Al teatro La Fenice.
Questi luoghi prendono il nome da un capitello dedicato a San Cristoforo che
si trova all'interno del sotopòrtego.
Si tratta di una rappresentazione tradizionale del Santo che attraversa il
fiume con un fanciullo che si rivelerà essere Cristo.
Si tratta di un'immagine modesta, moderna, realizzata a mosaico e
racchiusa da una cancellata.
Il
"sotopòrtego" de San Cristoforo con, sullo sfondo,
il ponte e la fondamenta.
Il
"sotopòrtego" de San Cristoforo visto dal rio: da notare
la pendenza della riva originale che scendeva verso un vecchio
approdo.
Il
sotopòrtego de San Cristoforo è spesso preso ad esempio per dimostrare,
anche visivamente, il fenomeno della subsidenza cui sarebbe soggetta la città e
del suo conseguente sprofondamento.
Senza volerci addentrare sulla validità o meno di questa tesi, si deve
però notare che il rialzamento di mattoni del piano di calpestio non è
stato fatto per evitare le "acque alte", ma perché in origine
qui esisteva una riva che declinava scendendo verso l'acqua del canale.
Con la modifica dell'uso del sotopòrtego, da riva d'approdo a
strada di passaggio, e con l'eliminazione dei tre scalini della rivetta si
è voluto solamente mettere in piano il percorso pedonale.
Sulla chiave di volta del ponte de San Cristoforo sono visibili gli stemmi
dei tre Procuratori in carica al tempo della sua costruzione.
I
tre stemmi dei Procuratori in carica quando venne costruito il
ponte de San Cristoforo.