Cartolina da Verona a Napoli del 6 aprile 1901...nulla a che vedere con le splendide lettere viste sinora se non fosse che:
- l'indirizzo corrisponde a Palazzo Scarpetta, costruito ed abitato dal grandissimo commediografo Eduardo Scarpetta e dai suoi famosi figli e "figliastri" (i fratelli De Filippo). A tal proposito, primo quiz: qualche amico del forum di Napoli e dintorni sa spiegarmi chi fosse questo principe di Migliano e perchè abitasse anch'egli a tale indirizzo?
- sulla sx, sotto all'affrancatura abbiamo anche l'impronta digitale dell'impiegato postale;
- infine il secondo quiz...perchè il mittente si preoccupò di cancellare la dicitura cartolina postale scrivendo "stampe" se comunque nel 1901 la tariffa cartolina per l'interno era comunque di 2 centesimi?
Grazie a tutti
img748.jpg
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
Gian Paolo ha scritto:
- infine il secondo quiz...perchè il mittente si preoccupò di cancellare la dicitura cartolina postale scrivendo "stampe" se comunque nel 1901 la tariffa cartolina per l'interno era comunque di 2 centesimi?
Grazie a tutti
img748.jpg
posso risponderti solo al secondo: la tariffa delle cartoline postali nel periodo era 10 centesimi, le stampe 2 centesimi. Le cartoline illustrate venivano equiparate a stampe appunto cancellando la scritta cartolina postale ed astenendosi dallo scrivere corrispondenza sulla stessa, con l'eccezione di saluti e firma. Solo nel 1905 le 'cartoline illustrate' entrarono effettivamente nel tariffario postale con tariffa dedicata
Andy66
SOCIO SOSTENITORE
Cerco cartoline di tutte le epoche del Comune di Chiusaforte UD (e sue frazioni)
Colleziono Regno, Repubblica, S.Marino e Francia
Proteggiamo quello che conosciamo
Conosciamo solo ciò che riusciamo a comprendere
Comprendiamo unicamente quello che abbiamo imparato
Gian Paolo ha scritto:
- infine il secondo quiz...perchè il mittente si preoccupò di cancellare la dicitura cartolina postale scrivendo "stampe" se comunque nel 1901 la tariffa cartolina per l'interno era comunque di 2 centesimi?
Grazie a tutti
img748.jpg
posso risponderti solo al secondo: la tariffa delle cartoline postali nel periodo era 10 centesimi, le stampe 2 centesimi. Le cartoline illustrate venivano equiparate a stampe appunto cancellando la scritta cartolina postale ed astenendosi dallo scrivere corrispondenza sulla stessa, con l'eccezione di saluti e firma. Solo nel 1905 le 'cartoline illustrate' entrarono effettivamente nel tariffario postale con tariffa dedicata
mmm.... ti ringrazio Andy ma non mi torna...
- sull'Unificato fino al 31.08.1905 la tariffa per cartolina spedita all'interno è di 2 cent.
- poi dal 01.09.1905 passa a 5 cent (stiamo parlando della tariffa 5 parole di convenevoli)
- la tariffa 10 cent dovrebbe essere cartolina per l'estero...
Caro Gian Paolo, Andy ha assolutamente ragione: le indicazioni dell'Unificato di Storia Postale non sono sbagliate, ma soltanto ''semplificate'' perche' l'attenzione e' rivolta alle affrancature...
Ti riporto quanto gia' scritto tanti anni fa proprio in un mio topic qui sul Forum relativamente alla vera e propria ''guerriglia'' che oppose editori di cartoline ed utenti postali alle Regie Poste per l'utilizzo delle cartoline private con tariffe inferiori a quella delle lettere. Eccone i dati essenziali:
1) La cartolina postale viene introdotta in Italia nel 1874, come oggetto postale riservato in esclusiva allo stato. E resta tale fino al 1889. Le cartoline ''dell'industria privata'' potevano viaggiare solo pagando la tariffa lettere di 20 centesimi invece dei dieci centesimi delle cartoline di stato.
2) Dal 1889 sono ammesse le cartoline di produzione privata al costo di dieci centesimi, purche' di dimensioni non superiori a quelle statali e fatte in modo da riservare una facciata esclusivamente all'indirizzo.
3) Intanto pero', con il progresso della cromolitografia e della fotografia era scoppiata la cartolinomania e gli utenti si mobilitano in massa spedendo queste antenate della cartolina illustrata a tariffa stampe (2 centesimi).
4) Le poste finiscono col riconoscere che le cartoline illustrate private possono essere affrancate con 2 centesimi quando recano solo firma e al massimo auguri o convenevoli, purche' NON rechino a stampa la scritta Cartolina Postale. Infatti un bullettino postale del 1898 ammoniva che se i ''cartoncini con disegni'' recavano la scritta cartolina postale non dovevano essere ammessi alla tariffa stampe (anche se rimarcava che l'uso era molto diffuso): percio' invitava gli editori di cartoline ad ometterla. ''Ma allora basta cancellarla'', pensarono gli utenti......E infatti nel 1899 le poste capitolarono e ammisero la prassi di cancellare la dizione Cartolina Postale.
5) Nel 1900 le poste specificavano che oltre a cancellare la fatidica dizione Cartolina Postale, gli utenti potevano aggiungere a mano un po' di convenevoli ma al massimo entro 5 parole (e questo limite numerico rimarra' poi in vigore per decenni anche sulle cartoline illustrate come le conosciamo noi).
6) Tra il 1904 ed il 1905 le Poste ammisero poi che la facciata dell'indirizzo potesse essere divisa a meta' (meta' di destra per l' indirizzo e meta' di sinistra per i convenevoli); una decisione importante perche' altrimenti con una facciata occupata dall'illustrazione e l'altra dall'indirizzo, per scrivere anche i saluti non c'era posto!
7) Infine un regio decreto del 1905 introdusse ufficialmente nella normativa la denominazione di ''cartolina illustrata'', stabilendo un'apposita tariffa ridotta di 5 centesimi (sempre pero' con il limite delle cinque parole di convenevoli).
somalafis ha scritto:Caro Gian Paolo, Andy ha assolutamente ragione: le indicazioni dell'Unificato di Storia Postale non sono sbagliate, ma soltanto ''semplificate'' perche' l'attenzione e' rivolta alle affrancature...
Sì, ma così induce anche ad errori di interpretazione...cribbio allora che lo compro a fare un testo specializzato se mi crea confusione in più oltre a quella che ho già? Se la tariffa era 10 cent che scrivessero 10 cent....se poi gli utenti hanno escogitato la "furbata" si cita il perchè...o si scrivono due righe in più come hai fatto te. Boh...
3) Intanto pero', con il progresso della cromolitografia e della fotografia era scoppiata la cartolinomania e gli utenti si mobilitano in massa spedendo queste antenate della cartolina illustrata a tariffa stampe (2 centesimi).
E qui sta forse il punto. Vabbè che siamo in Italia e la "furbata" ce l'abbiamo nel dna...ma chi si inventò e con che diritto di spedire le cartoline utilizzando un'altra tariffa (stampe) se l'oggetto della corrispondenza è una cartolina postale? La tariffa stampe era per pubblicazioni periodiche (editori) e non periodiche spedite dai privati. Le cartoline potevano essere paragonate alle fotografie (ammessa a tariffa stampe) ma queste non dovevano essere comunque racchiuse in una busta riportante l'indicazione stampe? Non ci capisco più niente...
Caro Gian Paolo, non volevo mica essere fonte di irritazione.... Ma se la storia postale fosse semplicissima, che gusto ci sarebbe? I cataloghi per loro natura offrono sempre una versione semplificata di normative assai complesse e variabili nel tempo.
Nel merito comunque occorre tenere presente il contesto storico e sociale. Le poste erano anticamente un monopolio redditizio imposto sulla trasmissione di messaggi privati e notizie e un po' questo vizio di origine l'hanno a lungo conservato. Gia' negli stati pre-unitari, comunque, c'erano tariffe ridotte per i messaggi ''in massa'', non personali: le ''stampe'' appunto che erano non solo pubblicazioni editoriali ma anche listini commerciali ecc.. Poi l'evoluzione della societa' e dei costumi pose questioni nuove con la nascita di nuovi oggetti: per esempio le ''partecipazioni'' a stampa (di nozze, di nascita, di morte) ed i biglietti da visita. Roba che non si poteva a lume di logica escludere dal novero delle ''stampe'' in senso postale....E se uno ci aggiungeva la firma manoscritta, perche' doveva perdere il vantaggio della tariffa ridotta? E infatti fu ammesso. E se ci aggiungeva una parola di saluto? E infatti fu ammesso. E cosi' via per molti altri oggetti come le fatture commerciali o i manoscritti. Le poste finirono per tracciare un confine distinguendo fra comunicazione ''epistolare'' (cioe' un messaggio specifico ''personale'') e semplici saluti e ''convenevoli'' o comunicazioni ''lavorative'' non personali. Il tentativo di accontentare l'utenza pur senza danni eccessivi per gli introiti fini' con il far nascere i complicatissimi tariffari postali in uso fino a qualche decennio fa, che potevano lasciare interdetti per la loro bizzarra logica: se su un medesimo cartoncino ci scrivo 5 parole di saluti o 50 parole raccontando un po' di cavoli miei, in fondo il costo di gestione per le poste non e' che cambiasse .....