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La
stretta calle che conduce alla nascosta corte de la Raffineria. |
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Alle Carampane.
Esisteva qui un laboratorio per raffinare lo zucchero.
Sappiamo che nel 1713 era di proprietà della famiglia Astori; lo
conduceva un Francesco Astori.
La famiglia Astori, che aveva la propria tomba nella chiesa di Sant'Aponal
(S. Apollinare) oltre a numerosi stabili in città, possedeva anche
terreni in terraferma. Oltre alla raffineria dello zucchero, conduceva una
bottega di zucchero e droghe in Corderia a Rialto.
Nel commercio delle spezie, che Venezia praticava, vi era compreso anche
lo zucchero.
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Una
scala nella corte de la Raffineria. |
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Le prime notizie sullo zucchero sarebbero state fornite dai crociati della
prima crociata ad Alberto d'Aix, un personaggio vissuto probabilmente
nella prima metà del XII secolo del quale si sa poco e che si definisce «canonicus
et custos Aquensis ecclesiae». Al di là di chi fosse realmente
l'autore, egli ci narra di campi coltivati con canne mielate: quando
maturano, vengono pestate in un mortaio per ricavarne un succo che,
raccolto, viene lasciato indurire. I Crociati lo usano mescolato a pane e
acqua ricavandone una pappa che fu «...di un grande ristoro ai
Cristiani tormentati dalla fame all'assedio di Marra e di Archas».
A Venezia lo zucchero venne presto apprezzato e, oltre ad importarlo, i veneziani
cominciarono a produrlo loro stessi nell'isola di Candia (Creta), da cui
derivano le espressioni zucaro candio (zucchero candido, cioè di
prima qualità) e fruti candii (frutti canditi).
Pare che il primo a introdurre a Venezia una raffineria di zucchero sia
stato Rodrigo di Marchiano, portoghese, nel 1508.
L'Arte degli spezieri de confeti (o confeteri) faceva parte di quella
degli spezieri da grosso.
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