Ivano Abbatantuono ha scritto: 21 aprile 2017, 10:53Grazie delle info, in materia tributaria sono una capra.rodi ha scritto: 21 aprile 2017, 10:36Non vorrei dir nulla ma è sufficiente aprire partita iva ed il regime naturale è quello forfetario, in cui non si paga iva e c'è un'imposta sostitutiva del 15% su una percentuale dei ricavi che varia a seconda dell'attività.Ivano Abbatantuono ha scritto: 21 aprile 2017, 9:05 Come tutte le proposte di buon senso, quella di Caelinus mi sembra destinata a restare nel cassetto, almeno nel nostro Belpaese.
Peraltro, a differenza di come l'ha intesa Virgilio (con una sorta di "cedolare secca alla leghista" del 20%![]()
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), Caelinus ha avuto lo spunto per ipotizzarla, in conformità a quanto prevede la nostra Costituzione, progressiva, ovverosia -e giustamente- percentualmente crescente al crescere dell'importo e del (presunto) guadagno.
Pur non essendo immune da qualche critica, l'idea in sé avrebbe una serie infinita di pregi: la semplicità di applicazione (mero algoritmo da applicare sulle vendite periodiche); la certezza delle entrate; la relativa "tollerabilità" (pochi si lamentano di pagare un 10% a ebay e fior di commissioni a paypal, perché dovrebbero lamentarsi di lasciare sul terreno un 5-10% di tasse?); la possibilità di evitare tutte le complicazioni burocratiche legate alla partita IVA, ecc.
Troppo bello e facile per essere fatto !!!![]()
Diciamo quindi che il nostro Belpaese ci ha già pensato da un po' ed anche con una formulazione molto più semplice.
Cmq, insisto, fare una sorta di "cedolare secca" alla fonte sarebbe molto più semplice; uno dei pregi che ho sottolineato è l'evitare qualsiasi complicazione burocratica, ed anche aprire (e GESTIRE, seppure in forma semplificata) una partita IVA lo è.....
Con il forfetario non c'è alcuna complicazione burocratica: non occorre registrare le fatture sui libri iva, non bisogna fare alcuna dichiarazione se non quella dei redditi ed eventualmente il 770 se si pagano dei compensi ad un professionista con ritenuta d'acconto. In sostanza è sufficiente tenere da parte le fatture emesse ed inserire il totale in dichiarazione dei redditi.