L'ingresso
al "sotopòrtego" de le Pute in fondamenta de la Tana.
Alla Tana.
E' una storia sofferta quella di questo toponimo che dovrebbe essere, come
diciamo alla fine, «Sotopòrtego de le Pute già de la Tana».
Al singolare "Puta", nel dialetto veneziano, significa fanciulla, pulzella, giovanetta da
marito.
Di quali fanciulle si tratti è difficile dire, perché di questo toponimo
("Pute"), pur essendo chiaramente dipinto nel nizioleto del comune
di Venezia sopra l'ingresso del sottoportico, non abbiamo trovato traccia
sicura.
Un anziano signore che abbiamo incontrato e che abita qui vicino ci ha ricordato
che una volta si chiamava "sotopòrtego dei Santi":
effettivamente anche Giuseppe Tassini (1827-1899) nell'Ottocento lo indica
con questo nome che deriverebbe da un Domenico Santo che risulta abitasse
qui nel 1740 in una casa di sua proprietà; inoltre nella prossima fondamenta
de la Tana era domiciliato nel 1761 un tale Iseppo Santi, "interveniente",
come è citato nello «Specchio d'Ordine» che contiene tutte le
cariche elette dal Maggior Consiglio, dal Senato, dal Consiglio di X,
eccetera.
Interno
del "sotopòrtego" de le Pute.
Il
"sotopòrtego" (sullo sfondo) conduce ad un ramo morto di
servizio alle abitazioni.
Non
sappiamo poi come e perché "Santi" si sia trasformato in
"Pute": l'unica ipotesi che possiamo avanzare è per la
relativa vicinanza di questo luogo all'Ospizio San Domenico, chiamato
popolarmente anche "Ospedal de le Pute", che ospitava appunto
delle fanciulle; l'antico ingresso gotico di questo ospizio, che si può
ammirare nella vicina via Garibaldi, è chiamato «porta dell'ospeal de le Pute».
C'è anche chi (Piero Pazzi) ha proposto che potessero dimorare «...in
questo luogo [...] due o più ragazze oppure zitelle in dialetto
"pute vece"».
Il colpo di scena, se così si può dire, arriva con il nuovo "Stradario
del Centro Storico Veneziano" del 1° marzo 2012 che nomina questo sotopòrtego
«de la Tana», in quanto costituisce la terminazione dell'omonima fondamenta.
Ma le vicende di questo toponimo non erano ancora finite: infatti quello
Stradario venne contestato a furor di popolo dalla cittadinanza per aver
arbitrariamente modificato nomi che erano entrati da anni nella
consuetudine popolare e la Giunta Comunale si vide costretta a fare marcia
indietro approvando
nel 2015 una "Revisione del Nuovo Stradario del Centro Storico di
Venezia" la quale, per quanto riguarda questo sotopòrtego,
adottò la nuova ridondante denominazione di «Sotoportego de le Pute già
de la Tana», trascurando quella che probabilmente sarebbe stata la
più corretta, semplice ed antica denominazione che faceva riferimento
alla famiglia Santi o Santo.
Intanto, mentre scriviamo, l'indicazione toponomastica (nizioleto
in termine veneziano) si riferisce solo alle "Pute".
All'interno del sotopòrtego è murata un'antica immagine in pietra
d'Istria di Madonna con Bambino che è stata protetta dagli abitanti del
posto con un capitello in legno dotato di un piccolo cancello a due ante;
protetta talmente bene che l'immagine devozionale è praticamente
scomparsa alla vista: tuttavia con attenzione e prudenza si può
delicatamente aprire il cancelletto per poterla visionare.
L'immagine
Mariana all'interno del "sotopòrtego de le Pute già de
la Tana".