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A San Giobbe.
Il sapone non c'entra!
Nonostante il nome sia volto al femminile, si riferisce ad una famiglia
Saponello che abitava nella prossima contrada di San Geremia.
A dire il vero, nella prima metà del Novecento il toponimo era stato
corretto in Saponello, ma poi si è tornati all'antica storpiatura.
Sappiamo che nel 1713, vicino a questo ponte, abitava un certo
Francesco Saponello; potrebbe trattarsi dello stesso Francesco Saponello
(o un omonimo congiunto) che, iscritto alla Scuola Grande della Misericordia,
morì nel 1762. Negli elenchi dei defunti troviamo infatti: «23 febbrajo
1761 M.V. [ovvero more veneto, quindi si tratta dell'anno 1762 - N.d.R.]
Sepoltura del q. Fran.co Saponello della contrà di S. Geremia».
A questa famiglia apparteneva anche un Giovanni Saponello macellaio («...Zuane
Saponello beccher de S. Geremia...») che durante una lite con un
collega macellaio (Francesco Rizzo, soprannominato Chiompo) il 10
novembre 1774 lo accoltellò in Beccaria Granda a San Marco. Il povero
Rizzo, che aveva solo 24 anni, si mise a scappare per la calle del Ridotto
gridando «Oh Dio! Son morto!» arrivando fino alla farmacia in salizada
San Moisè dove effettivamente morì.
A seguito di questo fatto, Giovanni Saponello venne colpito da bando
capitale il 1° settembre 1775. |