"Della filatelia prediligo lo studio, le piccole scoperte, le deduzioni logiche"
Rarità vs. Qualità: l'eterno dilemma
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Luca Dermidoff
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Re: Rarità vs. Qualità, l'eterno dilemma
Di quanto detto fino ad ora condivido in pieno soprattutto questa frase di Massimiliano....
"Della filatelia prediligo lo studio, le piccole scoperte, le deduzioni logiche"
Luca
"Della filatelia prediligo lo studio, le piccole scoperte, le deduzioni logiche"
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- valerio66vt
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Re: Rarità vs. Qualità, l'eterno dilemma
Massimo caro,
Che c'entra l'accorpare assieme le due cose!!!
Tutti noi saremmo attratti da Angelina Jolie col cervello della Montalcini ma qui si sta dissertando tra cosa scegliere tra due aggettivi differenti e non accorpati: o qualità o rarità, troppo facile mettere assieme il tutto!!!
Tornando a parlare quindi di francobolli e lasciando stare le pupattole o le bruttine sapientone si sta disquisendo di cosa prediligere tra qualità e rarità non unite tra loro, almeno è questo che mi sembra d'interpretare nel titolo del topic.
Orbene è pacifico che se le due cose sono accorpate nessuno di noi si esimerà dallo scegliere il francobollo raro ed anche con bei margini e fresco.
Ma se la scelta fosse tra lo scegliere un francobollo raro malmesso ed uno comune di splendido aspetto allora la cosa cambia.
Ed io continuerò a scegliere quello raro o particolare malmesso rispetto ad uno più comune ma con bei margini e freschissimo.
Poi ognuno è libero di pensarla come vuole, è questo il bello della vita.
Anzi ti dirò di più, ben vengano gli amanti della qualità estrema, lasciarenno più francobolli rari e magari non perfetti alla mia collezione!
Valerio
Che c'entra l'accorpare assieme le due cose!!!
Tutti noi saremmo attratti da Angelina Jolie col cervello della Montalcini ma qui si sta dissertando tra cosa scegliere tra due aggettivi differenti e non accorpati: o qualità o rarità, troppo facile mettere assieme il tutto!!!
Tornando a parlare quindi di francobolli e lasciando stare le pupattole o le bruttine sapientone si sta disquisendo di cosa prediligere tra qualità e rarità non unite tra loro, almeno è questo che mi sembra d'interpretare nel titolo del topic.
Orbene è pacifico che se le due cose sono accorpate nessuno di noi si esimerà dallo scegliere il francobollo raro ed anche con bei margini e fresco.
Ma se la scelta fosse tra lo scegliere un francobollo raro malmesso ed uno comune di splendido aspetto allora la cosa cambia.
Ed io continuerò a scegliere quello raro o particolare malmesso rispetto ad uno più comune ma con bei margini e freschissimo.
Poi ognuno è libero di pensarla come vuole, è questo il bello della vita.
Anzi ti dirò di più, ben vengano gli amanti della qualità estrema, lasciarenno più francobolli rari e magari non perfetti alla mia collezione!
Valerio
- Antonio Bove
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Re: Rarità vs. Qualità, l'eterno dilemma
Concordo con Valerio!
Antonio
Antonio
Raccolgo tutti i francobolli che reperisco ma le mia preferenza va a quelli della IV emissione di Sardegna e quelli del Regno d'Italia.
Ero già iscritto al vecchio forum ma non ricordo in che data.
Ho deciso di iniziare una raccolta a tema... GATTI
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Re: Rarità vs. Qualità, l'eterno dilemma
Valerio dixit:
Anzi ti dirò di più, ben vengano gli amanti della qualità estrema, lasciarenno più francobolli rari e magari non perfetti alla mia collezione!
Giusto Valerio, io, nei nuovi prediligo quelli senza gomma che normalmente sono più freschi, spesso hanno colori più vivi e, last but not least, si riescono a comprare anche al 10% dei gommati.
Correte a comprare i "gomma integra" e lasciate i linguellati o meglio i senza gomma!!!
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Marino
Sostenitore dal 2010
Beato colui che pianta alberi alla cui ombra non potrà mai sedersi
Colleziono "Numeri 1" dal 1840 al 1860
Colleziono anche prime emissioni di ASI e Cavallini di Sardegna 1819-1820
Marino
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Massimo Bernocchi
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Re: Rarità vs. Qualità, l'eterno dilemma
Anch'io non posso che condividere una vita passata insieme ad una donna di spessore, bella e interessante che ti sorprende...SEMPRE
E TI PIACE TUTTE LE VOLTE CHE LA GUARDI
QUESTA E' LA QUALITA'...
Ci vuole del tempo a capire.......

E TI PIACE TUTTE LE VOLTE CHE LA GUARDI
QUESTA E' LA QUALITA'...
Ci vuole del tempo a capire.......
Gioielli filatelici di Toscana
ASI "the pursuit of perfection"
il mio blog, esperienze di un collezionista e Collezione Unicum
https://gioiellifilateliciditoscana.blogspot.com/
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Re: Rarità vs. Qualità, l'eterno dilemma
Mare o Montagna? Mare
Rosso o Bianco? Bianco
Doccia o Bagno? Bagno
More o Bionde? Fa lo stesso
Roma o Milano? Roma
Treno o Aereo? Treno (purchè sia un FrecciaRossa 1a classe)
Gelsomini o Bouganville? Gelsomini
Caffè o thè? Caffè
In tazzina o al vetro? Al vetro.
....................................
....................................
....................................
Qualità o rarità? Qualità, ... tutta la vita!
Rosso o Bianco? Bianco
Doccia o Bagno? Bagno
More o Bionde? Fa lo stesso
Roma o Milano? Roma
Treno o Aereo? Treno (purchè sia un FrecciaRossa 1a classe)
Gelsomini o Bouganville? Gelsomini
Caffè o thè? Caffè
In tazzina o al vetro? Al vetro.
....................................
....................................
....................................
Qualità o rarità? Qualità, ... tutta la vita!
Stefano T ha scritto:Ma tutto questo dipende solo da noi e dalla nostra personale sensibilità a certi elementi, e dal fatto che traiamo piacere da una cosa piuttosto che dall'altra.
Per me la bellezza è un francobollo che dopo un'ora che lo guardi è molto più bello di un'ora prima
Alcuni francobolli sono di una bellezza inaudita.
Poi riacquisti lucidità, ti avvicini, guardi meglio e ... niente.
Sono proprio bellissimi
Per favore, smettila di cercare di essere interessante. Non ti dona per niente. Sei troppo bello
La bellezza è un enigma
(Fëdor Dostoevskij)
Alcuni francobolli sono di una bellezza inaudita.
Poi riacquisti lucidità, ti avvicini, guardi meglio e ... niente.
Sono proprio bellissimi
Per favore, smettila di cercare di essere interessante. Non ti dona per niente. Sei troppo bello
La bellezza è un enigma
(Fëdor Dostoevskij)
Re: Rarità vs. Qualità, l'eterno dilemma
Questa affermazione prova in modo definitivo come la filatelia abbia parametri valutativi suoi propri, e che ogni accostamento con Veneri di Milo et similia, rischia di falsare le cose, anzichè chiarirle.cirneco giuseppe ha scritto:quindi ci sono rarità che costano moltissimo e rarità che costano pochissimo.
Perchè, nel sentire comune, una rarità è qualcosa disponibile in quantità limitata e sulla quale, contemporaneamente, viene esercitata una sistematica pressione di domanda. Non basta, cioè, che di un certo oggetto ce ne siano pochi esemplari. Deve anche esserci un desiderio costante di possederli da parte di una larga fetta di persone potenzialmente interessate, cosicchè il prezzo tende a mantenersi su livelli piuttosto elevati. Nell'accezzione più diffusa, la rarità deve costare molto, altrimenti non lo è.
Se ce ne sono solo pochi esemplari, ma il prezzo non è alto, quell'oggetto è raro come le conchiglie raccolte ieri sulla spiaggia di Ostia con mia figlia. Un secchiello pieno e - lo credereste? - tutte diverse tra loro, tutte uniche, tutte "rare", perchè, sono pronto a scommeterci, nemmeno se vi girate le spiagge di tutto il mondo riuscirete a trovarne di esattamente uguali. Roba da montarci su un bel catalologo, "Shells Rarities", accompagnando la descrizione di ogni pezzo con "esemplare unico al mondo", se non fosse che la gente penserebbe a una candid-camera, più che a un'iniziativa commerciale.
Ma così non è in filatelia. La filatelià è tutto un fiorire di rarità di ogni sorta: "rara combinazione di colori", "rara destinazione", "unico esemplare noto del 6 cent. con annullo circolare", "raro utilizzo", "solo due coppie note con il raro difetto di clichè", "tinta rarissima", "rare le raccomandate per il distretto", "rare le assicurate per l'estero", "unico esemplare noto con la O al posto dello 0", "rara rispedizione", "rarissimo uso tardivo", ... il tutto a prezzi che spesso hanno il buon gusto di avere solo due zeri e difficilmente oltrepassano i tre.
Certo, perchè in filatelia - caso più unico che ... raro
Va benissimo tutto, per carità. Però, per converso, accettiamo il fatto che anche la qualità, in filatelia, è cosa molto particolare e specifica, che qualunque analogia con altri ambiti è più confusionaria che chiarificatrice, perchè altrimenti, per coerenza, quando si parla di rarità le uniche che si dovrebbe esser disposti a riconoscere sono solo le 20 censite nel Sassone per ogni Antico Stato e tutto il resto sono solo ........... conchiglie!
Tempo fa avevo buttato un occhio a questa lettera
Guardo il prezzo e ... degluttisco a fatica.
Ma la colpa, ovviamente, era mia.
Questa lettera presenta la rarissima caratteristica di ................................
Giuseppe
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Per me la bellezza è un francobollo che dopo un'ora che lo guardi è molto più bello di un'ora prima
Alcuni francobolli sono di una bellezza inaudita.
Poi riacquisti lucidità, ti avvicini, guardi meglio e ... niente.
Sono proprio bellissimi
Per favore, smettila di cercare di essere interessante. Non ti dona per niente. Sei troppo bello
La bellezza è un enigma
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Alcuni francobolli sono di una bellezza inaudita.
Poi riacquisti lucidità, ti avvicini, guardi meglio e ... niente.
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Re: Rarità vs. Qualità, l'eterno dilemma
quando m'appassionai di filatelia più di vent'anni fa l'obiettivo era il completamento, non l'ornamento.
Mi sembra che oggi si possa fare più di ieri.
Mi sembra che oggi si possa fare più di ieri.
Re: Rarità vs. Qualità, l'eterno dilemma
E dove tracceremo il confine, esattamente, tra studio, scoperta, deduzioni e creature dei commercianti?fildoc ha scritto: Della filatelia prediligo lo studio, le piccole scoperte, le deduzioni logiche,
l'estetica secondo me è una creatura dei commercianti storici (i Mondolfo, gli Zanaria, per capirci...)
Ieri ho preso il mio vecchissimo Sassone del 1994 e mi sono voluto soffermare su quei capitoli che, in genere, salto a pie' pari. La IV di Sardegna, a esempio. Mica per altro, solo per capire su che livelli di prezzo relativo si viaggia.
Vorrete perdonarmi se riporto male - magari stasera ricontrollo e preciso meglio - ma a un tratto mi imbatto in tre tinte di colore che recitavano più o meno così: rosa lilla, rosa scuro, rosa lilla scuro. Sembrava un gioco di parole, se non fosse che tra la prima e la seconda c'era una differenza di prezzo di 10 volte e tra la seconda e la terza di 3 volte (il che significa di 30 volte tra la prima e la terza).
La mia prima domanda è stata: ma io, così, a occhio nudo, riuscirei a distinguere un rosa lilla da un rosa lilla scuro con la stessa facilità e immediatezza con cui distinguo il rosso dal giallo e il blu dal verde? Probabilmente no. Dopo vario confrontare e pargonare, magari con grande sforzo, concluderei come il sommelier Albanese: "... è rosa". Niente paura, però. C'è una cosa chiamata "analisi spettrale" - che a me ricorda lo sviluppo in serie di Fourier, nel corso di Analisi II, all'università - con cui possiamo nettamente distinguere il rosa lilla dal rosa lilla scuro. Oh, cielo! Ma i francobolli, normalmente, come li guardate? A occhio nudo o attraverso uno spettroscopio? E tutto questo perchè? Perchè 150 anni fa qualcuno ha detto a qualcun altro: "ma questo è il colore della scorsa volta? mi sembra un po' più scuro ...", e quello: "ma va la, dai, più scuro, più chiaro, a chi vuoi che importi? il rosa ... è rosa!".
Dove sta, in tutto ciò, lo studio, la scoperta, la deduzione logica?
E o non è, la IV di Sardegna, una creazione commerciale?
E cosa non è una creazione commerciale?
Solo e soltanto ciò dietro cui non c'è un commercio.
Cioè solo e soltanto ciò di cui ci occupiamo noi e nessun altro, ma proprio nessuno, perchè basta essere in due affinchè sorga una domanda e un'offerta, quindi un mercato, quindi un commercio, più o meno inteso, ma sempre commercio è.
E penso che tutti, in filatelia come altrove, sentiamo il bisogno di essere .... almeno in due.
Io sono pesantemente condizionato dal mio stato d'animo.fildoc ha scritto: Gli esteti convinti, secondo me, sono un po' condizionati dai media della filatelia......
Io so perfettamente, di fronte a un francobollo, quali sensazioni provo o non provo.
Che poi il mio stato d'animo sia stato a sua volta condizionato dai media della filatelia non posso escluderlo.
Ma, ancora, tutti siamo condizionati da qualcosa.
Nessuno è veramente libero, semplicemente ciascuno si sceglie il suo padrone.
Giuseppe
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Poi riacquisti lucidità, ti avvicini, guardi meglio e ... niente.
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Re: Rarità vs. Qualità, l'eterno dilemma
Se fai assaggiare un Tavernello ed un Sassicaia ad un arborigeno australiano, anche lui ti dirà che non avverte differenza alcuna.La mia prima domanda è stata: ma io, così, a occhio nudo, riuscirei a distinguere un rosa lilla da un rosa lilla scuro con la stessa facilità e immediatezza con cui distinguo il rosso dal giallo e il blu dal verde? Probabilmente no. Dopo vario confrontare e pargonare, magari con grande sforzo, concluderei come il sommelier Albanese: "... è rosa". Niente paura, però. C'è una cosa chiamata "analisi spettrale" - che a me ricorda lo sviluppo in serie di Fourier, nel corso di Analisi II, all'università - con cui possiamo nettamente distinguere il rosa lilla dal rosa lilla scuro. Oh, cielo! Ma i francobolli, normalmente, come li guardate? A occhio nudo o attraverso uno spettroscopio? E tutto questo perchè? Perchè 150 anni fa qualcuno ha detto a qualcun altro: "ma questo è il colore della scorsa volta? mi sembra un po' più scuro ...", e quello: "ma va la, dai, più scuro, più chiaro, a chi vuoi che importi? il rosa ... è rosa!".
Giuseppe, vedi, una delle collezioni più belle e stimolanti abbia visto era una raccolta di tutti i classici del mondo dal 1840 al 1900.
Per ovvi motivi economici e pratici non era del tutto completa e la qualità non era al top, ma trovo sia uno dei più belli assiemi si possa raccogliere in filatelia.
Benjamin
Lombardo Veneto (filatelia, annulli e storia postale), Toscana filatelia e storia postale dell'antica provincia di Arezzo, colori della IVa di Sardegna, ed a livello filatelico tutti gli ASI
Lettonia,Lituania ed Estonia
Classici di Francia, Gran Bretagna e Russia
Israele, annulli turchi, Levante, mandato britannico, interim e dal 1948 a oggi
"Non temete nuotare contro il torrente, è d'un anima sordida pensare come il volgo, perché il volgo è in maggioranza."
Giordano Bruno
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- valerio66vt
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Re: Rarità vs. Qualità, l'eterno dilemma
Già il fatto che per argomentare hai inserito le parole: prezzo relativo, differenza di prezzo di 10 e 30 volte, commercio e commerciante, a mio avviso sei molto ma molto lontano dal sentire di molti che collezionano la IV di Sardegna che non è assolutamente solo differenza di tinta e prezzo.giuspan ha scritto:E dove tracceremo il confine, esattamente, tra studio, scoperta, deduzioni e creature dei commercianti?fildoc ha scritto: Della filatelia prediligo lo studio, le piccole scoperte, le deduzioni logiche,
l'estetica secondo me è una creatura dei commercianti storici (i Mondolfo, gli Zanaria, per capirci...)
Ieri ho preso il mio vecchissimo Sassone del 1994 e mi sono voluto soffermare su quei capitoli che, in genere, salto a pie' pari. La IV di Sardegna, a esempio. Mica per altro, solo per capire su che livelli di prezzo relativo si viaggia.
Vorrete perdonarmi se riporto male - magari stasera ricontrollo e preciso meglio - ma a un tratto mi imbatto in tre tinte di colore che recitavano più o meno così: rosa lilla, rosa scuro, rosa lilla scuro. Sembrava un gioco di parole, se non fosse che tra la prima e la seconda c'era una differenza di prezzo di 10 volte e tra la seconda e la terza di 3 volte (il che significa di 30 volte tra la prima e la terza).
La mia prima domanda è stata: ma io, così, a occhio nudo, riuscirei a distinguere un rosa lilla da un rosa lilla scuro con la stessa facilità e immediatezza con cui distinguo il rosso dal giallo e il blu dal verde? Probabilmente no. Dopo vario confrontare e pargonare, magari con grande sforzo, concluderei come il sommelier Albanese: "... è rosa". Niente paura, però. C'è una cosa chiamata "analisi spettrale" - che a me ricorda lo sviluppo in serie di Fourier, nel corso di Analisi II, all'università - con cui possiamo nettamente distinguere il rosa lilla dal rosa lilla scuro. Oh, cielo! Ma i francobolli, normalmente, come li guardate? A occhio nudo o attraverso uno spettroscopio? E tutto questo perchè? Perchè 150 anni fa qualcuno ha detto a qualcun altro: "ma questo è il colore della scorsa volta? mi sembra un po' più scuro ...", e quello: "ma va la, dai, più scuro, più chiaro, a chi vuoi che importi? il rosa ... è rosa!".
Dove sta, in tutto ciò, lo studio, la scoperta, la deduzione logica?
E o non è, la IV di Sardegna, una creazione commerciale?
E cosa non è una creazione commerciale?
Solo e soltanto ciò dietro cui non c'è un commercio.
Cioè solo e soltanto ciò di cui ci occupiamo noi e nessun altro, ma proprio nessuno, perchè basta essere in due affinchè sorga una domanda e un'offerta, quindi un mercato, quindi un commercio, più o meno inteso, ma sempre commercio è.
E penso che tutti, in filatelia come altrove, sentiamo il bisogno di essere .... almeno in due.
Io sono pesantemente condizionato dal mio stato d'animo.fildoc ha scritto: Gli esteti convinti, secondo me, sono un po' condizionati dai media della filatelia......
Io so perfettamente, di fronte a un francobollo, quali sensazioni provo o non provo.
Che poi il mio stato d'animo sia stato a sua volta condizionato dai media della filatelia non posso escluderlo.
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Giuseppe
Se avessi voluto avresti potutto non saltare a piè pari il capitolo della stessa ed anzi approfondire scoprendo così che certe tinte furono distribuite solo in alcune zone e non in altre permettendoti così di sapere da una sola occhiata se un francobollo fu usato o meno a Canicattì o a Bergamo. ma questo è solo uno dei tanti della IV di Sardegna o delle tinte del LV ecc ecc ecc ecc.
Nessuno vuol convincere alcun altro che qualità e meglio di rarità o viceversa, ma per favore non semplifichiamo banalizzando per aver per forza ragione!
Valerio
Re: Rarità vs. Qualità, l'eterno dilemma
Questi tre francobolli sono identici a livello cromatico?
Sono di scarsa qualità?
Le differenze che si possono riscontrare nella loro stampa, nelle loro località d'uso e nella loro cromia sono puro frutto di speculazione?
Benjamin
Sono di scarsa qualità?
Le differenze che si possono riscontrare nella loro stampa, nelle loro località d'uso e nella loro cromia sono puro frutto di speculazione?
Benjamin
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Re: Rarità vs. Qualità, l'eterno dilemma
Chiamato in causa prova aleggere questo topic...viewtopic.php?f=29&t=39576
+-x:
Sommiamo le idee, riduciamo gli ostacoli, moltiplichiamo le relazioni e condividiamo le conoscenze!
ciao
Fildoc
Sommiamo le idee, riduciamo gli ostacoli, moltiplichiamo le relazioni e condividiamo le conoscenze!
ciao
Fildoc
Re: Rarità vs. Qualità, l'eterno dilemma
Idem Lombardo Veneto:
Benjamin
Benjamin
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Lombardo Veneto (filatelia, annulli e storia postale), Toscana filatelia e storia postale dell'antica provincia di Arezzo, colori della IVa di Sardegna, ed a livello filatelico tutti gli ASI
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Re: Rarità vs. Qualità, l'eterno dilemma
e sempre perché ho trovato la tua critica inspiegabile
prova leggere se hai tempo questo topic....
viewtopic.php?f=29&t=14017
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+-x:
Sommiamo le idee, riduciamo gli ostacoli, moltiplichiamo le relazioni e condividiamo le conoscenze!
ciao
Fildoc
Sommiamo le idee, riduciamo gli ostacoli, moltiplichiamo le relazioni e condividiamo le conoscenze!
ciao
Fildoc
Re: Rarità vs. Qualità, l'eterno dilemma
Se proprio vogliamo la cosa piu' banale e collezionare francobolli belli
non c'e' studio o cultura,
ma innaturato senso estetico, pazienza quando sono difficili da trovare e nell'ultimo caso anche molto denaro......
Poi come tutte le cose lapalissiane probabilmente si paghera' molto ma si potra' rivendere bene
Essendo il senso estetico personale, piu' d'uno credera' di possedere il pezzo piu' bello del mondo....
Vorrei pero' vedere questo concetto (se universale....) applicato alla raccolta di una repubblica nuova del 2010.....
creerebbe gioie indicibili? Estasi quotidiane?
ma

non c'e' studio o cultura,
ma innaturato senso estetico, pazienza quando sono difficili da trovare e nell'ultimo caso anche molto denaro......
Poi come tutte le cose lapalissiane probabilmente si paghera' molto ma si potra' rivendere bene
Essendo il senso estetico personale, piu' d'uno credera' di possedere il pezzo piu' bello del mondo....
Vorrei pero' vedere questo concetto (se universale....) applicato alla raccolta di una repubblica nuova del 2010.....
creerebbe gioie indicibili? Estasi quotidiane?
ma
+-x:
Sommiamo le idee, riduciamo gli ostacoli, moltiplichiamo le relazioni e condividiamo le conoscenze!
ciao
Fildoc
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Re: Rarità vs. Qualità, l'eterno dilemma
Ho letto questo topic mentre ero in vacanza, mi sono divertito assai.
Ormai, forse, mi fa provare un pizzico di fastidio.
Ti scrivo schiettamente perché:
-La logica, compro pochissimo ma al top equivale a dire: vado in vacanza soltanto in alberghi *****L un giorno l'anno, perché più di così non me lo posso permettere però godo, il che è molto più qualificante e di classe che di andare per due settimane in un ***, mi lascia perplesso, perplesso assai.
Comunque di "voglio ma non posso" pur sempre si tratta.
-Vai avanti continuando ad affermare che ci siano compartimenti stagni tra qualità "one in a million" e collezioni specializzate o generiche prive di ogni criterio qualitativo.
Ciò non corrisponde alla realtà.
-Insisti nel dire che tutti spendono le stesse cifre in filatelia. Io conosco gente che spende 1, altri 10, altri 100 via dicendo fino a 1000, non necessariamente in proporzione ai loro reali mezzi. Ma se vuoi campare sulla tua credenza, buon per te.
-Ripeti continuamente che tutti i gusti vanno rispettati, ma non ti sembra di contraddirti nei tuoi scritti?
-Tutti si possono estasiare sulle meraviglie della Pedemonte, della Luxus (si scrive Luxus, non Luxsus), tutti si possono credere Tapling, Duveen, Caspary, Fulpius e via dicendo, ma concretamente, cosa si realizza?
Ci fai gentilmente vedere un pezzo, qualunque esso sia, della tua collezione?
Te ne mostro uno della mia, così, a caso:
Benjamin
Ormai, forse, mi fa provare un pizzico di fastidio.
Ti scrivo schiettamente perché:
-La logica, compro pochissimo ma al top equivale a dire: vado in vacanza soltanto in alberghi *****L un giorno l'anno, perché più di così non me lo posso permettere però godo, il che è molto più qualificante e di classe che di andare per due settimane in un ***, mi lascia perplesso, perplesso assai.
Comunque di "voglio ma non posso" pur sempre si tratta.
-Vai avanti continuando ad affermare che ci siano compartimenti stagni tra qualità "one in a million" e collezioni specializzate o generiche prive di ogni criterio qualitativo.
Ciò non corrisponde alla realtà.
-Insisti nel dire che tutti spendono le stesse cifre in filatelia. Io conosco gente che spende 1, altri 10, altri 100 via dicendo fino a 1000, non necessariamente in proporzione ai loro reali mezzi. Ma se vuoi campare sulla tua credenza, buon per te.
-Ripeti continuamente che tutti i gusti vanno rispettati, ma non ti sembra di contraddirti nei tuoi scritti?
-Tutti si possono estasiare sulle meraviglie della Pedemonte, della Luxus (si scrive Luxus, non Luxsus), tutti si possono credere Tapling, Duveen, Caspary, Fulpius e via dicendo, ma concretamente, cosa si realizza?
Ci fai gentilmente vedere un pezzo, qualunque esso sia, della tua collezione?
Te ne mostro uno della mia, così, a caso:
Benjamin
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Giordano Bruno
Re: Rarità vs. Qualità, l'eterno dilemma
sono molto accordo con la tua visione delle cose, ogni francobollo ha una storia dietro e certe sono molto importanti .valerio66vt ha scritto:Già il fatto che per argomentare hai inserito le parole: prezzo relativo, differenza di prezzo di 10 e 30 volte, commercio e commerciante, a mio avviso sei molto ma molto lontano dal sentire di molti che collezionano la IV di Sardegna che non è assolutamente solo differenza di tinta e prezzo.giuspan ha scritto:E dove tracceremo il confine, esattamente, tra studio, scoperta, deduzioni e creature dei commercianti?fildoc ha scritto: Della filatelia prediligo lo studio, le piccole scoperte, le deduzioni logiche,
l'estetica secondo me è una creatura dei commercianti storici (i Mondolfo, gli Zanaria, per capirci...)
Ieri ho preso il mio vecchissimo Sassone del 1994 e mi sono voluto soffermare su quei capitoli che, in genere, salto a pie' pari. La IV di Sardegna, a esempio. Mica per altro, solo per capire su che livelli di prezzo relativo si viaggia.
Vorrete perdonarmi se riporto male - magari stasera ricontrollo e preciso meglio - ma a un tratto mi imbatto in tre tinte di colore che recitavano più o meno così: rosa lilla, rosa scuro, rosa lilla scuro. Sembrava un gioco di parole, se non fosse che tra la prima e la seconda c'era una differenza di prezzo di 10 volte e tra la seconda e la terza di 3 volte (il che significa di 30 volte tra la prima e la terza).
La mia prima domanda è stata: ma io, così, a occhio nudo, riuscirei a distinguere un rosa lilla da un rosa lilla scuro con la stessa facilità e immediatezza con cui distinguo il rosso dal giallo e il blu dal verde? Probabilmente no. Dopo vario confrontare e pargonare, magari con grande sforzo, concluderei come il sommelier Albanese: "... è rosa". Niente paura, però. C'è una cosa chiamata "analisi spettrale" - che a me ricorda lo sviluppo in serie di Fourier, nel corso di Analisi II, all'università - con cui possiamo nettamente distinguere il rosa lilla dal rosa lilla scuro. Oh, cielo! Ma i francobolli, normalmente, come li guardate? A occhio nudo o attraverso uno spettroscopio? E tutto questo perchè? Perchè 150 anni fa qualcuno ha detto a qualcun altro: "ma questo è il colore della scorsa volta? mi sembra un po' più scuro ...", e quello: "ma va la, dai, più scuro, più chiaro, a chi vuoi che importi? il rosa ... è rosa!".
Dove sta, in tutto ciò, lo studio, la scoperta, la deduzione logica?
E o non è, la IV di Sardegna, una creazione commerciale?
E cosa non è una creazione commerciale?
Solo e soltanto ciò dietro cui non c'è un commercio.
Cioè solo e soltanto ciò di cui ci occupiamo noi e nessun altro, ma proprio nessuno, perchè basta essere in due affinchè sorga una domanda e un'offerta, quindi un mercato, quindi un commercio, più o meno inteso, ma sempre commercio è.
E penso che tutti, in filatelia come altrove, sentiamo il bisogno di essere .... almeno in due.
Io sono pesantemente condizionato dal mio stato d'animo.fildoc ha scritto: Gli esteti convinti, secondo me, sono un po' condizionati dai media della filatelia......
Io so perfettamente, di fronte a un francobollo, quali sensazioni provo o non provo.
Che poi il mio stato d'animo sia stato a sua volta condizionato dai media della filatelia non posso escluderlo.
Ma, ancora, tutti siamo condizionati da qualcosa.
Nessuno è veramente libero, semplicemente ciascuno si sceglie il suo padrone.
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Giuseppe
Se avessi voluto avresti potutto non saltare a piè pari il capitolo della stessa ed anzi approfondire scoprendo così che certe tinte furono distribuite solo in alcune zone e non in altre permettendoti così di sapere da una sola occhiata se un francobollo fu usato o meno a Canicattì o a Bergamo. ma questo è solo uno dei tanti della IV di Sardegna o delle tinte del LV ecc ecc ecc ecc.
Nessuno vuol convincere alcun altro che qualità e meglio di rarità o viceversa, ma per favore non semplifichiamo banalizzando per aver per forza ragione!
Valerio
Ma non perché nello specifico- ma credo possano essere riportati mille esempi- una tinta sia più bella di un'altra ,quanto evidenza dell'unicità della sua storia spesso controversa ,rara o unica.
Quando si affronta la composizione di una raccolta specialistica soprattutto ,attraverso studio e passione e vera consapevolezza, ci si riappropria del valore delle cose e non del costo che come sappiamo è fortemente umorale o marketing dipendente .
Diversamente ,la ricerca della bellezza spesso è proprio superficiale nei contenuti , benché soggettivamente più godibile e accettabile, in fondo giustamente il mondo è bello perché vario e si preserva meglio l'investimento.
Fosse per me , un francobollo coi margini enormi o peggio coi connotati del poveretto evirato a fianco, lo toserei per giustizia e perché oltretutto brutto anche a guardarsi
- cirneco giuseppe
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Re: Rarità vs. Qualità, l'eterno dilemma
Ma che crudeltà!Fosse per me , un francobollo coi margini enormi o peggio coi connotati del poveretto evirato a fianco, lo toserei per giustizia e perché oltretutto brutto anche a guardarsibasterebbe e avanzerebbe una decente qualità per far spazio a più rarità nel proprio album.
ma perché tagliare, tosare, rifilare, accorciare, allungare, sostituire, spostare, perché?
E' come voler mettere delle protesi alla Venere di Milo.
questo, corto da un lato ma enorme dall'altro, per me, è un pezzo bellissimo così com'è.
E' giunto, così, a noi dopo 150 anni e non vedo perché non debba continuare a restare immutato per altri 150 anni.
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..... pino .....
su ebay http://shop.ebay.it/merchant/gcirnec?_rdc=1
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NEMICO, DICHIARATO E CONVINTO, DEL GRONCHI LILLA
E' saggio sognare ma da stolti illudersi.
cerco e colleziono saggi e prove dagli ASI ad oggi solo Italia
http://www.antichistati.it


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- cirneco giuseppe
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Re: Rarità vs. Qualità, l'eterno dilemma
E questa coppia del 5 cent di modena con due varietà, che ne facciamo?
la tagliamo perché l'esemplare di destra è davvero mal messo?
Giammai! E' una rarità.
Brutta, margini corti, frammento di carta insignificante ma di una grande rarità.
E' una di quelle rarità che costano poco.
A proposito ma chi è che stabilisce che un oggetto è raro? E quanti esemplari se ne devono conoscere per
stabilire che è raro. 1, 10, 100?
la tagliamo perché l'esemplare di destra è davvero mal messo?
Giammai! E' una rarità.
Brutta, margini corti, frammento di carta insignificante ma di una grande rarità.
E' una di quelle rarità che costano poco.
A proposito ma chi è che stabilisce che un oggetto è raro? E quanti esemplari se ne devono conoscere per
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