Zen (campiello, sotopòrtego)

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Il palazzo Zen sul rio di San Stin. 
Ai Frari.
Questo campiello, con il sotopòrtego attraverso il quale si accede, prende il nome dall'omonimo palazzo cinquecentesco che ha la sua facciata sul rio di San Stin con un bel portale rinascimentale.
Mentre il campiello ufficialmente si chiama "de Ca' Zen", il sotopòrtego invece è chiamato semplicemente "Zen".
  
Il campiello Zen con, sullo sfondo, il portale di terra.
   
La testa virile sopra il portale di terra di palazzo Zen e lo stemma.
Sopra la facciata si innalzano sul tetto due obelischi, segno che la famiglia poteva vantare un Capitano da Mar: ed infatti qui abitò quel Carlo Zeno (1333-1418) eroe della guerra di Chioggia che sconfisse i genovesi in uno scontro che avrebbe potuto compromettere le sorti della Repubblica di Venezia.
Sul cancello che racchiude il giardino del palazzo è visibile dal lato del canale anche lo stemma in ferro battuto sormontato dal corno ducale, a memoria di quel Renier Zen che fu doge dal gennaio 1253 (incerto è il giorno) al 7 luglio 1268.
  
Lo stemma Zen sul cancello di accesso dal rio di San Stin al giardino di Ca' Zen.
  
Negli ultimi anni della sua vita, raccontata da Jacopo Zeno (1418-1481) vescovo di Feltre, leggiamo che «...ciascun dì andava nella chiesa di S. Stephano, presso alla casa sua, ai divini uffici».
Nel campiello si può ammirare una deliziosa vera da pozzo in pietra rossa di Verona con archetti sorretti da colonnine e foglie agli angoli.
   
La vera da pozzo di campiello Zen. 
 
 
Scudi con l'erma cancellata ai due accessi al sotopòrtego Zen.
  
Non tutti sanno che questa non è l'originaria collocazione di questo pluteale che invece originariamente si trovava in campo San Felice, di fronte alla chiesa.
Quando venne realizzata la Strada Nova (al tempo nominata via Vittorio Emanuele) il pozzo venne tolto per non ostacolare la nuova viabilità e trasferito qui, ad abbellimento del campiello.
   
La vera da pozzo, oggi in campiello Zen, quando nell'Ottocento era ancora nella sua collocazione originaria in campo San Felice. 
  
Ai quattro angoli degli accessi al sotopòrtego Zen, sui rispettivi pilastri, sono scolpiti altrettanti scudi ovali dove però l'arma che raffiguravano (forse lo stemma Zen) è stata accuratamente cancellata in epoca napoleonica.
 
Composizione moderna con una Madonnina alquanto naïf.
Inoltre segnaliamo all'interno del sotopòrtego la presenza di una nicchia vuota che è stata riempita collocando una Madonnina ed alcune scritte da una nota persona affetta da qualche disturbo psichico.
Concludendo,
mostriamo anche una lettera spedita da Verona il 16 agosto 1866 ed indirizzata proprio in campiello Zen!
   
Lettera da Verona ancora austriaca (16 agosto 1866) per il «Campiello Zen ai Frari» ove giunse solo il 21 agosto (in piena Terza Guerra d'Indipendenza!).
  
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Pagina aggiornata il 6 luglio 2021