ABC Veneto - Invito alla prefilatelia

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Raccolgo l'invito di TUTTOTOSCANA riguardante la proposta di rivitalizzare questo settore dedicato alla prefilatelia, introducendo, sulla falsariga di quanto postato da lui e Hyron 2000 un topic relativo alla prefilatelia del Veneto.

Credo sia necessario partire obbligatoriamente dalla Serenissima Repubblica di Venezia, il cui Dominio fu incontrastato nei territori veneti e non solo per più di 400 anni fino al 1797, anno della sua caduta.

I bolli postali nel Veneto furono introdotti durante la dominazione veneziana dove la Posta, a quei tempi gestita dalla Compagnia dei Corrieri Veneti, era già all'avanguardia per organizzazione e celerità.

Lo scopo di quanto andrò a postare sarà quindi quello di raccontare la nascita del servizio postale nel Veneto, dalle origini all'introduzione del francobollo.
La mia intenzione è quella di articolarlo in tre fasi:

1 _ LA SERENISSIMA REPUBBLICA DI VENEZIA FINO ALLA SUA CADUTA

2 _ L'ARRIVO DI NAPOLEONE E LA RIORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA POSTALE

3 _ DOPO IL TRATTATO DI CAMPOFORMIO: IL REGNO LOMBARDO VENETO

Naturalmente, per quanto riguarda il Lombardo-Veneto ci sarà poco Lombardo...e tanto Veneto
Questo per la mia non competenza riguardante il territorio lombardo, incombenza comunque che lascio volentieri ad una firma senz'altro più autorevole della mia in materia appartenente ad un Forumista di Milano....

Vorrei precisare, inoltre, che con questo contributo non ho assolutamente la presunzione di atteggiarmi a professore; non ho assolutamente queste qualità.
Sono un semplice collezionista che un po' di anni fa ha contratto un virus che si chiama "storia postale" e in questo Forum ha scoperto molte persone con la sua stessa malattia; l'unica maniera per farla passare è condividere con loro la sua passione e conoscenza
Non lasciatemi solo, quindi, e invito tutti i "prefilatelici" veneti e non a contribuire in questo topic con immagini, opinioni, domande perchè...è il gruppo che fa la forza

OK, mi sono dilungato anche troppo....ma due parole d'introduzione erano di rito

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Nella laguna veneta lo scambio di notizie e messaggi aveva origini ancora più antiche di Venezia e molto probabilmente avveniva attraverso l'utilizzo dei corsi d'acqua che nel NordEst erano quelli del Sile verso il trevigiano, del Piave e i suoi affluenti e diramazioni verso il feltrino ed il bellunese, del Piavon verso Oderzo, del Livon verso Motta e Portobuffolè, del Tagliamento verso l'udinese, del Lemene verso Concordia e Portogruaro e lungo la laguna veneta verso Mestre; ad Ovest quelli verso Fusina dove il Brenta porta a Noventa e verso i territori del bassanese; a Sud nella laguna inferiore verso Chioggia-Cavarzere-Loreo.Adria-Rovigo lungo il Bacchiglione verso Pontelongo-Bovolenta-Padova-Vicenza, lungo l'Adige verso Badia-Legnago-Verona, lungo il Po verso Ferrara-Mantova-Modena-Parma-Pavia.

Negli anni, il movimento intensissimo dei "barcajoli" non sfugge all'Autorità veneziana che decide così, nel XV secolo, di dare delle regolamentazioni tramite speciali statuti: nascono così le "Mariegole dei traghetti esterni destinate a quei percorsi che portarono i barcaioli ad esercitare la loro attività anche fuori dei canali di Venezia, spingendosi fino all'entroterra per il trasporto della Posta, delle merci e dei passeggeri.

I traghetti esterni che vennero così riconosciuti dalla Repubblica di Venezia verso la metà del XVI secolo furono quelli di Portogruaro, Fossetta, Marghera, Lizza Fusina, Padova, San Zuanne e Frassine, Moncelese, Vicenza, Piove di Sacco e Chiozza.

Per avere un'efficiente organizzazione del servizio postale nel territorio della Repubblica e per avere l'apertura della via postale con la terraferma e la penisola italiana bisogna attendere il 1200, quando un gruppo di industriose persone provenienti dal Bergamasco si trasferiscono a Venezia, occupandosi dell'inoltro della corrspondenza e di ciò che veniva loro consegnato anche verso Genova, Milano e Roma.

Questa attività venne subito apprezzata soprattutto dai mercanti veneziani, che grazie alla celerità con cu arrivavano le notizie tramite la Posta da mercati del Levante, potevano qui acquistare le merci nel momento più favorevole, o spuntare gli affari migliori venendo a conoscenza delle merci maggiormente richieste nelle fiere e mercati del Nord; tutto questo, comunque, non sfugge nemmenoall'Autorità della Repubblica tanto che il 6 gennaio 1305 il Senato Veneto assoggetta i Corrieri al controllo del Magistrato dei Provveditori di Comun.

L'11 marzo 1489 i Corrieri, come da consuetudine veneziana, si unirono in Scuola stabilendo in 32 il numero che venne a formare la Compagnia dei Corrieri Veneti; scelsero in Santa Caterina d'Alessandria la loro protettrice e fissarono la loro sede nella Chiesa di San Giovanni Elemosinaro a Rialto, praticamente nel centro degli affari veneziani dove era più facile trovare clienti.

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Un inciso

LA CHIESA DI SAN GIOVANNI ELEMOSINARO

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Se vi capita di visitare Venezia e passare per Rialto, vi consiglio una visita alla Chiesa di San Giovanni Elemosinaro.
Riaperta al pubblico dopo anni di restauro, è un piccolo gioiello incastonato e seminascosto fra i palazzi di Rialto: pensate che ad oggi molti veneziani del luogo nemmeno sanno della sua esistenza!
Nella Chiesa si trova ancora oggi la Cappella dei Corrieri, alla destra dell'altare maggiore, con una Pala del Pordenone raffigurante Santa Caterina

altare e pala 001.jpg

Ai piedi dell'altare si trova una lastra marmorea che reca inciso lo stemma della Compagnia dei Corrieri Veneti, un corno postale e la scritta VENETIARUM CURSORES, oltre alla data in cui fu posata. Si dice che sotto ci siano ancora i resti dei Corrieri che qui venivano sepolti dopo la loro morte.

lastra marmorea 001.jpg

LO STEMMA DELLA COMPAGNIA DEI CORRIERI VENETI

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Dalla necessità quindi di dimostrare il pagamento del dazio fu introdotto l'uso del BOLLO POSTALE, da applicarsi mediante inchiostro sulle lettere per le quali la tassa era stata pagata; questa tassa indicava il pagamento del porto postale che doveva essere corrisposto alla Compagnia dei Corrieri per il loro servizio in aggiunta al dazio.
Con due successivi decreti del 1708 e del 13 ottobre 1713 venne ratificata l'imposizione del dazio con l'istituzione di un bollo, cioè un timbro la cui impronta avrebbe dimostrato il pagamento della tassa.
Le lettere quindi furono soggette al dazio, destinato al governo veneto e al porto, destinato ai Corrieri per il loro servizio.

decreto dei Proveditori di Comun del 13 ottobre 1713 che sancisce l'introduzione del bollo

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L'introduzione di questo bollo, quindi, vietò il segno in sanguigna fino ad allora usato per indicare una lettera franca, cioè pagata dal mittente, segno che comunque, nonostante i vari decreti e proclami che ne vietavano l'uso continuò ad essere usato anche dopo la caduta della Repubblica.

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Il 12 maggio 1702 (giorno che 95 anni dopo sarà infausto per la Serenissima...) tutte le Poste delle località sotto la Dominante vennero riunite in un solo Ufficio, a San Cassiano vicino a Rialto.
Non ci fu comunque posto per tutti gli uffici delle varie Cavallerie, così che gli uffici di Chioggia assieme a quelli subordinati di Noventa, Adria, e Loreo trovarono ubicazione nelle vicinanze di Rialto.
In questo stabile, ogni cavalleria era dotata di un proprio Ufficio, gestito da un masser il cui compito era quello di controllare la Posta in arrivo e partenza; erano presenti quindi l'Ufficio della Posta di Bassano, Verona, Piove, Padova, Brescia, Palma, Conegliano, Udine, Treviso, Vicenza, Motta, Uderzo, Porto Buffolè, Sacile, Pordenone.
I massari, a volte, dovevano tenere sotto controllo diversi uffici; c'era infatti un solo masser per le Poste di Este, Cologna, Badia, Legnago, Lendinara, Monselice, Montagnana e Castelfranco.

Lettera da VENEZIA per ZOPPOLA (UD) de 16.12.1783 con bollo muto e annotazione a penna FRANCA con segno orizzontale in sanguigna (seppur vietato!!) spedita dall'Ufficio della Posta di Udine in Venezia.

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Negli anni compresi tra il 1746 ed il 1758 la Repubblica di Venezia per porre una regolamentazione al trasporto interno delle corrispondenze riunì le già citate Cavallerie in 18 uffici di Cavallari e Portalettere.
Queste vennero appaltate mediante pubbliche aste e furono regolamentate dalle Polizze d'incanto e Capitoli dove la Compagnia dei Corrieri riuscì ad avere la gestione delle Cavallerie più importanti.

1 Cavalleria di Bassano - Castelfranco e Cittadella 1749
2 Cavalleria di Bergomo 1747
3 Cavalleria di Brescia 1748 - 1749
4 Cavalleria di Cologna 1752
5 Cavalleria di Conegliano-Caneva-Sacil-Ceneda-Seraval e Beluno 1749
6 Cavalleria di Este 1752
7 Cavalleria di Moncelice 1752
8 Cavalleria di Montagnana 1752
9 Cavalleria di Uderzo-Porto Buffolè-Motta e Pordenon 1749
10 Cavalleria di Padova 1751 - 1752
11 Cavalleria della Fortezza di Palma e della Città di Capodistria 1751
12 Cavalleria di Piove 1752
13 Cavalleria di Rovigo-Lendenara-Badia Polesine e Legnago 1748 - 1749
14 Cavalleria di Salò 1749
15 Cavalleria di Treviso-Mestre-Noval-Campo San Piero-Montebelluna-Asolo e Feltre 1749

16 Cavalleria di Udine e Provincia del Friuli 1751 - 1758
17 Cavalleria di Verona 1747
18 Cavalleria di Vicenza 1747 - 1748

Da questo appalto, la Compagnia divenne l'unica ad avere il diritto di esercitare il servizio postale nel territorio della Dominante.

Polizza d'incanto e capitoli relativa all'istituzione della Cavalleria di Treviso

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Con decreto dell'Eccellentissimo Senato del 5 maggio 1759, viene fatto obbligo di improntare su ogni lettera un bollo indicante la tariffa da pagare (porto + dazio).

Lettera da MESTRE per Venezia con tassazione 2 a tampone (1 soldo per il porto + 1 soldo per il dazio

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Questi bolli venivano impressi dove veniva pagato il dazio lettere, quindi sia in partenza che in arrivo ed anche in transito (bolli di strada)

Lettera da Venezia per Conselve del 15 gennaio 1790 raccolta dal Corriere lungo il tragitto e timbrata con il timbro CFCV (COMPAGNIA FEDELISSIMI CORRIERI VENETI)

CFCV 001.jpg

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Il trasporto della Posta da parte dei Corrieri Veneti prosegue quindi negli anni e nei percorsi stabiliti, fino a quando, nel 1793, alla scadenza dell'ormai trentennale gestione della Posta da parte dell'Impresa Generale delle Cavallerie la Compagnia perde incredibilmente l'appalto per l'inoltro delle corrispondenze all'interno dei territori della Serenissima.
Il nome nuovo che si affaccia quindi sullo scenario postale veneziano è quello di Girolamo Corticelli che con dei Compagni ne assume la gestione fino ad allora appannaggio della Compagnia dei Corrieri Veneti.
La Condotta Girolamo Corticelli e Compagni assunse la gestione di tutte le Poste dello Stato Veneziano nonchè della riscossione del dazio per un periodo di otto anni con inizio il 13 febbraio 1794 e termine il 31 gennaio 1802.
Il primo passo innovativo derivante da questa nuova gestione fu l'uniformità dei bolli da parte di tutti gli Uffici, con l'adozione di un bollo ovale raffigurante nella parte superiore l'immagine di un LEON IN MOECA (con un disegno molto stilizzato ed approssimativo) e nella parte inferiore il nome della località di spedizione.

LETTERA PRIVATA PER VENEZIA CON TIMBRO DI TASSA A CARICO DEL DESTINATARIO (1 soldo per il porto + 1 soldo per il dazio)

corticelli_lettera privata 001.jpg

Dopo la prima calata dei Francesi e la conseguente caduta della Republica di Venezia (12 maggio 1797) e la successiva prima occupazione Austriaca (18 gennaio 1798) Girolamo Corticelli fu nominato dalle Autorità Austriache come Direttore Amministrativo della Regia Amministrazione delle Cavallerie che praticamente andò a sostituire l' Impresa Generale delle Cavallerie già vista durante il dominio veneziano.
La gestione Corticelli continuò a gestire il servizio postale fino al 1806, anche se in maniera disastrosa e tale da provocare l'aumento del dazio lettere.
Di Girolamo Corticelli, comunque, contrariamente alle notizie che lo volevano già uscito di scena nel 1806, troviamo traccia anche nel 1807, nelle vesti di Controllore Generale delle Poste.

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FINE DELLA PRIMA PARTE
....e se siete arrivati fino a qui devo farvi i miei più sentiti ringraziamenti per la pazienza che avete avuto nel leggermi!
Scusate se mi sono dilungato troppo, ma per capire qual'è stato il senso dell'introduzione del BOLLO POSTALE certi passaggi non potevano essere omessi.

Volevo inoltre segnalare tre pubblicazioni che posono essere di completamento a ciò che è stato trattato.
Una è di carattere generale e si intitola GUIDA ALLA PREFILATELIA di Adriano Cattani edita dalle Edizioni Elzeviro_Padova nel 2008, un piccolo manuale che spiega in maniera molto semplice le nozioni basilari della prefiatelia.

Le altre due sono un approfondimento per chi volesse saperne di più sulla Posta della Repubblica di Venezia:

VENEZIA_I LUOGHI DELLA SCRITTURA E DELLA POSTA DAL XII AL XVIII SECOLO di Franco Rigo, Edizioni Elzeviro, Padova 2008.
L'ultima fatica di Franco Rigo, fervido narratore di storie di posta veneziane che qui si concentra sugli uffici postali al tempo dei Corrieri Veneti con illustrati molti documenti e lettere dell'epoca. Al libro ho collaborato anch'io dove ho scritto il capitolo n.21, Repubblica di Venezia:La Stazione di Posta di Mestre.

REPUBBLICA DI VENEZIA di Paolo Vollmeier RDP, Paolo Vollmeier Editore, Castagnola 2003. Un'opera decisamente sontuosa del più grande esperto di prefilatelia della repubblica di Venezia, articolata in due volumi. Il primo dedicato alla storia e al trattamento delle lettere con particolare attenzione alla descrizione delle tariffe e decreti. Il secondo è un catalogo dei bolli con la descrizione dei tipi per ogni ufficio e le immagini dei bolli originali e falsi.

Tutti e tre i volumi sono reperibili da Vaccari, se non li trovate per quelli di Cattani e Rigo potete rivolgervi a me.

a VALVERDE

Per quanto riguarda il LOMBARDO VENETO, come avrai letto, è il terzo capitolo....se qualcuno non arriva prima...ABBI PAZIENZA

E un ringraziamento particolare a SAN LUCA BOLDRINI da Livorno che mi è venuto in aiuto quando per postare tutta questa roba stavo per combinare un casino inenarrabile

[lleigor]

Ti faccio i miei complimenti ed attendo, anche per la PREFILATELIA DEL VENETO, la prossima puntata.
Saluti

[prefil]

Bravo Andrea! I miei più sinceri complimenti.


Luca

[valverde]

Grazie Andrea per aver condiviso la tua "sapienza", è tutto così interessante e nuovo per me che non sarà un grande impegno metterci un po' di pazienza. E scusate la rima.

[agrome]

Complimenti e grazie per le informazioni!!!!

Andrea

[TuttoToscana]

Posso solo ribadire anche io i complimenti e ringraziarti per aver ampliato i miei lavori e quelli di Hyron. Grazie ancora.

[MisterPrefilatelia]

Introduzione veramente lodevole, molto bravo

[hyron2000]

E siamo a 3. Veramente complimenti per l'articolo ed il coraggio. Il tuo, così come spero di quelli che ti seguiranno, è il mio modo di intendere il vero invito alla prefilatela, notizie e considerazioni che non troverai mai su alcun catalogo o come risposta da un pluriveterano del settore. Condivido in pieno che nessuno è professore e tutti siamo degli allievi. Benvenuto e ancora grazie per il tuo contributo.

[Guido Morolli]

Ho letto tutto...mi è piaciuto molto il tuo lavoro
complimenti Andrea

Guido

[Marco Occhipinti]

Ciao Andrea, e complimenti per la trattazione, sintetica e chiara.

Due pezzi relativi al periodo che hai trattato sinora.

In alto, da Padova a Venezia, 1776 (periodo: Serenissima), tassa di 2 soldi: è normale l'inchiostratura rossa?

In basso, da Venezia Adriatico a Padova, 1801 (periodo: austriaco), tassa di...? 8 soldi??

[francesco luraschi]

marco, la tua domanda e'rivolta ad una persona ben precisa quindi mi sembra il caso di intervenire solo dicendoti che la lettera non e'del periodo austriaco bensi'francese. controlla la data nel testo, dovrebbe essere 1808 o 1809


francesco

[Marco Occhipinti]

Ciao Francesco, mi complimentavo con Andrea per il topic, ma le mie domande sono rivolte a chiunque abbia la pazienza e la voglia di intervenire, ci mancherebbe

Ecco una scansione del testo:

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In basso a sinistra leggo "Venezia xx Agosto 1801"; se l'ultima cifra non è un 1, allora mi sembra essere un 7: è così? E, mentre ci siamo, riuscite ad interpretare il giorno?
Immagino che la certezza sul periodo napoleonico e non austriaco, in assenza di altri elementi, derivi dal bollo: è così? Era un bollo in dotazione in periodo napoleonico?

Per quanto riguarda la prima busta del 1776, leggo sul bellissimo volume di Rigo segnalato da Andrea che sono note solo due buste con il segno 2 di tassazione in inchiostro rosso. E' così?

Grazie e