dove leggiamo che qui
esisteva la «...casa dominical del N.U. Piero Contarini...» e del
«...N.U. Camillo Contarini».
Uno
stemma Contarini testimonia l'antica proprietà di un
edificio.
A conferma dell'esistenza di questa casa, è possibile vedere ancora oggi,
scolpito su un pilastro angolare di un edificio che si affaccia sulla
fondamenta, uno stemma della famiglia Contarini.
Altri
rilievi sono visibili su questa fondamenta, seppure rifacimenti recenti di
abbellimento:
si trovano su un muro di cinta in corrispondenza del numero civico 2542.
Lo
stesso tratto della fondamenta Contarini o del Bottèr, mostrato
più sopra, in una fotografia degli anni Venti del Novecento. Sul
rio dei Frari sono visibili gondole con il tipico "tendaletto"
estivo.
Alcune
pàtere moderne, di abbellimento ad un muro di cinta.
Per l'altra denominazione "Bottèr" (bottaio), comune per altri
luoghi di Venezia, si deve ricercare nella presenza, un tempo, di un
fabbricante o riparatore di botti.
Su una terrazza, laddove una volta sorgeva la chiesa di San Stin, o Santo
Stefano Confessore, è visibile uno stemma nel quale alcuni riconoscono un
simbolo riferibile agli "squelini" (fabbricatori si
scodelle e altri recipienti in terraglia).
Stemma
degli "squelini" o di una farmacia?
Non sappiamo quanto fondamento possa avere questa attribuzione: vogliamo
solo ricordare che qui esisteva già nella seconda metà del Seicento (le
prime notizie che abbiamo sono del 1679) una farmacia (spezieria) all'insegna dei
"do San Marchi". E quella "scodella" che si vede nello
stemma potrebbe assomigliare anche ad un mortaio con tanto di pestello,
strumento tipico degli speziali.
Spostata di pochi metri, esiste ancora con lo stesso nome l'antica
farmacia, ormai moderna nell'arredamento: quello antico, con i
grandi vasi di maiolica, è conservato al terzo piano del Museo di Ca'
Rezzonico.
In una fotografia che risale agli anni Venti del Novecento (della quale un
dettaglio è mostrato a fianco) è visibile un tratto della fondamenta
Contarini o del Bottèr: si nota la presenza di una "Taverna ai
Frari" con "Vini nostrani", laddove più tardi,
con l'apertura di due finestre, ci fu l'ufficio dei vigili urbani di
Sestiere ed attualmente vi è ospitata una centralina di controllo della rete
cittadina antincendio.
Particolare.
Nella vecchia foto si nota un capitello devozionale che, a seguito dell'apertura delle due
finestre, è stato "sfrattato" ed ora si trova, seppure
ricomposto diversamente nei suoi elementi, nella calle
Tintoretto.
Un
altro tratto della fondamenta Contarini o del Bottèr a San
Stin.