La
calle dello Sturion, a Rialto, vista verso il Canal Grande (sullo
sfondo).
A Rialto.
Questa calle, con il ramo che ne rappresenta la continuità, prende il nome
da un'osteria all'insegna dello Sturiòn (storione) che si trovava sopra
la riva del Vin.
Il
"sotopòrtego" con cui la calle del Sturòn sbocca
verso la riva del Vin ed il Canal Grande, proprio di fronte a
palazzo Bembo.
Le prime notizie che abbiamo di questa osteria risalgono al 1398 quando,
l'11 luglio, venne condannato, assieme ad altri osti, «...Guidelmus
hospes ad Sturionem in Rivoalto...» per aver venduto vino in caraffe
di capacità inferiore a quella prescritta, frodando così la clientela
sulla quantità.
L'11 gennaio 1414 venne condannata una certa Antonia, moglie di un altro
oste dell'osteria, «...Pasqualini Bonmathei hospitis ad hospitium
Sturionis in R.to...»: questa donna aveva dato in nozze la propria
figlia Chiara, avuta da un precedente matrimonio con Meneghino Tubetà,
senza il consenso dei Signori di Notte ai quali spettava la decisione di
maritare la ragazza.
Tra gli ospiti dell'osteria allo Sturiòn sono ricordati sette
ambasciatori del Friuli che vi alloggiarono il 6 novembre 1418 con il loro
seguito di cinquanta persone.
Verosimilmente nel 1494 Vittore Carpaccio (1465 ca.-1526) dipinse il
grande telero (m. 3,65 x 3,89) "Miracolo della Reliquia della
Santa Croce". Tra i tanti dettagli, sulla sinistra il pittore
raffigura l'insegna con lo storione che aveva affissa la locanda sulla
riva del Vin.
Nel
dettaglio del dipinto di Vittore Carpaccio è evidenziata
l'insegna della locanda "allo Sturiòn".
Lo stabile apparteneva alla Repubblica. L'osteria venne chiusa nel 1511 e
pare che gli ambienti deperirono rapidamente se il 9 aprile 1516 venne
decretato che i Provveditori al Sal dovessero spendere 50 ducati «...per
far le volte del Sturion per poterle afittar aut meter uffici a ciò non
vadano de mal».
Il 30 agosto 1520 si tentò di vendere lo stabile mettendolo all'asta,
senza però riuscire nell'intento.
L'antica
insegna dipinta dal Carpaccio ripresa dall'attuale Hotel Antica
Locanda Sturion.
Finalmente
il 2 ottobre 1531 fu deciso di costruivi la Dogana da Terra per ospitarvi
gli uffici della Messetarìa (dazio sulle merci e sui
contratti), la Tavola dell'Insìda (uffici per le tasse sulle
esportazioni) e la Tavola dell'Entrada (tasse sulle importazioni). Così
ce lo racconta Marin Sanudo (1466-1536): «...fu posto et preso
fabricar la doana di terra dove era l'hostaria del Sturion per metter gli
uffizii Messetteria, Insida, et Intrade.»
E' possibile che alla caduta della Repubblica l'osteria allo Sturiòn sia
stata riaperta. Oggi esiste in questa calle un hotel che si chiama proprio
"Antica Locanda Sturion" che ha ripreso l'insegna con lo
storione dipinta dal Carpaccio.
In questa calle, prima del 1365, risiedevano alcuni Procuratori di San
Marco. E sempre in questa calle, ma il 13 dicembre 1557, morì il
matematico Niccolò Fontana (1499-1557), detto il Tartaglia per il suo
difetto nel parlare. Dettò il suo testamento il 10 dicembre
al notaio Rocco di Benedetti che poi diligentemente vi annotò sopra la
data della morte precisando «...hora septima noctis...» (ovvero
la notte tra il 13 ed il 14). Nel testamento il Fontana dispose a favore del fratello Zampiero,
della sorella Caterina, del suo editore Trajano Navò, libraio all'insegna
del Leone in Merceria al ponte dei Baretteri e beneficò una propria domestica.
Volle essere sepolto nella vicina chiesa di San Silvestro, come scrisse: «...
Il corpo
mio voglio sia sepulto in la chiesa di Zan Silvestro co'l Capitolo.» Della
sua tomba oggi si sono perse le tracce.
In calle del Sturiòn la Scuola grande della Carità possedeva
numerosi magazzini e botteghe. Ancora oggi si possono scorgere scolpiti
sugli architravi gli stemmi della Scuola (nelle immagini che seguono è
riportato il numero civico dove sono collocate).