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Uno
scorcio sulla ormai anonima corte del Rosario. |
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Ai Santi Filippo e Giacomo.
Il sotopòrtego attraverso il quale si accede a questa corte è
nascosto dalle vetrine dei negozi del campo Santi Filippo e Giacomo.
E' una corte quasi sconosciuta dove una volta esisteva un capitello, o
altare di devozione, dedicato alla Beata Vergine del Rosario,
probabilmente fatto costruire dalla Scuola piccola della Beata Vergine del
Rosario che aveva sede nella vicina chiesa dei Santi Filippo e Giacomo.
Questa confraternita minore di devozione si era costituita nel 1713 (e fu
soppressa con gli editti napoleonici del 1805) ed ogni anno in occasione
del Venerdì Santo provvedeva a proprie spese «...per l'apparecchio e
per le cere (candele - N.d.R.) del sottoportico» ed un anno
provvide anche «...per la pittura della tela del sottoportico».
Si attribuisce l'origine di questo culto con l'apparizione che avrebbe
avuto San Domenico nel 1208.
La celebrazione di questa festa però venne stabilita da Papa Pio V
(1504-1572) il 7 ottobre
1571, per celebrare la vittoria navale ottenuta a Lepanto dalla Lega Santa
contro gli Ottomani. Quel giorno cadeva di domenica ed inizialmente la
festa venne intitolata a Santa Maria della Vittoria. Successivamente
ricevette i nomi del Santissimo Rosario, ma a Venezia rimase sempre Beata
Vergine (o Madonna, o Maria) del Rosario. Nel 1960 il nome della festività divenne
ufficialmente Festa della Madonna del Rosario.
A Venezia venne dedicata al Rosario una cappella nella chiesa dei Santi
Giovanni e Paolo: venne costruita sotto la direzione di Alessandro
Vittoria per la Scuola Grande di Santa Maria del Rosario, istituita il 17 ottobre 1575
con decreto del Consiglio di Dieci (questa Scuola verrà soppressa nel
1806). In essa figuravano opere, con episodi legati alla vittoria di
Lepanto ed alla vita di Cristo e della Madonna, di artisti quali Domenico
Tintoretto (1519-1594), Leonardo Corona (1561-1605), Palma il Giovane
(1548/50-1628), Sante Peranda (1566-1638), Francesco
Bassano (1549-1592) ed altri. La cappella del Rosario venne distrutta da un incendio
sviluppatosi nella notte del 16 agosto 1867: con essa furono distrutti i
teleri citati ed inoltre altri due capolavori che si trovavano depositati
provvisoriamente: "San Pietro martire" di Tiziano Vecellio
(1480/5-1576) ed
una "Madonna con Santi" di Giovanni Bellini (circa 1433-1516).
La corte del Rosario è circondata da edifici ristrutturati che ne hanno
alterato la tipica fisionomia di corte veneziana: resta superstite su una
balaustra un altorilievo in pietra d'Istria del XIV secolo rappresentante un
drago: forse un frammento di una più ampia scultura con San Giorgio che
uccide il drago; in questo caso potrebbe essere stato un segno di
proprietà dell'Abbazia di San Giorgio Maggiore.
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Altorilievo
trecentesco con l'immagine di un drago in corte del Rosario. |
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