Una
"scoazzera" in campo dei Gesuiti, presso l'omonimo ponte
sul rio di Santa Caterina, in un'incisione di Domenico Lovisa (circa
1690-1750).
A Sant'Aponal.
Questo campiello una volta si chiamava campiello delle scoazze
(immondizie) e più tardi campiello de la Scoazzera: a Venezia esistevano dei luoghi (scoazzere) adibiti alla raccolta delle
immondizie cittadine, che venivano periodicamente svuotati per mezzo di
appositi burchi.
Le prime notizie che si hanno sulle scoazzere risalgono al 1288 quando sappiamo che
esisteva una scoazzera vicino a piazza San Marco. Nel 1502 i
Provveditori alla Sanità proibirono di lasciare immondizie davanti alle
botteghe intimando ai negozianti di portarle alla scoazzera più vicina.
Erano recintate da un basso muretto, tanto è vero che nel 1506 ne è citata
una a San Felice che viene chiamata «...cassa delle scovazze».
Con il tempo molte scoazzere andarono in disuso o furono
smantellate dalla stessa popolazione che non gradiva averle vicino a casa,
preferendo smaltire le proprie immondizie per la via o direttamente... in
canale! La condizione delle strade diventò insostenibile, così nel 1662
il Magistrato alle Acque decise di ripristinarle comminando pene
severissime contro chi non se ne serviva o avesse osato distruggerle. Nel
1771 vennero fatte restaurare.
Le scoazzere, ovviamente, erano vicine alle rive di un rio, per
consentire alle apposite barche di svuotarle.
Il 29 gennaio 1618 fu deciso di togliere questa scoazzera (che era
chiamata di Sant'Aponal per la vicina chiesa), unificandola con quella di
San Silvestro che venne rifatta più grande per servire tutta la zona: «Si
levi la scoazzera a S. Aponal, ed, allargata quella di S. Silvestro
servirà per l'una e per l'altra contrada».
Si potrà osservare come in questo campiello non si veda un canale, ma
esisteva: infatti su un lato del campiello si nota la via che si chiama
rio terà Sant'Aponal: il rio venne infatti interrato (tombato) negli anni
attorno al 1842.
Il
campiello del Sol, a Sant'Aponal.
Nel 1889, forse perché si riteneva poco decoroso il nome del campiello
(che nel frattempo era stato chiamato de la Scoazzera), questo venne mutato in
campiello del Sol, come la vicina calle che vi si immette.
Questa calle prese nome da un'osteria all'insegna del Sole, di
proprietà della Famiglia Venier. Nel 1799 la troviamo così descritta: «...Casa
era aff. a Giacomo Miotti, altra a Francesco Zanga, Botteghin a Bortolo
Lioni, Casa era aff.a a Zuane Casarini, altra a Bortolo Lioni, ora ridotte
tutte in un sol stabile serve per osteria all'insegna del Sol».
In calle del Sol, sopra gli architravi di due porte, ancora si leggono dei
vecchi numeri civici in belle cifre romane.