Il
bell'arco sopra il portale di palazzo Tron in calle del Tiozzi.
A Santa Maria Mater Domini.
Questi luoghi prendono il nome da una famiglia Tiozzi che sappiamo vi
abitava nel XVIII secolo.
Curiosamente la calle e la corte sono denominati "del Tiozzi",
mentre il sotopòrtego ed il ramo semplicemente "Tiozzi".
Nel 2012 il Comune di Venezia pensò irragionevolmente di chiamare "Tiossi"
questi luoghi, ma fortunatamente non se ne fece nulla, così con la
revisione del 2015 si tornò al corretto precedente toponimo "Tiozzi"
che nel frattempo non era mai stato variato nella segnaletica stradale.
La
calle del Tiozzi con a sinistra un'antica bottega che fa
angolo con la fondamenta di ca' Pesaro, con una colonna
angolare che presenta uno stemma scalpellato.
In una casa ad un piano presa in affitto dal Nobil Homo Giovanni Basadonna,
figlio del Procuratore Girolamo Basadonna, dal 1738 abitava un sacerdote
di nome Andrea Tiozzi, figlio di un Marcantonio Tiozzi.
Più tardi, nel 1764, questa casetta venne acquistata da un parente del
reverendo Andrea Tiozzi, e precisamente da un suo nipote, Zuan (Giovanni)
Francesco Tiozzi, dapprima fiscale del Magistrato alla Milizia da Mar (una
sorta di amministrazione della Marina) e successivamente Notaio dei
Provveditori sopra i Monasteri.
Nel 1737 Gian Francesco Tiozzi aveva sposato Isabella Luchini, dalla quale
aveva avuto un figlio, Angelo Maria, che dopo il raggiungimento dei 21
anni venne approvato come cittadino originario il 2 aprile 1759.
Uno
stemma scalpellato sul pilastro angolare di una antica bottega
in calle del Tiozzi.
I Tiozzi commerciavano in oro ed argento: in Ruga Rialto possedevano
infatti una bottega di orefice che innalzava l'insegna del Sansòn.
Intrattenevano anche affari in Zecca con paste d'oro e d'argento.
In calle del Tiozzi, sullo stipite d'angolo di un'antica bottega con la
fondamenta di Ca' Pesaro, è visibile uno scudo gotico (probabilmente del
XV secolo) la cui l'impresa è stata scalpellata: dalle minime tracce che
si possono scorgere si potrebbe ipotizzare che appartenesse alla famiglia
Zane (una supposizione, perché chiaramente non è certo).
Invece nella stessa calle si apre il portale di palazzo Tron (XVI secolo
con frammenti anteriori risalenti al XIII secolo) con due stemmi di quella
famiglia sorretti da altrettanti angeli.
I
due stemmi Tron ai lati del portale di accesso all'omonimo
palazzo in calle del Tiozzi.
Lo
stemma Basadonna in corte del Tiozzi, dove questa famiglia aveva
delle proprietà.
Al
centro dell'architrave doveva esistere un rilievo (probabilmente un leone
marciano) che fu ugualmente scalpellato dai giacobini durante la
municipalità provvisoria (se ne intuiscono le tracce).
In corte del Tiozzi è visibile uno stemma in pietra d'Istria con scudo a
forma di testa di cavallo della famiglia Basadonna che
ricorda ancora la vecchia proprietà di quella famiglia.
La
corte del Tiozzi dove sullo sfondo si apre un corto "sotopòrtego"
che conduce al ramo Tiozzi che termina sul rio de la Torre.
Lo stemma, incorniciato in uno spazio rettangolare, è affiancato dalle
lettere «D B» dove la «B» è certamente iniziale di
Basadonna.
L'antica famiglia Basadonna sarebbe giunta a Venezia da Altino, passando
prima per Burano: la nobildonna Maria Basadonna fu la madre dell'ultimo
doge di Venezia, Lodovico Manin (1725-1802).
Uno
stemma della famiglia Loredan su un frammento di chiave di volta sul
rio de la Torre, visibile dal ramo Tiozzi.
Più
sotto è collocata una lapide più recente, datata 1965, che ricorda
Eleonora Brunelli Bonetti (nata nel 1919), figlia dello storico e pubblicista padovano Bruno Brunelli Bonetti
(1885-1958) e di Anna Maria Soster.
La
lapide che ricorda Eleonora (Nora) Viora di Bastide, nata
Brunelli Bonetti.
Eleonora, chiamata familiarmente Nora, aveva sposato lo storico del
diritto prof. Mario Enrico Viora conte di Bastide (1903-1986).
Sulla lapide compaiono gli stemmi dei conti di Bastide (a sinistra) e
Brunelli Bonetti (a destra).
Dalla corte, oltrepassando un breve sotopòrtego, si giunge su una
rivetta sul rio de la Torre: proprio di fronte, su un muro in mattoni c'è il resto di una chiave
di volta che reca lo stemma dei Loredan, che qui possedevano un edificio (al
quale si accedeva dalla calle de la Regina) non più esistente e
ridotto oggi a spazio vuoto con dei magazzini.