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Frammento
architettonico sopra l'ingresso di terra. |
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Al Gesù e Maria (vicino al
ponte Canal).
Attraverso un sotopòrtego (sottoportico) si accede a questa corte
che deve il suo nome per gli stabili posseduti da un ramo della famiglia
Dario che abitava in una casa con la facciata sul rio della Croce.
Sopra il sobrio portale d'ingresso di una casa che s'affaccia sul vicino
Rio de le Muneghète, sono visibili i resti di un frammento di decorazione floreale e
di un'edicola oggi vuota ma che, evidentemente, una volta racchiudeva un'immagine sacra.
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Motivi
architettonici sopra l'ingresso di terra di un edificio nella corte di Ca'
Dario.
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La
chiave di volta sul rio de le Muneghète. |
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Sulla facciata di questa casa volta verso il rio de le Muneghète è
visibile una chiave di volta in pietra d'Istria che rappresenta una testa
muliebre. Si dice che i Dario fossero originari della Dalmazia: nel XV secolo un
Giovanni Dario, segretario del Senato, fu vice bailo a
Costantinopoli e nel 1479 sottoscrisse il trattato di pace con i Turchi.
Questo gli valse una proprietà a Noventa Padovana mentre il Sultano gli
donò tre vesti in drappo d'oro.
Fu questo Giovanni Dario a rifabbricare il palazzo a San Gregorio sul
Canal Grande (Ca' Dario) che reca infatti l'iscrizione, alla base: «GENIO
URBIS JOANNES DARIO» (Giovanni Dario al Genio della Città). Dopo che
si diffuse la fama di palazzo portatore di sventure, per fatti delittuosi
che vi avvennero fino a tempi recenti, qualcuno si divertì ad anagrammare
la scritta facendola divenire "Sub ruina insidiosa
genero", ovvero "sotto (a questo tetto) genero insidiose rovine".
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La
corte de Ca' Dario. |
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