Oche (calle, ramo, sotopōrtego, ponte delle)

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Il ponte delle Oche visto dalla calle delle Oche, dalla parte che conduce al campiello de le Strope (sulla sinistra il palazzo Talenti "dalle Oche" e sullo sfondo palazzo Giusti del XVI secolo).
A San Giacomo dall'Orio.
Questi luoghi si trovano ai due lati del rio di Sant'Agostin, dal quale sono separati; tuttavia sono collegati tra loro da un ponte che porta lo stesso nome.
 
Il ponte delle Oche visto dalla fondamentina sul rio di Sant'Agostin con, sullo sfondo, palazzo Talenti "dalle Oche" (XV secolo).
 
La pātera (XIII secolo) con i due uccelli che incrociano i colli, interpretate dal popolo come raffigurazione di due oche, che danno il nome a questi luoghi. 
 
Non prendono il nome da questi volatili. Sembra invece che il nome derivi dalla presenza di alcune pātere bizantine del XIII secolo poste sopra il portone d'accesso al palazzo Talenti (che per questo viene detto anche "dalle Oche") che riproducono dei volatili simbolici e che il popolino aveva identificato con delle oche.
 
Le tre pātere del XIII secolo ed uno stemma scalpellato (XIII-XIV secolo) sul portone d'accesso a Palazzo Talenti "dalle Oche". Si possono notare sull'architrave (a destra del numero civico) le tracce di un altro stemma scalpellato.
 
Il palazzo, del XV secolo, apparteneva alla ricchissima famiglia mercantile Talenti che, oltre a possedere un altro palazzo cinquecentesco qui appresso, sempre sul rio di Sant'Agostin, aveva edificato, secondo quanto scrive Francesco Sansovino
Il cinquecentesco palazzo Talenti sul rio di Sant'Agostin.
(1521-1586), un altro palazzo nel XVI secolo a San Beneto (che poi passerā alla famiglia D'Anna, ai Viaro, ai Foscarini, ai Martinengo e poi, dopo altri passaggi di proprietā, alla famiglia Volpi).
Alla famiglia Talenti apparteneva quel Tommaso Talenti che, il 22 settembre 1397, aveva fatto un lascito testamentario di settemila ducati d'oro a favore dei monaci dell'ordine di Monte Oliveto, i quali impiegarono quella somma per i necessari restauri ai fabbricati del monastero e della chiesa di Sant'Elena, dei quale erano entrati in possesso da poco. Pių tardi, nel 1416, anche la vedova del Talenti, Margherita, morendo lasciō 1.600 scudi d'oro a quei frati; entrambi furono sepolti nella chiesa di Sant'Elena.
In una delle tre calli delle Oche che insistono su questo luogo č visibile un piccolo bassorilievo che probabilmente originariamente era messo a decorazione di una mensola di sostegno ad un camino
 
Due "ciclopi" che, forse, sostenevano la mensola di un camino.
 
Sulla stessa calle č visibile anche, sopra l'architrave di un signorile palazzo, una decorazione che rappresenta una conchiglia.
 
Una decorazione a conchiglia sovrapposta sull'architrave di un edificio in calle delle Oche.
  
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Pagina aggiornata il 17 gennaio 2015