Ostaria de la Campana (calle de l')

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Un tratto della calle de l'Ostaria de la Campana, a Rialto. 
A Rialto.
Questa calle prende il nome dall'antica osteria all'insegna della Campana che qui aveva il suo lato posteriore.
Le prime notizie sull'esistenza di questa osteria risalgono al 1341 e rimase aperta fino ai tempi di Giuseppe Tassini (1827-1899), il quale però già annotava che «Ora è ridotta a private abitazioni, meno i locali terreni, inservienti, come un tempo, a magazzini e botteghe». Botteghe che esistono tuttora, soprattutto sul lato di calle delle Beccarie o Panateria, di fronte al mercato del pesce.
 
In calle de l'Osteria de la Campana si vedono sui muri le tracce di porte e di vecchie botteghe che ora non esistono più. 
  
Finestre trilobate che si affacciano sulla calle de l'Ostaria de la Campana.
L'osteria all'insegna della Campana era nel Cinquecento di proprietà della famiglia Sanudo, che ne ricavava circa 800 ducati all'anno.
Così ne parla infatti Marin Sanudo (1466-1536): «El stabele qui è molto caro. Testi siamo noi Sanuti che in Pescharia nova habiamo un'hostaria chiamata di la Campana. Sotto tutte botteghe, ed è picciol luogo, e tamen di quel coverto si cava più di ducati 800 di fitto ogni anno, che è cossa maravigliosa del grande afitto, e questo è per esser in bon sito l'hostaria; paga ducati 250 che paga più chel primo palazzo della terra».
Viene raccontato anche un curioso episodio: si erano celebrate le nozze tra una figlia di Leonardo Grimani con Alvise Contarini. Quest'ultimo faceva parte della Compagnia di Calza degli Eterni. Pare che i compagni di Calza abbiano trovato poco sontuoso il banchetto nuziale e ritenevano di essere stati trattati male, così meditarono di vendicarsi. Il 26 gennaio 1508, dopo aver fatto dei danneggiamenti in casa Grimani, due compagni di Calza, Stefano e Domenico Tagliacalze, presero due catini d'argento e se ne girarono per Rialto, cantando, gridando e lamentandosi del banchetto, del cibo scarso e della mancanza di donne a tavola. Dissero che volevano dare in pegno i due catini d'argento per cenare in allegria, destinandone uno per acquistare delle torce per illuminare a festa la sala, l'altro per il banchetto all'Osteria della Campana.
 
Stemma della Famiglia Moro su uno stabile che insiste su calle de l'Ostaria de la Campana. 
 
Ai tempi della Lega di Cambrai nell'Osteria della Campana furono tenuti prigionieri come ostaggi alcuni cittadini di Cremona, che tuttavia dopo un po' riuscirono a fuggire e scomparire.
Martedì 10 gennaio 1514 scoppiò un gravissimo incendio che distrusse praticamente tutto Rialto, estendendosi anche alle zone vicine sospinto da un forte vento di grecale, risparmiando però la chiesa di San Giacomo di Rialto.
All'allarme suonato dalle campane sui campanili, «...tutti concorsero (...) tra li quali jo Marin Sanudo fo di missier Lunardo vi corsi per aver parte in l'hostaria di la Campana, di qual trazo el viver mio et pago di fitto ducati 250 oltra le botege da basso».
Marin Sanudo nel suo testamento fatto nel 1533 diede disposizioni relativamente alla propria parte di proprietà dell'osteria.
  
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Pagina aggiornata il 7 gennaio 2015