C'era una volta...Italiani al di la dell'Adriatico

Forum di discussione sulle emissioni e la storia postale delle Colonie italiane, degli Uffici all'estero, di Fiume, delle Occupazioni italiane della I e della II Guerra mondiale e delle Occupazioni straniere di territori italiani
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Luigi Vianelli
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C'era una volta...Italiani al di la dell'Adriatico

Messaggio da Luigi Vianelli »

C'erano una volta - e ci sono ancora - degli italiani al di là degli attuali confini orientali del nostro paese. Da dove venivano? Erano autoctoni, nel senso che lungo le coste orientali dell'Adriatico fin dall'alto medioevo sono attestate delle comunità neoromanze, poi mescolatesi con i popoli slavi ma rimaste comunque vitali fino all'inizio del plurisecolare predominio veneziano (dal 1409 al 1797), e poi rivitalizzati dai movimenti di popolazioni interni al multiforme impero veneziano. Quanti erano questi neoromanzi/italiani? Difficile dirlo con esattezza. Diciamo che all'inizio della Grande Guerra erano un paio di centinaia di migliaia abbondanti (escludendo dalla conta e dal ragionamento Trieste). Ai tempi dell'Impero Austroungarico vivevano in gran parte delle isole e in tutti i centri maggiori della costa, dalle sparute unità alle decine di migliaia a Fiume, Pola e Zara.

Con l'inizio delle lotte nazionali, gli italiani soggetti all'impero crearono una propria associazione - chiamata "Pro Patria" - che sotto la scorza di attività culturali e di svago propugnava l'irredentismo. Chiusa dalle autorità austriache nel 1890, l'associazione risorse l'anno successivo col nome di "Lega Nazionale". Per evitare di essere nuovamente colpita, ricopiò quasi parola per parola il proprio statuto dal coevo statuto di un'associazione tedesca.

I finanziamenti arrivavano in parte - sotto traccia - dal Regno d'Italia, ma in parte da una serie di attività sociali con annessa raccolta fondi: balli, fiere, mostre eccetera eccetera. Un altro modo di approvigionarsi era quello di vendere delle cartoline e degli erinnofili. Non è quindi raro trovare questi "francobolli della Lega".

Ecco un erinnofilo applicato al verso d'una cartolina "Pro Lega Nazionale"
img078-01.jpg


Ed ecco i due modelli di "francobolli" utilizzati: il primo - più largo - rappresenta due bimbi vestiti da scolari ai lati di una donna - raffigurante la Madrepatria, al di sotto di una quercia sulla quale campeggiano i simboli delle località "italiane" (o "presunte italiane") dell'Austria: Dalmazia, Istria, Trieste, Gorizia, Trento. Il secondo - più stretto - è quello della cartolina: la Madrepatria dietro un'ara che plasticamente rappresenta il motto latino "alere flammam" e cioè "mantenere viva la fiamma":
IMG2.jpg
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(continua...)
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cirneco giuseppe
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Re: C'era una volta...

Messaggio da cirneco giuseppe »

:clap: :clap: :clap: :clap:

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Giorgio Zaffaroni
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Re: C'era una volta...

Messaggio da Giorgio Zaffaroni »

Molto interessante :clap: Ciao: Ciao: Ciao:
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Luigi Vianelli
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Re: C'era una volta...

Messaggio da Luigi Vianelli »

(seconda puntata)

Gli erinnofili della Lega Nazionale rimasero degli unicum per l'area di cui stiamo parlando, che alla fine del XIX secolo / inizi del XX apparteneva integralmente all'Impero Austroungarico: alla parte ungherese la città di Fiume, all'Austria il resto. Il Regno di Croazia - per il tramite dei suoi rappresentanti - aveva varie volte reclamato l'unificazione con la Dalmazia sia pure nel quadro dell'Impero, ma a Vienna non era stato dato corso alla richiesta, per una questione di equilibri nel regno bicipite: la Dalmazia infatti faceva parte della cosiddetta Cisleitania (austriaca), mentre il Regno di Croazia faceva parte della cosiddetta Transleitania, soggetta al Regno d'Ungheria.

Si arriva così alla Grande Guerra. L'Italia a seguito del Patto di Londra (aprile 1915) entra in guerra dalla parte dell'Intesa, essendole stati promessi dei notevoli ingrandimenti territoriali, comprendenti il confine al Brennero, l'Istria, Trieste e tutta la parte nord della Dalmazia.

Durante la guerra, emissioni filateliche rappresentanti le brame italiane non ce ne furono, mentre molte furono le cartoline propagandistiche, da una parte e dall'altra.

Gli austriaci ci comandano di metter giù le mani dalla costa orientale dell'Adriatico:
imm209-01.jpg


mentre noi lo vediamo già rosso di sangue, col vessillo di San Marco (c'è un continuo richiamarsi a Venezia nella propaganda italiana) nuovamente dominante:
imm271-01.jpg


L'Italia vince la guerra e si affretta ad occupare con le sue truppe le terre promesse dal Patto di Londra. Il vero problema è la Dalmazia, visto che sulla sponda orientale dell'Adriatico non c'è più l'Austria, ma uno stato nuovo inviso agli italiani dal nome di "Regno dei Serbi, Croati e Sloveni".

Qui vediamo i primi sbarchi a Lissa (l'isola della famosa battaglia del 1866):
imm011-01.jpg


a Zara:
imm037-01.jpg


a Sebenico:
immagine414-01.jpg


e pure a Fiume, che però non era inserita nel patto di Londra e che creerà un'enorme questione politico/militare che anche filatelicamente produrrà un bel po' di esemplari:
img333-01-01.jpg


E i francobolli?

In realtà, la prima serie di francobolli che in qualche modo riprese un simbolo caro anche ai nostri irredentisti fu emessa in Croazia il 28 novembre 1918: non era ancora stato proclamato il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni (1 dicembre 1918) che a Zagabria venne celebrata la dichiarazione di scioglimento del nesso con l'Ungheria, e quindi coll'Impero, che ebbe luogo il 29 ottobre 1918. Quel giorno i rappresentanti croati proclamarono lo "Stato degli Sloveni, Croati e Serbi" (che non è il Regno sopra indicato e che ebbe vita breve).

Ecco la serie di quattro valori:
IMG_0004.jpg
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IMG_0002.jpg
IMG_0005.jpg


L'iconografia è chiara: uno schiavo - rappresentato nel quadro di una decorazione in stile liberty - si libera a forza dalle catene che lo trattengono. Al di sotto, ecco il simbolo che anche noi italiani consideravamo all'epoca "nostro": all'interno dello scudo croato in alto a sinistra si vedono infatti le tre teste di leopardo, simbolo storico della Dalmazia.

Ma la Dalmazia non doveva andare in gran parte all'Italia?

(segue)
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Luigi Vianelli
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Re: C'era una volta...

Messaggio da Luigi Vianelli »

(terza puntata)

Mentre gli italiani occupano le terre loro promesse dal patto di Londra e in aggiunta ci mettono pure la città di Fiume, il 1 dicembre 1918 nasce il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni che sostituisce il precedente Stato degli Sloveni, dei Croati e dei Serbi, non riconosciuto nemmeno dal Regno di Serbia.

Truppe serbe entrano in Dalmazia prendendo possesso delle località non occupate dall'Italia: inizia un lungo periodo di turbolenze non solo diplomatiche, che causeranno uccisioni e controuccisioni. Oltre a Fiume, l'attenzione italiana si concentra sulla città di Spalato, abitata da una comunità italiana autoctona di circa 2000 persone.

Si stampano delle cartoline di propaganda con fantasiose percentuali di italiani a giustificare le nostre richieste:
imm213-01.jpg


Militari italiani nella zona di Zara avvertono gli amici "presto avremo finito":
img1340-01-01.jpg


Nel frattempo - siamo a gennaio del 1919 - i croati emettono una serie di dieci valori dedicati alla Croazia e alla Dalmazia. Nel bozzetto iconograficamente più interessante per i nostri discorsi si vede un marinaio che si avvicina alla costa dalmata con una flotta sospinta da vele che sono bandiere del nuovo Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, anche se in realtà questi francobolli presentano solo la dizione "Drzavna posta - Hrvatska" e cioè: "Posta statale - Croazia:
IMG_0001a.jpg


A marzo del 1919 anche a Lubiana - in Slovenia - si stampa una nota serie di francobolli: otto valori dall'iconografia già utilizzata mesi prima dai croati: un uomo si libera dalle catene, mentre sullo sfondo s'intravede una montagna: è il monte Triglav (Tricorno). Della serie presento il valore da 30 Heller. Qui apriamo una parentesi: fino ad adesso i francobolli croati utilizzano ancora i valori espressi in corone ungheresi (divise in cento filler), così come i francobolli sloveni utilizzano i valori espressi in corone austriache (divise in cento Heller): i francobolli in dinari - la moneta scelta dagli jugoslavi in seguito - appariranno solo nel 1920:
IMG_0001b.jpg


(segue)
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marcadabollo

Re: C'era una volta...

Messaggio da marcadabollo »

Grazie Luigi: stai facendo riaccendere una mia vecchia passione!
Michele
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Luigi Vianelli
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Re: C'era una volta...

Messaggio da Luigi Vianelli »

Grazie a te. La storia però continua Ciao:
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Luigi Vianelli
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Re: C'era una volta...

Messaggio da Luigi Vianelli »

(quarta puntata)

Siamo arrivati al 1919: non si sono ancora spenti i fuochi della Grande Guerra che già si affilano le lame per altre battaglie, diplomatiche e non. Mentre in varie parti d'Europa - come nei paesi baltici o in Carinzia - le armi continuano a crepitare opponendo in genere tedeschi o austriaci riuniti in reparti raffazzonati a neoeserciti dei nuovi stati nazionali, ogni paese vittorioso urla più forte degli altri per reclamare la propria fetta di territorio alle successive trattative di pace: territorio sul quale - quasi inevitabilmente - opererà in seguito una pulizia etnica più o meno radicale.

I paesi sconfitti invece si macerano nel risentimento, mettendo così solidissime radici per le successive pulsioni bellicistiche che esploderanno pochi lustri dopo nel disastro della seconda guerra mondiale.

Filatelicamente parlando, la storia dei confini orientali d'Italia conosce una delle stagioni più pazze, con l'avventura fiumana di d'Annunzio sulla quale non mi soffermo avendo appena iniziato ad approcciarla in punta di piedi.

Invece il resto dei paesi interessati - dal punto di vista della produzione di francobolli autonomi iconograficamente legati a quelle terre - più o meno tace: l'Italia si limita a proporre valori soprastampati, senza celbrare o rappresentare nulla. Stessa cosa la Jugoslavia.

Ben diversa è la situazione dal punto di vista delle cartoline, che sono autoesplicative e spesso rappresentano degli eventi locali.

Ecco un paio di esempi:
img084-01.jpg

La città di Lugo di Romagna consegna a Capodistria il vessillo tricolore. Credo che il gemellaggio Lugo-Capodistria sia stato dovuto al fatto che in queste due località nacquero due dei più famosi eroi italiani della Grande Guerra, rispettivamente Francesco Baracca e Nazario Sauro.

imm129-01.jpg

Questa cartolina - viaggiata a gennaio del 1919 - rappresenta invece un "sogno non esaudito" dell'Italia: un alpino e sullo sfondo la cittadina di Lissa sull'omonima isola, che dopo il trattato di Rapallo del 12 novembre 1920 andrà al Regno dei Serbi, Croati e Sloveni.

La prima serie espressamente dedicata - dal punto di vista del soggetto rappresentato - a quelle zone fu emessa nel Regno d'Italia il 5 giugno 1921 e celebrò l'annessione della Venezia Giulia. Il bozzetto rappresenta l'antico stemma comunale di Trieste cerchiato dalla scritta "Annessione Venezia Giulia - 5 gennaio 1921" in caratteri rinascimentali capitali, s'un artistico sfondo. La serie fu venduta solo a Trieste, e quel giorno presso le Regie Poste si scatenò un vero e proprio subbuglio, con qualche centinaio di filatelici che cercarono d'accaparrarsi i francobolli.

Ecco uno dei libretti venduti in quell'occasione:
IMG_0002a.jpg

IMG_0001b.jpg


Ed ecco la stessa serie, in quartine:
IMG_0001c1.jpg

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(continua)
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cirneco giuseppe
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Re: C'era una volta...

Messaggio da cirneco giuseppe »

Luigi è un piacere leggerti!
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Luigi Vianelli
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Re: C'era una volta...

Messaggio da Luigi Vianelli »

(quinta puntata)

Fra il 1919 e il 1920 vengono chiuse tutte le più importanti trattative postbelliche relative ai confini. Per quel che riguarda i confini orientali d'Italia, si pensò di risolvere il problema creando col trattato di Rapallo fra Regno d'Italia e Regno dei Serbi, Croati e Sloveni lo Stato Libero di Fiume, ma come sappiamo questo stato ebbe una vita molto travagliata (per usare un eufemismo), che cesserà nel 1924 col trattato di Roma che prevederà la spartizione del suo territorio e l'annessione all'Italia della città di Fiume (non proprio tutta, ma quasi).

Non è però che con i trattati le questioni siano risolte. Alcuni paesi covano un feroce risentimento. Per l'Adriatico orientale, sia la Jugoslavia che l'Italia che l'Ungheria si ritengono defraudate.

Ecco una cartolina ungherese che non ha bisogno di spiegazioni:
scansione0066-01.jpg


Anche da noi si usa la propaganda (nasce il mito della "Vittoria mutilata") per il mezzo delle cartoline:
imm277-01.jpg

Questa cartolina - viaggiata nel 1921 - invita a non dimenticare la Dalmazia, e cioè quelli che "restaro dietro" (si usa Dante a piene mani, in questo periodo), mentre Zara (il suo scodo è in basso a sinistra) è entrata a far parte del territorio nazionale.

Il primo paese però ad emettere una serie di francobolli iconograficamente dedicata ad un fatto accaduto in queste terre subito dopo i trattati di pace è... San Marino.

Non tutti sanno che San Marino - il santo - era un dalmata, per la precisione dell'isola di Arbe. Nel 1922 era nato il Partito Fascista Sanmarinese, che in poco tempo sarebbe andato al potere nella Repubblica del Titano. Il 6 agosto del 1923 - alla presenza di Italo Balbo - una rappresentanza di rifugiati italiani da Arbe consegna alla Repubblica la bandiera italiana del comune di Arbe, portata dalle nostre parti dopo esser stata trafugata. Il francobollo spiega tutto:
IMG7a.jpg

A sinistra una veduta di Arbe con i suoi caratteristici campanili, a destra il monte Titano, al centro la bandiera con due cartigli: "Spes" (speranza) e "Fides" (fede).

Viene fatto un giuramento: la bandiera sarà riportata ad Arbe quando tornerà italiana.

Facciamo subito un balzo in avanti di diciott'anni: nel 1941 l'Italia invade la Jugoslavia. Arbe viene annessa al territorio metropolitano e allora la Repubblica di San Marino il 17 agosto di quell'anno riconsegna solennemente la bandiera, tenuta dal 1923, nel corso di una cerimonia cui parteciparono tutti i meggiorenti locali. Viene emessa una serie di francobolli di dieci valori di posta ordinaria, più cinque di posta aerea. I bozzetti sono tre:
IMG12.jpg

La bandiera di San Marino e quella italiana di Arbe sventolano sulla torre veneziana di Arbe di nome Gajarda.

IMGa.jpg

Una nave veneziana si avvicina ad Arbe inalberando la bandiera italiana.

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Un aereo sorvola Arbe.

(continua)
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eugenioterzo
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Re: C'era una volta...

Messaggio da eugenioterzo »

Posto tre lettere dove al retro sono incollate le vignette che hai postato all'inizio, una busta mi sembra più interessante, il soggetto che ha messo le etichette l'ha sistemate in modo da sembrare il tricolore, infatti si vede rosso spazio vuoto bianco e dopo il verde, cosa ne pensi.
Eugenio
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Re: C'era una volta...

Messaggio da Luigi Vianelli »

eugenioterzo ha scritto:Posto tre lettere dove al retro sono incollate le vignette che hai postato all'inizio, una busta mi sembra più interessante, il soggetto che ha messo le etichette l'ha sistemate in modo da sembrare il tricolore, infatti si vede rosso spazio vuoto bianco e dopo il verde, cosa ne pensi.
Eugenio


Interessanti le tue lettere: la posizione dei tre erinnofili mi dà l'opportunità di ricordare che essi erano infatti chiamati anche "chiudilettera".

Non so se chi ha messo i tre "francobolli della Lega" avesse l'intenzione di riprodurre il Tricolore: se l'ha fatto, ha comunque sbagliato l'ordine, giacché il verde sta a sinistra e il rosso a destra. Però nella mia collezione ho anche una cartolina della Lega sicurissimamente filoitaliana, con una piccola bandiera aggiunta a china... col rosso a sinistra!

Eccola qua:
img089-01-01.jpg


Il disegno non si capisce molto con questo ingrandimento, comunque sia è un treno che da Umago (luogo da cui parte la cartolina) arriva a Venezia, addobbata col piccolo tricolore a colori invertiti.

In realtà, anche la geografia non era proprio il punto forte dell'autore della cartolina, visto che Venezia è posizionata più o meno a Sottomarina (località vicino a Chioggia), fuori della laguna.

Luigi

PS Su questa storia del tricolore, aggiungo un piccolo aneddoto. Nel 1907 si tenne a Pisino una mostra d'arte. Dal mio sito riporto la descrizione, al cui interno c'è anche una cosina relativa al verdebiancorosso:

Tenutasi presso il Castello dei Montecuccoli dal 19 maggio al 9 giugno 1907, la Mostra d‘Arte fu un evento per tutta la città. Il ricavato era destinato alla Società Sussidiatrice pro Studenti Poveri, ma in realtà lo scopo primario della mostra era quello di manifestare in modo palese l‘italianità di questa importante località istriana, contesa da decenni fra italiani (maggioranza entro le mura cittadine) e croati (maggioranza nel complesso del comune). Il comitato promotore, presieduto da Carlo Baxa di Lindaro, previde mostre di pittura, fotografia, agopittura e ricamo, nonché concerti in piazza, banchetti, spettacoli pirotecnici, fiaccolate, serate di varietà, addobbi floreali, una lotteria e perfino un raduno ciclistico. Si diedero convegno a Pisino italiani da tutta l‘Istria e un nutrito gruppo di triestini. Per impressionare maggiormente i convenuti, il viale che conduceva dalla stazione dei treni al centro città venne sistemato con ippocastani che producevano fiori di due diversi colori - rosso e bianco - così da formare col verde delle foglie una bandiera tricolore estesa più di un chilometro. Non mancarono grosse frizioni con i circoli croati, ma tutto sommato la Mostra procedette in modo tranquillo e con grandissimo successo, tanto da meritarsi articoli di giornali e cartoline ricordo. Nel 1971, la Famiglia Pisinota (associazione che raccoglie gli esuli sparsi per il mondo) mandò alle stampe un libro sulla Mostra, a cura di Nerina Feresini.
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eugenioterzo
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Re: C'era una volta...

Messaggio da eugenioterzo »

Hai notato la seconda busta, ha la dentellatura al centro, è sicuramente una varietà, ne hai qualcuna con dentellatura simile?

Eugenio
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Luigi Vianelli
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Re: C'era una volta...

Messaggio da Luigi Vianelli »

eugenioterzo ha scritto:Hai notato la seconda busta, ha la dentellatura al centro, è sicuramente una varietà, ne hai qualcuna con dentellatura simile?

Eugenio


No, non ne ho: io in realtà ho cercato di prenderne uno per colore dei due tipi, avendo finora individuato i colori verde, rosso, viola, azzurro e marrone.

L.
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moebius
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Re: C'era una volta...

Messaggio da moebius »

Caro Luigi, ti leggo solo oggi.

Ma sono rimasto affascinato!

:clap: :clap: :clap:

Con un caro saluto
Ciao:
Roberto
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Cinzia62&
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Re: C'era una volta...

Messaggio da Cinzia62& »

:clap: :clap: :clap: Grazie Luigi!
Ciao: Cinzia

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