Il
"sotopòrtego" dei Pontèi che immette all'omonima corte.
A San Cassiano.
Il visitatore che non stia attento, avrà difficoltà a individuare il sotopòrtego
che si confonde come fosse il portone di un palazzo.
Il nome deriva de dei pontèi (puntelli, travi) che sorreggevano
degli sporti esterni agli edifici, sopra la corte.
Oggi esiste solo uno sporto (e forse anche in passato c'era solo questo),
ma probabilmente era sostenuto da più travi, visto che il termine pontèo
è usato al plurale.
Oggi vi è un solo trave in legno a sorreggerlo, ricoperto da una lamiera
per proteggerlo
dagli agenti atmosferici.
Lo
sporto sostenuto da un "pontèo" in legno in corte
dei Pontèi.
La
trecentesca vera da pozzo in corte dei Pontèi fotografata prima del
suo furto avvenuto nell'agosto 2008.
Diremo che, secondo Giuseppe
Boerio (1754-1832) nel suo "Dizionario del Dialetto Veneziano",
dovrebbe scriversi «pontèlo», con la «e» larga, ma
forse questo risente delle origini
polesane dell'autore. In veneziano invece è la lettera «l» che
non dovrebbe farsi quasi sentire.
Nella corte dei Pontèi, pesantemente degradata, esisteva una vera da
pozzo del XIV secolo che nell'agosto del 2008 venne trafugata in modo rocambolesco.
Quello
che resta del pozzo dopo il trafugamento della vera.
Venne organizzata la messinscena di un falso restauro, apparentemente
commissionato da un ente pubblico.
In pieno giorno finti operai (o operai complici) montarono attorno alla
vera una staccionata per delimitare un cantiere di lavoro.
Nessuno si preoccupò di chiedere informazioni e così, in pieno agosto,
quando dopo un po' di tempo venne smontato il cantiere, assieme alla staccionata
venne imbarcata nel vicino Canal Grande anche questa vera da pozzo della
quale si sono persero così le tracce.