
Consigli?
Erik ha scritto:Ciao,
benvenuto innanzitutto![]()
Il metodo più immediato, a parte le differenze nel metodo di stampa, è guardare le dimensioni: quelli della seconda serie sono più piccoli di quelli della prima e della terza![]()
DeLaRue ha scritto:Erik ha scritto:Ciao,
benvenuto innanzitutto![]()
Il metodo più immediato, a parte le differenze nel metodo di stampa, è guardare le dimensioni: quelli della seconda serie sono più piccoli di quelli della prima e della terza![]()
grazie anche a te del benvenuto!![]()
ed ecco che è venuto fuori l'argomento "metodo di stampa", avresti un link nel quale si spiegano e mostrano le particolarità di ogni metodo di stampa?
per dimensioni allora direi ch esono 3^ serie, poichè circa grandi come quelli della prima
DeLaRue ha scritto:... mi presto volentieri all'indovinello (per righe, da sx verso dx):
I, III, I, II,
II, I, I, III,
I, II, III, III
mikonap ha scritto:E' interessante fare notare che il 20 cent (sass 107 e 109) ha lo stesso conio del 2°tipo (1909 Sass 86). Come si può vedere dalla sovrapposizione che cointide in tutti i particolari, escluso ovviamente la cifra, contrariamente a quanto avveniva sovrappondo, a partire dall'angolo superiore sinistro, 1° e 3° tipo - sass 80 e 96 - simili per dimensione di vignetta (in azzurro e rosso gli elementi di discordanza)
Evidentemente il Re gradiva di più l'immagine giovanile.![]()
michele
karkostas ha scritto:il fb tipografico ad imitazione del calcografico eseguito dal Repettati ed emesso il 1° giugno 1909 aveva un fondino di sicurezza spesso molto evidente. Infatti come il precedente non veniva stampato su carta filigranata (se si esclude la filigrana d'angolo ...) e per ovvi motivi veniva sottoposto a questa operazione.
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Quando i francobolli stampati dall'Officina Calcografica Italiana cominciano a scarseggiare, si pone il problema del loro riassortimento: da un lato all'Officina Carte Valori di Torino non sono ancora arrivate le macchine per la stampa calcografica, dall'altro non si vuole ricorrere nuovamente all'industria privata.
Viene così deciso di far stampare la nuova fornitura a Torino, usando la tecnica tipografica in modo che imitasse la stampa calcografica.
Per ottenere questo ci si rimette alla perizia di Alberto Repettati che ottiene un'incisione tipografica che imita, in rilievo, i tratti, le linee incrociate, i puntini, gli ombreggi, tipici dell'incisione calcografica.
Ma la stampa in calcografia ha un'altra caratteristica: quella di presentare la superficie della carta con una leggerissima velatura. Per imitare questo velo di colore, i tecnici dell'Officina Carte Valori eseguono due passaggi in stampa ai fogli: con uno stampano un rettangolo pieno (ripetuto 400 volte nel foglio, quante sono le vignette) di un tenue colore grigio verdastro (che deve dare l'impressione della velatura calcografica), con il secondo stampano la tavola tipografica con l'impronta del francobollo. Nasce in questo modo il secondo tipo Michetti, noto anche come "secondo Michetti a destra".
mikonap ha scritto:Trovo anche molto intrigante che il 2° Michetti a destra somigli nel volto, più che agli altri due calcografici (precedente e successivo), alla serie tipografica, con volto rivolto a sinistra, dell'anno precedente.
Penso che tutto ciò meriti un approfondimento.
michele