In un altro Topic si parla di fascette ed allora m'è venuto in mente che è una vita che ho questo oggetto.
L'apparenza mi dice che è una fascetta per documenti, visto che come destinatario è indicato il Presidente del tribunale civile di Brescia. E' formato da 4 strati di carta senza alcuna scritta interna. Manca il mittente ma è normale che manchi? E la tariffa di 20 cent è corretta per questo uso?
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l'altro oggetto di LV di cui scrivi è sicuramente una fascetta anche se non è dato sapere cosa contenesse: potrebbero essere state delle circolari o stampati generici così come giornali visto il destinatario. L'affrancatura avveniva con normali francobolli secondo convenzione essendo i francobolli per giornali riservati agli invii interni.
Ne approfitto per chiedere conferma che non esistono giornali spediti all'estero con francobolli non della postalettere.
Se, come mi sembra, questa è una fascetta il mittente potrebbe essere stato scritto sull'allegato. Nel 1875 la tariffa per le stampe generiche era di 2 cent/40 grammi, quella per stampe periodiche e giornali 1 cent/40 grammi o 2 cent se inviati singolarmente.
Probabilmente era un invio multiplo.
Il fatto che spesso fascette e contenuto siano stati separati per ovvie ragioni è un ostacolo all'approfondimento del settore.
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francesco luraschi ha scritto:"Lettera di accompagnamento" inteso come foglio allegato all'interno e poi separato nel tempo?
Penso di si, non sono molto pratico di questo genere di oggetti e vado a braccio. Penso ci sarebbe dovuto essere un elenco dei documenti o delle istruzioni per "l'uso".
la lettera di accompagnamento era una cosa diversa. Il foglio allegato se la lettera non raggiungeva il peso del porto minimo non influiva sulla tariffa.
Probabilmente era quindi una lettera normale affrancata in tariffa piegata in modo tale da contenere il foglio aggiuntivo. La confezione tubolare può quindi essere casuale. Ne ho pure io qualcuna ante 1850
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Ciao Pino, cerco di aggiungere qualcosa al tuo quesito.
A pag. 108 del Trattato Storico Postale d'Italia di Serra - Zanaria si dice che, a seguito dell'introduzione della Legge 5 Maggio 1862, data la difficoltà nello stabilire il trattamento tariffario delle stampe, di natura estremamente diversa, la Direzione Generale delle Poste precisò che:
"- Un piego si stampe che contenesse anche delle carte manoscritte (Bullettino Postale n.2, febbraio 1863) doveva essere interamente trattato e tassato come piego di carte manoscritte, mentre se conteneva internamente o sotto fascia degli scritti a mano, doveva essere considerato e tassato come lettera. A questo proposito, un successivo avviso apparso sul Bullettino Postale n.6 del giugno 1865 precisò che le stampe di ogni genere, tanto per l'interno come per l'estero, dovevano essere tassate come lettere ordinarie, ogniqualvolta si trovassero sotto fascia non mobile, in quanto la fascia fissa poteva nascondere annotazioni a mano. - Gli avvisi a stampa, contenenti oltre alla data ed alla firma, anche alcune cifre numeriche manoscritte, con cui le case di commercio erano solite rammentare ai loro debitori le date e gli importi delle prossime scadenze, dovevano trattarsi come lettere (Bullettino Postale n.4 aprile 1863)"
Occorre a questo punto specificare cosa si intendeva per piego di carte manoscritte; a pag. 110 dello stesso Trattato: "Per carte manoscritte, nel senso della legge postale, si intesero esclusivamente gli atti legali, i documenti e tutti gli altri manoscritti che non avevano carattere di una corrispondenza attuale e personale tra il mittente ed il destinatario".
Riassumendo le tariffe:
1) Giornale o opera periodica: 1 cmo per ogni 40 grammi o frazione 2) Stampe non periodiche: 2 cmi per ogni porto di 40 grammi o frazione
3) Carte manoscritte: 20 cmi per i pieghi fino a 50 grammi e di 40 cmi per quelli da 50 a 500 grammi; oltre questo limite, 40 cmi per ogni 500 o frazione
Queste tariffe rimasero le stesse anche a seguito della successiva Legge 23 giugno 1873 (entrata in vigore dall'1.1.1874).
4) Lettere (scrivo direttamente la tariffa dall'1.1.1874, visto che la tua lettera è del 1875): 20 cmi per ogni 15 grammi o frazione
Fatta questa lunga premessa (che sembra complicata ma non lo è), la tua lettera rientra nella casistica di cui al precedente punto 3. Il mittente sarà stato sicuramente evidente dall'intestazione delle carte manoscritte di carattere legale che la fascetta conteneva.
Nel post cui tu fai cenno la discussione nasce dal significato letterale di fascetta: striscia di carta che avvolge qualcosa, per cui dovrebbe essere aperta sui lati superiore ed inferiore, ovviamente solo chi l'ha davanti a sè può stabilirlo con certezza.
Spero di non averti annoiato troppo, un cordiale saluto.
Enrico Flaminio ____________ Colleziono usi postali e fiscali dell'emissione De La Rue