Minich (ponte)

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Il medico chirurgo veneziano Angelo Minich (1817-1893).
A San Giovanni e Paolo.
Questo ponte è stato cosi intitolato in quanto venne costruito a seguito del generoso lascito testamentario disposto dal medico veneziano, ma con origini nella città di Càttaro, oggi in Montenegro, Angelo Minich (1817-1893) che voleva consentire un passaggio diretto che raggiungesse l'Ospedale Civile dei Santi Giovanni e Paolo dalla zona di Santa Maria Formosa, scavalcando il rio di Santa Marina/San Giovanni Laterano.
Angelo Minich, fratello di Serafino (1808-1883) professore di matematica e anche rettore dell'Università di Padova, si laureò in medicina presso quella università nel febbraio 1840 e, qualche mese più tardi, aggiunse una seconda laurea di specializzazione in chirurgia.
Si perfezionò quindi specializzandosi a Vienna per poi proseguire la sua attività in altri ospedali europei, in Germania, in Belgio, in Francia.
Lo troviamo all'Ospedale Civile di Venezia alla fine del 1843 come "secondario" (oggi si direbbe assistente del primario), poi chirurgo del carcere (1844) e supplente di chirurgia teorica a Padova dal 1845 al 1847.
   
Il ponte Minich visto dalla fondamenta dei Felzi.
   
 


Il ponte Minich visto dal "sotoportego" sul lato di calle Cicogna.
Nel 1848, durante il Governo Provvisorio della Repubblica di Venezia di Daniele Manin (1804-1857) dirige l'Ospedale di Santa Chiara.
Finalmente nel 1850 è nominato primario chirurgo dell'Ospedale Civile di Venezia (e lo sarà per 34 anni) dedicandosi contemporaneamente allo studio della scienza clinica (anestesiologia e relative pratiche di posologia) che lo vede a Monaco, Lipsia, Halle e Berlino. Ricerche che sfoceranno poi nel 1876 nella pubblicazione di un saggio sulla cura antisettica delle ferite.
   
Lo stemma del Comune di Venezia sulla chiave di volta del ponte (è collocato su entrambi i lati).
  
Ma la sua produzione scientifica di articoli, note e pubblicazioni fu veramente massiccia: d'altra parte aveva maturato la scelta di non sposarsi per dedicarsi a tempo pieno alla sua professione.
Questo non gli impedisce di poter essere (ad esempio) presidente della Croce Rossa di Venezia, vicepresidente e poi XXIII presidente dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti dal 1884 al 1888, Senatore del Regno d'Italia (1889) e XX Presidente dell'Ateneo Veneto (1890-91).
Quando morì il 28 ottobre 1893, Angelo Minich lasciò una considerevole somma all'Istituto Veneto (oltre alla sua fornitissima biblioteca di seimila volumi) con l'obbligo di istituire un premio triennale per la medicina.
  Con il testamento redatto presso il notaio Giuseppe Marcocchia, Angelo Minich istituì anche, come si è detto all'inizio, un lascito per costruire questo ponte ed inoltre per collocare nella città alcuni orologi pubblici «...per commodo ed utilità dei cittadini...» che volle assolutamente elettrici e non con ricarica «...a molla...»: orologi che in parte erano originariamente concentrati attorno alla zona dell'ospedale, ma poi diffusi in altri luoghi della città e che ancora oggi segnano i passi dei veneziani.
   
Uno degli orologi pubblici di Venezia voluti da Angelo Minich.
  
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Pagina aggiornata il 22 novembre 2020