Art.4
Importi in lire contenuti in norme vigenti
1. A decorrere dal 1° gennaio 1999, quando un importo in lire contenuto in norme vigenti che stabiliscono tariffe, prezzi amministrati o comunque imposti non costituisce autonomo importo monetario da pagare o contabilizzare ed occorre convertirlo in euro, l'importo convertito va utilizzato con almeno:
a) cinque cifre decimali per gli importi originariamente espressi in unita' di lire;
b) quattro cifre decimali per gli importi originariamente espressi in decine di lire;
c) tre cifre decimali per gli importi originariamente espressi in centinaia di lire;
d) due cifre decimali per gli importi originariamente espressi in migliaia di lire.
questa è la norma che stabilisce le norme contabili per gli arrotondamenti. C'è da dire che il passaggio lira/euro determinò una serie di problemi non piccoli specialmente per la redazione di bilanci e conti consuntivi per i quali, ricordo, si ammise l'incongruenza fino a 2 centesimi proprio per l'impossibilità di far quadrare i conti derivanti dalla somma delle singole poste e dalla conversione del totale.
Per i francobolli è possibile che ci sia stato un Decreto apposito, ma in questo momento non riesco a trovarlo.
Il fatto che il foglio di francobollo da 0,41 riportasse la scritta "il foglio vale lire 9600 - € 4,96" mi fa pensare che le Poste adottassero lo stesso criterio, infatti 800 lire = 0,413 arrotondato a 0,41, invece 9600 = 4,957 arrotondato a 4,96. Sono perfettamente d'accordo che si tratta di un'anomalia ma, d'altra parte, come fare altrimenti? Se sul bordo del foglio avessero scritto 9600 = 4,92 avrebbero scritto una inesattezza e mettere solo il valore in euro non si poteva per legge, di qui il doppio calcolo in cui, con buona pace di Totò, la somma non fa il totale!

