Uno
scorcio sulla corte del Teatro Vecchio a San Cassiano.
A San Cassiano.
Se la calle è ancora liberamente percorribile, bisogna avvertire che la
bella corte con elementi architettonici e lapidei del XII-XIII secolo è privatizzata e
chiusa da un cancello.
In origine le rappresentazioni teatrali a Venezia avvenivano su iniziativa
delle Compagnie di Calza su strutture e palchi
provvisori che venivano eretti nelle sale dei palazzi nobili, oppure nei
loro cortili o addirittura nei conventi.
Si ritiene che il primo teatro a Venezia sia stato quello costruito
Giorgio Vasari (1511-1574) in occasione del Carnevale del 1542, per la
Compagnia dei Sempiterni. Andrea Palladio (1508-1580) ne progettò uno per
il Carnevale del 1565, per la Compagnia degli Accessi, forse nell'atrio del monastero della
Carità o nel cortile di Palazzo Dolfin a Rialto.
Quello di San Cassiano è comunque da annoverarsi tra i primi teatri della
città: venne fatto costruire nel 1580 (o 1581) per iniziativa del nobile Alvise
Michiel in quella corte che si chiamava, al tempo, corte Michiela, in
quanto si trovava accanto a Ca' Michiel. Nel marzo 1582 così lo nomina lo
stesso Alvise Michiel: «In S. Cassan. Un luogo fabricato già un anno
per recitar comedie...».
Giuseppe Tassini (1827-1899) riteneva che fosse stato fatto in pietra. In
realtà appare probabile che fosse in legno; ce ne parla Francesco Sansovino
(1521-1586) che ci ricorda che fu fatto «...con spesa grande...»,
probabilmente di forma ellittica («...in forma ovata...»), capace
«...di
gran numero di persone; per recitarvi ne' tempi del Carnevale, Comedie,
secondo l'uso della città».
Il Michiel aveva fatto le cose pensando a tutto, compreso l'alloggio per
le compagnie teatrali itineranti per le quali aveva preso in affitto due
case vicine (una sappiamo essere stata di proprietà di Vido Diedo) «...per
servitio delli comedianti...».
Nel 1581, e poi negli anni successivi (1583 e 1587), vi recitava la compagnia dei Gelosi
di Francesco Andreini.
La
corte del Teatro Vecchio con la vera da pozzo in marmo rosso
di Verona.
Curioso
altorilievo (XIII-XIV secolo) dove un cane assale un dromedario,
sopra l'ingresso alla corte del Teatro Vecchio.
Tuttavia l'alternarsi di
disposizioni, di divieti, di permessi, di deroghe, di limitazioni in
materia di spettacoli (emessi per ragioni di moralità e di ordine
pubblico dal Consiglio di Dieci dal 1508 fino alla
caduta della Repubblica) aveva messo in difficoltà il Michiel che se ne
lamentava già nel marzo del 1582.
Cessò pertanto la sua attività sul finire del XVI secolo.
Al centro della corte del Teatro Vecchio è collocata una bella vera da
pozzo in marmo rosso di Verona risalente al XIII secolo contornata, come
era usanza per indicare che era acqua potabile che si poteva attingere,
dai rilievi di quattro anfore.
Un lato della corte è occupato da una serie di colonne che sorreggevano
il porticato (oggi murato) di quella che doveva essere una volta una
casa-fondaco. Sul muro sono presenti alcuni frammenti in pietra d'Istria
con decorazioni bizantine.
Curioso, e da segnalare, è il frammento di altorilievo (XIII-XIV secolo)
collocato sopra il cancello che chiude l'ingresso alla corte: rappresenta
un cane che assale un dromedario!
Resti
di un portico di quella che doveva essere una casa-fondaco.