Sul Bollettino Prefilatelico 113 vi è l'interessante articolo di Thomas Mathà "Lo Stato Pontificio come importante intermediario nelle relazioni postali tra l'Italia meridionale e gli Stati del Nord- TRANSITO PER LO STATO PONTIFICIO" dove vengono mostrate alcune lettere partite dal LV e dall'Austria e dirette a Napoli.
La cosa particolare è che l'autore non prende in considerazione lettere affrancate fino al confine LV-Pontificio e, anzi, per quella da Bergamo scrive che l'affrancatura di c.45 è per la tratta fino al confine napoletano. Di sicuro 9 kr erano necessari per spedire una lettera dall'Austria così come c.45 da Bergamo fino a Ferrara.
Praticamente, come io pensavo anche io inizialmente, ritiene che una lettera per Napoli andasse affrancata fino al confine della Lega postale.
Probabilmente non era così. Le lettere postate in questo topic e quelle di Massimiliano.
Dalla lettura delle lettere sembra che a Napoli tassassero un po' a caso. Ecco due esempi:
-Venezia-Napoli tassata 45 grana come lettera di due fogli in arrivo dai Paesi austriaci e non dal LV
-Lodi-Napoli tassata 21 grana come lettera semplice in arrivo dai Paesi austriaci e non dal LV
Resta da spiegare come sia stata possibile un'affrancatura parziale tra due Paesi aderenti alla lega postale. Mi è sembrato di cogliere all'articolo XV un dettaglio importante:
"
Art. XV. Rimane abbracciato reciprocamente il principio stabilito nell' articolo VIII della Convenzione fondamentale sull' abolizione di qualunque diritto dí transito per le corrispondenze circolanti entro il territorio dalla lega postale austro-italica, a misura che si associeranno alla medesima anche gli altri Stati italiani.
Sino a che non avranno acceduto gli altri Stati italiani alla lega postale austro-italica per le loro corrispondenze a cui dà passaggio il Governo pontificio, rimangono in sua facoltà le trattative coi medesimi.
"
Ovvero se la corrispondenza era diretta verso Paesi non aderenti ci si poteva rifare ad accordi precedenti e/o bilaterali.
Thomas Mathà accenna agli accordi precedenti. Per quelli tra Pontificio e Napoli scrive della gravosità degli impegni per Roma rimandando i particolari alla lettura de "Strade, corrieri e poste dei papi dal medioevo al 1870" dove M.Gallenga pubblica i dettagli (pag.285)
Per quelli tra l'Austria e Roma viene invece citata la convenzione del 1824 in cui si stabiliva che Vienna passava gratuitamente a Roma le corrispondenze dirette nel Pontificio e a Napoli mentre pagava 20 baj/oncia a Roma per quelle in transito.
Quindi non è detto che Roma lavorasse sempre in perdita.
Ora le domande che faccio, anche a me stesso, sono queste:
- Per le corrispondenze tra l'Austria e Napoli valeva quanto scritto nella convenzione della lega postale?
- E'sicuro che non solo la tassa di 10 grana ma anche quelle di 19 e 23 comprendessero effettivamente un diritto di transito pontificio?
Alla luce di quanto sopra sembrerebbe di no e che tutto andasse in ogni caso a favore di Napoli.
Resta però da spiegare il significato del bollo TRANSITO PER LO STATO PONTIFICIO...
Ma quanti dubbi

... se qualcuno può dare una mano gli sono grato

e Buona domenica
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.