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La
parte finale di calle Lezze.
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A San Marziale.
Come altri luoghi che portano questo nome, la calle ricorda la
famiglia da Lezze, proprietaria un tempo di uno stabile qui eretto.
Si accede a questa stretta calle cieca dalla fondamenta
Trapolina.
Le origini della famiglia da Lezze non sono certe: c'è chi sostiene fosse
originaria della città di Lecce in Puglia, da dove sarebbe giunta nel
973, altri che provenisse da Ravenna nel 1005, dove si sarebbe chiamata
Traversari,
cognome poi mutato per aver proposto una legge (lezze) che si
sarebbe dimostrata di grande utilità.
E' evidente che siamo nelle ipotesi, talvolta bizzarre e fantasiose.
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Una
vecchia numerazione romana sull'architrave di una porta in
calle Lezze. |
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Comunque fu una famiglia che si rese famosa a Venezia con i suoi membri
che ricoprirono numerosi incarichi pubblici (ebbe sette Procuratori di
San Marco) ma anche con personaggi che
subirono qualche condanna, come Antonio da Lezze (n. 1425), rettore a Scutari che venne colpito nel
1479 da un esilio decennale durante il quale probabilmente morì, un Silvestro da Lezze che venne
condannato il 13 aprile 1489 a sei mesi di carcere e due anni di bando
(assieme ad altri nobili rampolli veneziani) per aver rubato i fazzoletti
alle ragazze che si trovavano nella chiesa di San Giovanni Grisostomo per
ottenere un'indulgenza: la severità della condanna fu dovuta per il luogo
e la circostanza in cui fu commesso il fatto.
Nel 1533 i da Lezze (nella persona di un Giovanni) furono fatti conti di
Croce (una località oggi frazione del comune di Musile di Piave)
dall'Imperatore Carlo V.
Il
loro maestoso palazzo dominicale a
Venezia sul rio della Misericordia e la loro villa di campagna a San Biagio
di Callalta (Treviso) furono progettate da Baldassarre Longhena.
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La
calle Lezze verso la fondamenta Trapolina. |
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