L'ingresso
nella corte Zambelli avviene attraverso questo "sotoportègo"
sorretto al centro da delle colonnine aggraziate da un motivo
decorativo.
A San Giacomo dall'Orio.
Questi luoghi prendono il nome dal vicino palazzo della famiglia Zambelli.
Questa famiglia era originaria di Padova.
Secondo Girolamo Alessandro Capellari Vivaro (1664-1748) gli Zambelli si
erano arricchiti con il commercio del vino navigato, cioè quel
vino, tipo le malvasie, che giungeva via mare da altri paesi.
Pare comunque che quello del commercio del vino non fosse la loro unica
attività: gli Zambelli erano i classici mercanti che si affidavano a qualsiasi
impresa quando questa si sospettava potesse essere remunerativa.
Un
balcone di palazzo Zambelli all'interno del "sotopòrtego"
con il parapetto in legno.
La
corte Zambelli dal lato dove si affaccia sul rio di San Boldo.
Diventati in questo modo ricchi,
riuscirono ad acquistare la status di cittadini originari e, più
tardi nel 1648, l'accesso al Maggior Consiglio.
Nel 1740, la famiglia Zambelli notificò di possedere, oltre alla dimora
di famiglia in Campo San Giacomo dall'Orio ed altri stabili nelle
vicinanza, anche numerose case a Padova e tenute e possedimenti nel
padovano.
All'interno del sotopòrtego attraverso il quale si entra nella
corte, è visibile un balcone di palazzo Zambelli: la curiosità non sta
solo nella posizione di questo balcone, ma anche per il fatto che le
colonnine ed il parapetto sono in legno dipinto.
Edicola
lignea all'interno del "sotopòrtego": l'immagine
votiva originaria è sparita ed è stata sostituita da una
cartolina riproducente la Madonna Mesopanditissa (o Madonna
della Salute).
Pietre
riciclate, usate per rinforzare un muro.
Sempre
all'interno di questo sotopòrtego è collocata un'edicola lignea
con monogramma eucaristico:
purtroppo l'immagine votiva originaria è sparita ed è stata sostituita
da una contemporanea riproduzione della bizantina Madonna Mesopanditissa,
conservata nella Basilica della Salute, che mani pie hanno collocato con
delle semplici puntine da disegno!
La corte si affaccia sul rio di San Boldo con un altro sotopòrtego,
sovrastato da abitazioni che, per assicurare l'illuminazione ai piani
sottostanti, fanno un interessante gioco di volumi.
Nulla è banale: così la trave portante che sostiene un piano presenta
sovrapposta una decorazione in cotto ottenuta con elementi modulari.
Particolare
della decorazione in cotto sopra una trave portante che
sostiene le abitazioni sopra il "sotopòrtego".
In corte Zambelli sono visibili, su alcuni vecchi architravi, i resti di
una precedente numerazione con cifre romane.
Tracce
di una vecchia numerazione a cifre romane (numeri civici 1610
e 1611).
E poiché in edilizia, soprattutto a Venezia, non si butta via mai niente, si
possono osservare anche alcune pietre, provenienti da una finestra con
inferriata (ce lo dimostrano i fori) usate come rinforzo di un muro.