A Rialto.
Questo luogo curiosamente non ha un toponimo specifico, tipo calle,
sotopòrtego, o altro: si chiama Parangòn e basta.
Si presenta come una calle inserita in un lungo edificio che la fiancheggia
(e la sovrasta con dei camminamenti aerei che uniscono le due ali della
costruzione) ed è attraversata da cinque calli minori chiamate rami
(quindi abbiamo: ramo primo, ramo secondo, ramo terzo, ramo quarto e ramo quinto
del Parangon).
Questa calle che corre parallelamente alla ruga dei Oresi (orefici) ed al
campo Rialto Novo, anticamente si chiamava Rialto Vecchio. Parangòn significa "paragone" e "parangoni"
erano chiamati stoffe e drappi di seta tessuti e confezionati con
maestria, a regola d'arte, rasenti la perfezione, che in questo modo erano
di paragone per tutti gli altri tessuti.
Al Parangòn, un Leone
di San Marco con sottostante la scritta (oggi quasi
illeggibile):
«PUBBLICO
SAZZO
E BOLLO DI TINTURA
DE PRO.RI DI COM.»
Qualcuno invece (Piero Pazzi) sostiene che il nome derivi da un ufficio,
detto del Parangòn, dove venivano tenuti come campioni di paragone delle
pezze di stoffa. Ma non c'è evidenza di questo ufficio; inoltre
l'edificio che era chiamato del Parangòn prendeva il nome proprio perché
vi si fabbricavano questi tessuti, e solo anticamente era di ragione
pubblica avendo ospitato alcune magistrature veneziane ai tempi in cui il
Governo della città era a Rialto.
Il
Parangòn a Rialto.
Lo
stemma (XVI secolo) della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista su
uno stabile al Parangòn, probabilmente di proprietà di
questa confraternita.
Giuseppe Boerio (1754-1832) nel suo Dizionario del Dialetto Veneziano
ricorda che nel XVI e XVII secolo si chiamavano "Pani da Parangòn"
«...que' Pannilani e Drappi di seta, così detti dalla loro finezza e
perfezione, che si fabbricavano in questa Capitale [Venezia - N.d.R.] nel
lungo edifizio ch'esiste sulla piazza di Rialto, sopra i portici ora detti
Ruga dei Oresi, dalla parte di S. Giovanni: edifizio che quindi appellavasi
Paragone, il quale più anticamente serviva all'uso delle Magistrature
quando il Governo era in Rialto. La calle di mezzo tra il detto edifizio e
l'altro che riferisce sopra la Piazza di Rialto nuovo, chiamasi Calle del
paragone: e v'era ancora a' giorni nostri qualche fabbrica di pannilani, ma
ordinarii, sussistente nel medesimo luogo».
Lo
stemma (XVI secolo) della Scuola Grande di San Rocco sul
pilastro angolare di un edificio al Parangòn, probabilmente di
proprietà di questa confraternita.
Nel 1582 il N.H. Domenico Loredan notificò di possedere due volte a Rialto «...al
parangon de seda...» (seda = seta).
Leggiamo negli "Annali Veneti dall'anno 1457 al 1500" compilati dal
Senatore Domenico Malipiero (1445-1513) (nell'edizione stampata a Firenze da
Gio. Pietro Vieusseux nel 1843) che il 5 marzo 1492 giunsero a Venezia gli
Ambasciatori del Re di Polonia con un seguito di sessanta persone per
proseguire il loro viaggio a Roma ed a Napoli; presero alloggio in corte del
Parangon a spese della Repubblica.