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Edicola
vuota sopra la porta d'ingresso a palazzo Bollani. |
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Sopra la porta d'ingresso del palazzo è
visibile quello che rimane di un'edicola che conteneva una qualche immagine
votiva: ora è vuota e resta solo una cornicetta in pietra d'Istria
sagomata superiormente (XVII-XVIII secolo).
Il palazzo, al cui interno si trovano, tra l'altro, affreschi
settecenteschi di Francesco Salvatore Fontebasso (1707-1769), ospitava dal
1906 gli uffici della "Società Nazionale di Patronato e M. S. per le
giovani operaie" la cui presidente fu la contessa Cecilia Soranzo
Zeno che diventerà poi una protagonista di spicco del fascismo femminile
a Venezia.
Una sala, capace di cento posti, venne destinata a spettacoli teatrali a
pagamento nei giorni in cui gli uffici erano chiusi: in pratica nei giorni
festivi ed alle domeniche.
Un giovane Francesco "Cesco" Baseggio (1897-1971) vi recitò nel
giugno 1914 sotto la direzione di Gianfranco Giachetti (1888-1936).
Durante il periodo fascista si svolgevano anche manifestazioni alle quali seguivano
spesso recite per le donne lavoratrici.
L'attività del Teatro di Sant'Aponal, come ormai venne a chiamarsi,
continuò anche nel secondo dopo guerra, portata avanti con disinteressato
entusiasmo da Luigia "Gegia" Campagnol. Alla morte di questa, avvenuta
quando ormai aveva superato gli ottant'anni, il teatro senza più la sua
direzione fu costretto a chiudere per sempre tra il 1956 ed il1957. |