Redivo (calle)

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Calle Redivo, a San Luca, vicino calle dei Fabbri.
A San Luca.
Nel 1661 abitava a San Luca un certo Pietro Redivo, che di mestiere faceva il pistòr (fornaio): alla Giudecca egli possedeva una casa oltre alla bottega.
Nel 1713 troviamo i figli di Pietro, Giovanni ed Andrea, abitare nella parrocchia di San Luca.
Dagli Estimi veniamo a sapere che la loro abitazione si trovava a San Luca, proprio nei pressi di calle dei Fabbri, in questa calle che appunto è chiamata Redivo.
In precedenza, nel 1679, uno dei due fratelli, Giovanni Redivo, era stato citato dall'ufficio dell'Avogarìa per testimoniare in merito alla condizione di tale Giuseppe Monti e dei suoi fratelli che chiedevano di essere iscritti tra i cittadini originari. In quell'occasione Giovanni Redivo dichiarò di essere domiciliato a San Luca, presso la calle dei Fabbri, e che la sua famiglia abitava lì da 38 anni.
Giovanni Redivo esercitava la professione di avvocato, mentre il fratello Andrea si dedicava alla ragionateria, nel cui collegio era stato ammesso il 28 maggio 1682: sposato con Nicoletta Cappella, ebbe cinque figli, tre dei quali percorsero la stessa carriera del padre.
Nell'Ottocento questa calle era chiamata anche delle Locande (calle Redivo o delle Locande), per la presenza di un certo numero di alberghi: denominazione che poi non venne più conservata.
Il 3 agosto 1897 scoppiò un devastante incendio in calle Redivo: durante l'opera di spegnimento persero la vita sei pompieri dell'Arsenale ed un pompiere municipale.
Oggi, quasi a voler rinnovare l'antica presenza di locande, la calle Redivo si trova tra gli ingressi di servizio dell'Hotel Bonvecchiati e del Palace Bonvecchiati (quest'ultimo nei locali dove precedentemente esisteva la sede della Società del Cellina prima, della S.AD.E. poi).
  
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Pagina aggiornata il 10 marzo 2019