A Sant'Aponal.
Nell'Ottocento si riteneva che il nome di questa corte
derivasse da majo o magio, parole che indicano in dialetto
differenti strumenti in uso, ad esempio, presso i bottai (per inserire i
cerchi della botte), presso gli squeraroli (fabbricanti di barche),
gli stampatori di stoffe (per stampare i tessuti), i macellai (per ammazzare
il bestiame da macellare), ma anche ferriera (intesa come il
luogo della fornace dove si cola e si lavora il ferro). Per vedere tutti i
significati si consiglia di consultare il "Dizionario del dialetto
veneto" di Giuseppe Boerio.
L'erronea
indicazione di "Corte del Majo" al posto di quella,
corretta, di "Corte del Maggia".
Nella descrizione della contrada del 1713 questa corte è chiamata
"Corte del Maggia", dalla famiglia Maggia che abitava nei
pressi.
Un Francesco Maggia nel 1644 aveva cercato di entrare nel Collegio dei
Ragionati mentre un Carlo Maggia nel 1661 era Guardian Grande della Scuola
della Misericordia (ed in Fondamenta de la Misericordia esiste un palazzo
Maggia del XVI secolo).
Nel 1889 il nome della corte venne corretto ufficialmente in "Corte
del Maggia"; inspiegabilmente il Comune di Venezia nel febbraio 2012
rinominò il luogo con la vecchia erronea denominazione di "Corte del
Majo".
Giuseppe Tassini (1827-1899) aveva visto in questa corte collocata una bella vera da pozzo che recava scolpito lo
stemma della famiglia Arborsani alla quale appartenevano diversi edifici a
Sant'Aponal, che furono poi lasciati alla Scuola de la Misericordia. Oggi
di quel pozzo non c'è più traccia in loco.
La corte oggi è privata.