I
due palazzi sono sostenuti da una ventina di volti che fanno da
contrafforte e sostegno.
A San Bortolomio.
L'imboccatura di questa calle, dalla parte di campo San Bortolomio, è
veramente stretta ed angusta (il lato opposto della calle termina invece
sul rio de la Fava).
Alzando lo sguardo si può notare come i cornicioni dei due palazzi, tra i
quali si insinua questa calle, si avvicinano fino a sfiorarsi.
I
cornicioni di questi due palazzi che fiancheggiano calle
Galeazza si sfiorano a seguito di un cedimento del suolo.
Naturalmente i due edifici non furono costruiti così addossati: si è trattato di un cedimento del terreno che li ha inclinati
uno verso l'altro. Un movimento del suolo che ha interessato anche altre
costruzioni vicine, al punto che nella parte finale della calle gli
edifici sono di più recente costruzione (ed altri hanno subito nel Novecento importanti
lavori di consolidamento e rifacimento).
L'imboccatura
di calle Galeazza da campo San Bortolomio: da notare i barbacani a
destra.
Alzando gli occhi, nella parte
iniziale della calle si notano almeno una ventina di volti che in questo
caso hanno decisamente uno scopo di sostegno per i due
edifici opposti.
Questa parte della calle è molto scura anche in pieno giorno, non solo per la sua ristrettezza,
per i due edifici che in alto si sfiorano togliendo luce, ma anche per la
presenza di massicci barbacani
di legno e di pietra che limitano ulteriormente la possibilità che giunga
la luce naturale.
Calle
Galeazza verso campo San Bortolomio.
La calle Galeazza non ha nulla a che vedere con le galeazze, tipo di galee
usate soprattutto in guerra. Prende invece il nome da una famiglia Galeazzo, o Galiazzo,
qui presente nel XVI secolo.
Leggiamo infatti nei Necrologi Sanitari che morì «Adì 1 feb. 1565
Zuan Paulo fio de s. Galeazzo fruttariol, zorni 15 in c.a da sp.mi S.
Bort.o».
E nel 1566 troviamo domiciliato presso «...campo S. Bartolammeo...Galiazzo
fruttarol...», cioè fruttivendolo.
In altri tempi questa calle era chiamata anche calle del Galiazzo, poi
l'uso di declinare al femminile il nome di famiglia ha portato all'attuale
toponimo di calle Galeazza.
Sulla facciata d'acqua dell'ultima casa di calle Galeazza (numero civico
5268) è posto tra due finestre del secondo piano uno stemma del XV
secolo. E' visibile solo dal rio de la Fava e potrebbe appartenere, secondo Piero
Pazzi, forse alla famiglia Querini.