Personalmente ritengo che proprio il 23 marzo si siano decise le modalità di preparazione, confezione e distribuzione e che subito si sia provveduto a tradurre in caratteri tipografici quanto scritto a penna mantenendo la data originale. La stampa del documento non dovrebbe avere richiesto molto tempo: le pagine sono composte di caratteri tipografici semplici a parte un ornato nella parte superiore. I moduli in fondo relativi all'acquisto da parte dell'economato di Vienna dei fogli in arrivo dalla stamperia di stato e la loro vendita alle direzioni periferiche (non agli uffici!) sono lastre semplici approntabili in poche ore.
Tuttavia va ricordato che in precedenza l'amministrazione postale aveva diramato agli uffici periferici due circolari in cui veniva menzionato il taglio da 12 carantani. In seguito alla decisione del 23 marzo però le autorità, onde risparmiare tempo e denaro nella ristampa, chiederanno agli impiegati di correggere a penna il 12 in 9.
Quanto al de Frank: la sua ipotesi può nascere dal fatto che ancora nel maggio 1850 i giornali italiani, e probabilmente anche quelli in lingua tedesca, riportavano il valore da 12 carantani tra i bollini di prossima emissione. Forse il de Frank ha letto uno di questi.
Una curiosità: un giornale triestino del gennaio 1850 scriveva che "correva voce" che presto sarebbero stati introdotti dei nuovi "suggelli" da apporre alle lettere. Sarebbero stati 5 o 6 con tagli da 1 fino a 12 carantani (!). Il peso della lettera semplice sarebbe stato fino a 3/4 di lotto...
