Frizièr (calle, sotopòrtego, campiello)

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Il "sotopòrtego" Frizièr visto da via Garibaldi.
In via Garibaldi.
Curiosamente il nuovo "Stradario del Centro Storico Veneziano" del 2012 del Comune di Venezia chiama Frizièr il sotopòrtego ed il campiello, mentre usa la forma aggettivata di Friziera per la calle; gli attuali nizioleti stradali non sono attualmente aggiornati ed usano indistintamente la vecchia dizione Friziera conosciuta ai tempi di Giuseppe Tassini (1827-1899) e quella mutata in Frizièr negli anni Trenta del Novecento.
La calle mette in comunicazione via Garibaldi con la fondamenta de la Tana; all'estremità verso via Garibaldi c'è appunto il sotopòrtego sorretto al centro da una serie di pilastrini e colonne con capitello.
  
Il campiello Frizièr.
  
Colonne e pilastrini sorreggono il "sotopòrtego" Frizièr.
La famiglia Frizièr, o Frizieri, era originaria di Chioggia e fu probabilmente ai tempi della guerra contro i genovesi (1378-1381) che si trasferì a Venezia.
Un Marco Frizièr, figlio di Gasparo, che abitava a San Geremia, nel 1514 notificò di possedere, oltre a vari altri beni, anche dodici case «...in Chastello per mezo [di fronte - N.d.R.] s. Domenego».
Effettivamente, quasi di fronte all'ingresso di questa calle, esisteva la chiesa di San Domenico che venne demolita nel 1806 per far spazio ai giardini di Castello (si trovava, all'incirca, dove oggi è l'ingresso ai giardini dalla via Garibaldi).
Leggiamo anche che i Frizièr «...erano mercadanti de bona condition, et per le guerre vennero habitar a Venetia, et fecero molte fabriche, et logorno el corpo de S. Magno nel suo altar in s. Hieremia [S. Geremia - N.d.R.], el qual S. Magno habitava in una delle sue case in detta contrà...», ma qui l'antica cronaca fa un po' di confusione: infatti se ammettiamo che la figura di San Magno sia effettivamente esistita (un commento al "Martyrologium Romanum" la definisce come «...un tessuto di luoghi comuni...»), il Santo Vescovo sarebbe vissuto tra l'ultimo quarto del VI secolo ed il 670 circa, circa novantenne. Appare assai difficile quindi che possa aver abitato in una delle case della famiglia Frizièr a S. Geremia, chiesa che venne fondata solamente nell'XI secolo.
Piuttosto i resti di San Magno vennero traslati in questa chiesa (secondo la tradizione) il 6 ottobre 1206 dal Doge Pietro Ziani (del doge si conosce solo la data della morte, 13 marzo 1229).
Ci sembra quindi azzardato voler collegare in questo modo la famiglia Frizièr al Santo.
La famiglia Frizièr anticamente possedeva a Rialto una bottega nella Drapperia (diventata poi r
uga dei Orèsi e Parangòn) che innalzava l'insegna dell'Albero d'Oro.
Il suo stemma rappresentava una torre, sormontata appunto da un albero, ed ai lati due draghi: stemma che si può vedere sulla facciata di una casa accanto al sotopòrtego che conduce al campiello Frizièr.
 
Lo stemma Frizièr con le iniziali «M» e «F».
 
Su questo stemma sono visibili le iniziali «M» e «F» (Marco Frizièr?).
Nel 1575 venne nominato Cancellier Grando della Repubblica un Francesco Frizier, che una cronaca che illustra le vite dei Cancellieri Grandi cita con le parole «Nel Sestier di Castello vi è una corte  che si chiama Friziera, o da ca' Frizier, dove è probabile che fosse la paterna sua casa». Ma il Tassini osserva che questo Francesco Frizièr potesse appartenere ad un'altra famiglia con lo stesso cognome, in quanto lo stemma sarebbe differente.
  
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Pagina aggiornata il 3 maggio 2017