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La
calle ed il sotopòrtego dei Facchini. |
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Alla Misericordia.
In ogni sestiere di Venezia erano impiegati dei facchini, con il compito
principale di tenere puliti i pozzi ed i tombini di raccolta e scarico
delle acque piovane per mezzo dei quali veniva alimentata la canna del
pozzo.
Almeno una volta al mese veniva sollevato il sigillo in pietra ed uno di
questi facchini si introduceva dentro raccogliendo a mano il materiale che
si era depositato sul fondo o altre cose galleggianti.
L'approvvigionamento idrico era materia della massima importanza per una
città che era circondata dalle acque salmastre della sua laguna. Non a
caso Marin Sanudo (1466-1536) aveva osservato: «Venexia è in aqua et
non ha aqua».
Questi facchini provenivano soprattutto dalla Valtellina e si
raccoglievano in confraternita nella chiesa di San Zulian.
La loro confraternita, fondata nel 1626, era dedicata alla Visitazione
della Beata Vergine.
Uno stazio dei Facchini di Cannaregio esisteva presso la fondamenta della
Misericordia.
Esistevano anche facchini impiegati presso la stadera pubblica di Rialto
ed erano detti bastazi (dal bastò, una imbracatura con cui erano tenute le
merci sulla bilancia); erano impiegati anche presso la Dogana di Terra per
movimentare le merci. I bastazi però erano riuniti in una fraglia
diversa dai facchini: nel 1436 si riunivano presso la chiesa di Sant'Aponal
e più tardi presso quella di San Giacometo a Rialto.
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La
corte dei Facchini: una volta esisteva una vera da pozzo che
è stata asportata. Qui c'era uno stazio per i facchini di
Cannaregio. |
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