Riguardo i CTO in realtà si sono rivalutati proporzionalmente alle serie nuove, penso che la differenza di quotazione con i CTO dei paesi dell'Est Europeo (che hanno la stessa genesi) sia legata alla maggior rarità dei francobolli ed allo stato di conservazione medio degli stessi; per la Cina il "gomma integra" per il periodo 1960-1972 non è così comune .
Come scrivo nella mia firma, colleziono Cecoslovacchia, dal suo primo francobollo fino all'ultimo. Di conseguenza fanno parte della collezione anche i francobolli emessi dal 1948 al 1989 (dal'avvento alla caduta del Comunismo). In questo periodo tutte le emissioni si possono trovare, oltre che allo stato di nuove ed usate, anche in quello di usate di favore, aventi cioè tutte le caratteristiche del francobolo nuovo, in primis la gomma, ma con un annullo manuale. Insisto su questo: si trattava di un vero e proprio annullo postale, che non era
stampato, assieme agli altri colori, durante il processo di stampa, cosa che si farà, negli anni Sessanta/Settanta, con qualche serie degli Emirati del Golfo o di Panama e Paraguay. Il discorso vale per tutti i Paesi dell'Est comunista europeo. A quanto ricordo, solo l'Ungheria produsse francobolli così annullati posti sul mercato però senza gomma in quanto la parte di tiratura destinata ad essere annullata di favore veniva prodotta direttamente senza questa componente.
Tornando alla Cecoslovacchia, ribadisco che l'annullo è, in genere, un annullo del tutto uguale a quello apposto sulla corrispondenza. Lavata la gomma, questi francobolli sono indistinguibili da quelli che hanno affrancato realmente la corrispondenza. Cerco di spiegare la loro genesi.
Bisogna considerare che la vendita di francobolli delle nuove emissioni avveniva, a Praga come negli altri Paesi "socialisti", ad opera di un'organizzazione di Stato. Ai privati era assolutamente vietato farne commercio, ed anche lo scambio di francobolli fra collezionisti cecoslovacchi e stranieri era soggetto a permessi e controlli. Lo Stato contava sulla vendita di francobolli in Occidente come mezzo per procurarsi valute pregiate. Uno dei pochi sisteme ed un sistema oltremodo conveniente: per avere valuta occidentale bastava emettere serie più o meno lunghe, di valore facciale più o meno elevato. La spesa sarebbe stata solo quella della progettazione e della stampa.
I francobolli, allo stato di nuovi, erano venduti ai commercianto occidentali al cambio ufficiale della valuta nazionale, cambio esclusivamente teorico. Chi si è recato in un Paese dell'Est europeo prima dello
storico 1989 dovrebbe ricordare che, giunto nel Paese, era obbligato a cambiare la valuta che portava con sè al cambio ufficiale; in Cecoslovacchia, ad esempio, il cambio ufficiale era di circa 50 Lire per Corona cecoslovacca; lo stesso turista, dopo avere effettuato il cambio di moneta presso un "luogo" ufficiale, era normalmente assediato, subito dopo, da personaggi che gli offrivano un cambio decisamente diverso: una Corona ogni 10/20 Lire. Questo per dire che la moneta cecoslovacca (e degli altri Paesi socialisti) era destinata esclisivamente all'uso interno, ed il cambio "vero" era quello del mercato nero, non quello fissato ufficialmente.
Tuttavia, nel momento nel quale l'agenzia di Stato a ciò deputata vendeva i francobolli di nuova emissione, li vendeva al facciale "teorico" in cambio di valuta pregiata.
Sarebbe stato, questo, un ottimo sistema per procurarsi valuta convertibile se le nuove emissioni fossero state "popolari", cioè richieste in grande quantità. I francobolli di nuova emissione, però, non erano molto richiesti, nonostante il fatto che le Poste emettessero serie graficamente attraenti ed appartenenti alle tematiche più in voga. I francobolli dell'Est europeo non avevano, allo stato di nuovi, un gran mercato, ed i ricavi di valuta pregiata erano, con questo sistema, modesti, nonostante la propaganda fatta, anche con vistose inserzioni pubblicitarie su riviste specializzate occidentali.
Si fece allora questo ragionamento: rivolgiamoci a commercianti occidentali che abbiano una vasta clientela formata da collezionisti che non badino molto alla differenza fra nuovi ed usati, che siano attratti da francobolli belli e vistosi, che seguano le principali tematiche e non non si preoccupino della presenza sul francobollo di un timbro, magari apposto su un angolino. In questo modo si sarebbe evitato di imporre, nella vendita di nuove emissioni, un prezzo alto, corrispondente al cambio ufficiale del valore facciale, dato che i francobolli, annullati a fogli interi, divenivano, in questa condizione, dei comuni pezzi di carta, che era possibile vendere quasi a peso, ad un prezzo, comunque, molto inferiore al facciale.
Chi ha la mia età, sessant'anni suonati, ricorderò come, attorno agli anni Sessanta dello scorso secolo, le collezioni tematiche (flora, fauna, spazio, arte...) vedessero la presenza, sempre, di francobolli dell'Est europeo, spesso nella condizione di "
usati con gomma".
Questa è la genesi di quelli che
rodi definisce
CTO dei Paesi dell'Est europeo. Genesi che spiega anche la loro bassa valutazione: sono visti con sospetto o fastidio anche dai collezionisti di usato. Direi quasi che
sono nati male.
Non mi è chiara invece la genesti dei CTO cinesi; dubito però che, per le emissioni che sono trattate in questo stato, appartenenti agli ultimi trenta quarant'ani, la genesi sia stata questa.
