Salve,
al di là delle aspettative mancate, di ciò che è stato deleterio e ha creato disamore per questo hobby, eccetera... di cui si è già ampiamente trattato... tutto fatto salvo, e tornando al post primigenio di Sergio...
...la mia misera opinione è che rabbrividisco vedendo come, quasi 50 anni dopo, quell'Editore non ha mai arretrato di un centimetro sul concetto di filatelia-investimento.
Basta guardare qualcuna delle loro televendite sul 127 DTT dalle 21 alle 24 per rendersene conto.
Per loro la filatelia - TUTTA - è un investimento sicuro e duraturo perché così certifica il catalogo edito... da loro stessi!
Non che altri operatori siano stati meno euforici, finché il gioco funzionava. Volete un esempio che ho vissuto personalmente?
Probabilmente, non molti di voi ricorderanno che la Borsa Filatelica milanese organizzò per un annetto circa delle sedute di "borsa" - una al mese credo - presso il polo fieristico di Piacenza. Era più o meno il 2005.
All'epoca gli spagnoli stavano ancora rastrellando di tutto, Cilio sprizzava gioia da tutti i pori sulle colonne di Cronaca Filatelica, e in merito alle sedute di Borsa Filatelica a Piacenza si poté leggere qualcosa di questo tenore: "
...è previsto l'allestimento di un angolo relax dove i collezionisti e gli operatori potranno osservare su dei monitor le fluttuazioni delle quotazioni in tempo reale...".
Fluttuazioni cosa vuol dire?
Che potevo acquistare un Lilla a X, mettermi comodo a sorseggiare un caffè, rialzarmi e aspettarmi di poter rivendere il medesimo Lilla a X+50?
Ma per favore.
Filatelia-investimento? Certo che esiste.
Di sicuro, NON è la filatelia del servizio novità, NON è quella del Lilla, NON è quella dei codici a barre, NON è quella delle varietà.
Una volta un collezionista più navigato mi disse che la filatelia-investimento comincia con reperti dai 100.000 Euro in su.
Non mi sento di dargli tutti i torti.
N.