Zanardi (calle, ramo, ponte)

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Calle Zanardi, in fondo i gradini del ponte.
A Santa Sofia.
Questi luoghi prendono il nome dalla famiglia Zanardi, originaria di Bergamo, che nel 1661 aveva acquistato il palazzo che in origine era dei Rizzo.
Il palazzo si trova vicino al ponte che attraversa il rio di Santa Caterina: i Rizzo nel Cinquecento si erano trasferiti alla Madonna dell'Orto ed il 30 luglio 1540 vendettero la casa dominicale a Benedetto Ragazzoni; il 22 marzo 1624 fu acquistata da Gian Battista Combi; il 6 ottobre 1651 passò ancora di proprietà a favore di Gian Domenico Biava e finalmente, dieci anni più tardi, il 14 giugno 1661, venne acquistata da G. Andrea Zanardi.
Questo Zanardi di mestiere faceva il pesta spezie dallo speziale all'Ascensione. Divenne quindi «...giovine di bottega, e poi giovine del negozio Polferini con il che arricchì molto la sua casa...».
E la sua ricchezza doveva essere veramente notevole se nel 1653, ai tempi della guerra di Candia, quando non aveva ancora acquistato questo palazzo, dietro pagamento dei soliti centomila ducati ottenne l'iscrizione alla nobiltà per sé ed i suoi legittimi eredi.
All'angolo del muro di cinta tra la calle ed il ramo Zanardi è visibile una testa barbuta cinquecentesca scolpita proveniente probabilmente da una chiave di volta di Ca' Zanardi.
 
Il testone sull'angolo di un muro tra calle e ramo Zanardi. 
 
Una patera pseudo-bizantina, in realtà ottocentesca. 
 
 
Il ramo Zanardi termina con un "pòrtego" sul rio di Santa Caterina. 
Rilievo ottocentesco in stile bizantino su un fianco di Ca' Zanardi. 
 
La famiglia Zanardi continuò ad abitare in questo palazzo fino al 1757, quando si estinse senza discendenza.
Nel 1700 sulla facciata era ancora visibile lo scudo dei tempi in cui la famiglia Ragazzoni aveva posseduto questa dimora tra il XVI ed il XVII secolo. Lo stemma naturalmente era stato cambiato, ma si poteva ancora scorgere «...il cimiero reale dell'Inghilterra, donato da Maria, regina di quel regno [Maria Tudor - N.d.R.], e da D. Filippo di Spagna, suo consorte [Filippo II di Spagna - N.d.R.], a Giacomo Ragazzoni, qual'è formato da un braccio di donna sopra l'elmo che esce da una corona, e tiene nella mano un elitropio, una rosa, ed un pomo granato».
A seguito dei pesanti rifacimenti ottocenteschi subiti dal palazzo, questo stemma è sparito.
In compenso sono state applicate delle decorazioni in falso stile bizantino, alcune delle quali mostriamo in questa pagina.
  
La base dello stipite della porta con decorazione pseudo-bizantina ottocentesca.
  
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Pagina aggiornata il 12 gennaio 2016