Mestre fu liberata una prima volta dagli italiani alla fine di luglio del 1866: riprova ne è questo frammento
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appartenente alla collezione di Paolo Fabrizio, e 1866 non può essere altrimenti; vedi la presenza del “ferro di cavallo” andato fuori corso alla fine di luglio del 1867 ma di fatto già sostituito da circa tre mesi dal 20 centesimi dell’aprile 1867.
La posta pertanto presumibilmente riprese a funzionare dal 7 agosto 1866; esistono infatti tre lettere affrancate con il “ferro di cavallo” e annullate con il timbro SI di Mestre tutte lo stesso giorno.
Il 12 agosto 1866, giorno dell’armistizio di Cormòns, fu sancito che Mestre doveva tornare all’Austria; pertanto, in attesa del riapprovvigionamento dei francobolli austriaci, continuarono ad essere usati i francobolli italiani per l’affrancatura della corrispondenza.
Ho in collezione questo frammento del 15 agosto 1866
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(che conservo molto gelosamente e che suscita in me sempre un fascino particolare per il contesto storico in cui si trova, e non solo a me, viste le richieste che ho ricevuto per una sua cessione in altre mani!) che riassume bene quanto detto sopra.
La lettera Mestre/Conegliano (già della collezione Rivolta)
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ha si viaggiato sempre nel Veneto, ma dal Veneto austriaco (Mestre, 30 agosto 1866) al Veneto italiano, già liberato (Treviso, 31 agosto 1866); questo per assolvere i diritti di porto delle due amministrazioni postali diverse.
L’uso del “ferro di cavallo” a Mestre, pertanto, non fu poi così casuale.

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