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L'ingresso
che una volta portava al palazzo della famiglia Gonella.
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A San Giobbe.
La famiglia Gonella era originaria di Cremona, come ci conferma una
vecchia cronaca conservata presso la Biblioteca Nazionale Marciana: «Questi
vennero da Cremona, et fo maestro p.o Gonella, ceroico [chirurgo -
N.d.R.] famoso, qual venne habitar a Venetia, et da lui è discesa la casa
Gonella. Questi hanno fatto molte fabbriche in la contrà di S. Hieremia
in Cannaregio».
Il capostipite della famiglia è ritenuto essere stato un Pietro Gonella,
vissuto nel XIV secolo.
Troviamo un Vettore Gonella, appartenente a questa ricca famiglia, quale
gastaldo ducale di una Compagnia di Calza; i suoi nipoti, nel 1596,
vennero approvati come cittadini originari.
I Gonella si erano imparentati con molte famiglie veneziane, anche
patrizie; avevano accumulato grandi ricchezze grazie ai numerosi interessi
che avevano intrecciato: una tintoria, una «...posta di chiovere...», beni in
terraferma, proprie navi con le quali tenevano commerci, diventando
proprietari di numerose case a Cannaregio, dove avevano costruito anche il
palazzo dominicale a San Giobbe.
Un Giovanni Gonella il 4 gennaio 1657 venne bandito dai territori della
Repubblica per aver percosso suo suocero, Giulio Vignoni. Nonostante il
suo carattere rissoso e violento, riuscì ad ottenere il perdono del
suocero e così il 1° febbraio il bando venne revocato. Ma il suo
carattere manesco e crudele rimase e qualche anno dopo aggredì tanto
ferocemente la propria sorella Marcolina che con un pugno le fece
schizzare via un
occhio; Giovanni lo raccolse e lo bruciò! Per questo atto venne colpito da un
nuovo bando il 30 ottobre 1665. Dopo qualche anno, il 25 gennaio 1680,
riuscì però ad ottenere la revoca di questo secondo provvedimento.
I suoi figli, Pietro e Domenico, il 10 luglio 1683 ottennero lo status
di cittadini originari. Con Pietro, morto nel 1729, si estinse la
famiglia Gonella a Venezia.
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Lo
stemma della famiglia Gonella su un vicino muro sulla
fondamenta di San Giobbe. |
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Il palazzo di San Giobbe passò alla famiglia Venier e, nel 1805, venne
abbattuto. Oggi resta visibile solo il portale attraverso il quale si
accede alla calle ed alla corte che portano il nome Gonella.
Nella cronaca detta del Barbo, una cronaca scritta in volgare veneziano
conservata presso la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia il cui incipit
recita «Cronica antiquissima transcritta da diverse et antique...»,
leggiamo che il 1° luglio 1541 ci fu un tremendo fortunale che «...rovinò
tutti li camini della cha Gonella, quale è di uno nominato m.r Vettor, et
molti altri di Cannaregio».
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Calle
e corte Gonella oggi privatizzate. |
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