Paruta (corte, sotopòrtego)

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Uno scorcio di corte Paruta vista dal "sotopòrtego".
A San Pantalon.
Giuseppe Tassini (1827-1899) si lamentava che questi luoghi erano privi del «...nome scritto sul muro, quantunque esso ci venga conservato dalle piante topografiche, nonché dall'Anagrafi del 1841».
Dobbiamo constatare che dai tempi del Tassini poco è stato fatto, se l'unica indicazione che possiamo leggere è questa.
 
Il "nizioleto" posto sopra l'ingresso del "sotopòrtego" con l'indicazione, non certo molto leggibile (ridipinta almeno una volta) «SOTOPORTEGO E CORTE PARUTA».
 
Il toponimo ricorda la famiglia Paruta, originaria di Lucca, che come tante altre famiglie guelfe, lasciò la propria città nel 1314 e trovò accoglienza a Venezia dove poté esercitare il commercio della seta, acquisendo così una solida posizione sociale ed economica.
Per il generoso sostegno che diede alla Repubblica durante la guerra di Chioggia venne ammessa al patriziato il 1° settembre 1381 entrando così a far parte delle famiglie curte (corte), quelle cioè entrate in Maggior Consiglio dopo la serrata del 1297.
La famiglia Paruta si distinse in numerose cariche, civili ed ecclesiastiche anche di grande rilievo, senza tuttavia mai giungere al soglio ducale.
In particolare qui ricordiamo forse il maggiore dei rappresentanti di questa famiglia, che abitò nel palazzo che dà il nome a questi luoghi: Paolo Paruta (1540-1598).
Dopo aver compiuto i suoi studi all'Università di Padova, rientrato a Venezia aprì nei salotti di casa sua una sorta di accademia privata, non ufficiale, dove accoglieva giovani patrizi per affrontare argomenti di natura filosofica e politici.
Fu autore di numerosi saggi e quelli di carattere storico lo fecero notare al punto che nel 1578 venne nominato dal Consiglio di Dieci storico ufficiale della Repubblica con l'incarico di continuare l'opera di Pietro Bembo (1470-1547) "Rerum Venetarum Historiae".
 
Tre palle di cannone austriache sopra una porta di corte Paruta  ricordano l'insurrezione di Venezia del 1848-49 .
 
Contemporaneamente Paolo Paruta non si era sottratto ad altri incarichi politici ai quali evidentemente sembrava predestinato: infatti era stato sorteggiato a soli 22 anni per entrare nel Maggior Consiglio.
Tra gli altri incarichi, fu provveditore alla Camera degli Imprestidi, savio di Terraferma, membro nei Pregadi, savio alla Mercanzia, provveditore alle Biade, provveditore sopra l'Artiglieria, capitano a Brescia, ambasciatore a Roma, provveditore di San Marco.
Il suo cursus honorum era di pieno rispetto e pareva destinato a poter aspirare al dogado, quando venne inaspettatamente sorpreso dalla morte: incaricato assieme a Vincenzo Gradenigo di andare ad ossequiare Alberto VII d'Austria (1559-1621) e Margherita d'Austria (1584-1611) che dovevano transitare nel veronese, di ritorno dalla missione il 16 novembre 1598 riferì sulla stessa al Collegio e solo dopo venti giorni, il 6 dicembre morì di febbre senza avere il tempo di fare testamento: venne seppellito nella vicina chiesa di San Pantalon.
Dove sorgeva il palazzo abitato da Paolo Paruta venne costruito l'attuale edificio con la facciata che prospetta sul rio di Ca' Foscari ed è caratterizzata da uno stile di transizione tra il barocco ed il Settecento.
Di questo edificio abbiamo un'incisione di Vincenzo Maria Coronelli (1650-1728) con la didascalia: «Palazzo Paruta sopra il Rio di S. Pantaleone del già celebre storico Paruta». Tuttavia il disegno non rappresenta che in parte il palazzo odierno: non venne interamente realizzato o ne fu abbattuta una parte? Giuseppe Tassini, forse non correttamente, scrive che del palazzo «...non rimane che un avanzo».
Pietro Gradenigo (1695-1776) del ramo di Santa Giustina, nei suoi Annali (o Notatori) racconta un fatto curioso: nel 1726 un fulmine abbattutosi su palazzo Paruta bruciò i cappelli ad un operaio che stava lavorando sul pavimento.
Sopra una porta in corte Paruta, al civico 3728, sono collocate tre palle di cannone a ricordo dell'assedio che Venezia subì ad opera degli austriaci durante l'insurrezione del 1848-49.
 
Un altro scorcio di corte Paruta.
  
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Pagina aggiornata il 6 febbraio 2017