Quando avremo l'immagine della lettera di Giandri, sarà interessante accertarne il percorso e la tassazione finale.
Parte da Venezia affrancata con un 30 centesimi carta a macchina e viene tassata 19 grana per un foglio e mezzo a Napoli.
All'arrivo il totale diventa di 33 grana e non è presente il bollo di transito a Messina...
Benjamin
Lombardo Veneto (filatelia, annulli e storia postale), Toscana filatelia e storia postale dell'antica provincia di Arezzo, colori della IVa di Sardegna, ed a livello filatelico tutti gli ASI
Lettonia,Lituania ed Estonia
Classici di Francia, Gran Bretagna e Russia
Israele, annulli turchi, Levante, mandato britannico, interim e dal 1948 a oggi
"Non temete nuotare contro il torrente, è d'un anima sordida pensare come il volgo, perché il volgo è in maggioranza."
La tariffa di 14 grana corrisponde al foglio e mezzo tra regno di Napoli e Sicilia, sia per via di terra che di mare.
L'assenza del bollo messinese mi aveva fatto pensare ad una via di mare da Napoli a Trapani, ma ci vorrebbero altri elementi a conferma!
Il timbro in rosso stinto è all'AGDP napoletano a ricezione della posta proveniente dall'estero.
Benjamin
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Sul Vaccari magazine n°52, p. 38-40 c'è l'articolo di Lorenza Carra sui rapporti postali tra Lombardo Veneto e Sicilia.
Ci sono 5 documenti affrancati con francobolli in partenza dal Veneto e 3 dalla Lombardia, tutti via di terra.
Ci sarebbe una via di mare da Milano via Genova che ha sempre destato delle perplessità.
Aggiungendo le due precedenti mostrate nel topic, le due mie, quella di Giandri, una in possesso dell'amico Luciano Paladini ed una venduta all'asta da Zanaria, conosco 15 documenti viaggiati per via di terra.
Secondo me dovrebbero essere tra 20 e 25...
Benjamin
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Anche meno comunque molto poche!
E' vero che Carra mostra 9 lettere affrancate sul Magazine 52...
ma credo che abbia setacciato per bene per trovarle....
Infine bisogna tenere conto che nei conteggi
(e anche Carra secondo me fa confusione)
i grana napoletani avevano valore diverso dai grana siciliani!
Un ducato napoletano valeva 100 grana
un'onza palermitana 3 ducati
quindi un'onza valeva 30 tarì e un tarì valeva 20 grana
mentre un ducato napoletano a Napoli valeva 10 carlini pari a 100 grana
in pratica siccome in Sicilia non esisteva carta moneta ma solo monetazione in argento
il valore dei grana era dimezzato in quanto contabilizzato con il valore dell'argento.
Proprio per quello furono introdotti i baiocchi che equivalevano a 2 grana siciliani
tale differenza era ancora presente nel 1860 quando vi fu la spedizione dei mille!
+-x: Sommiamo le idee, riduciamo gli ostacoli, moltiplichiamo le relazioni e condividiamo le conoscenze!
Nell'articolo di Carra c'è una lettera dello stesso archivio delle mie, sempre da Venezia a Catania con la stessa tassazione di quella di Giandri, ma col timbro messinese.
Egli suddivide la tassazione in 8 grana per il percorso Napoli-Messina, più due volte 3 grana per il percorso interno siciliano.
Non so quanto gli si possa dare retta.
Ho desunto le mie deduzioni dal Sirotti-Colla che parla di 14 grana per un foglio e mezzo, sia per via di terra che di mare, senza entrare in ulteriori dettagli.
E' un testo molto affidabile.
Tra l'altro, anche se la monetazione tra domini al di qua ed al di là del faro fossero diverse, le tariffe postali e tassazioni erano espresse in moneta partenopea.
Benjamin
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non è detto che sempre fosse espressa ne' in baiocchi nè in grana napoletani
per esempio tutte le missive tra comuni siciliani, durante la spedizione dei mille, franche a destino sono in grana siciliani....
+-x: Sommiamo le idee, riduciamo gli ostacoli, moltiplichiamo le relazioni e condividiamo le conoscenze!
Se può tornare utile segnalo questa spettacolare lettera tratta dalla (credo ex) collezione Mentaschi (immagine tratta dal suo libro "Lire, Soldi, Crazie, Grana e Bajocchi).
John
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"Nowadays people know the price of everything and the value of nothing."
O. Wilde
---
Colleziono Lombardo-Veneto (periodo filatelico), in particolare:
- bolli, annulli e storia postale di Milano;
- la navigazione postale da Venezia col Lloyd Austriaco.
E' quella riportata anche sul VM 52 cui fa riferimento Benjamin per via delle perplessità che gli suscita.
In effetti l'iter descritto nell'articolo è alquanto strano, ma non conoscendo le regole non posso giudicare.
Roberto
robymi ha scritto: 12 giugno 2018, 16:58
E' quella riportata anche sul VM 52 cui fa riferimento Benjamin per via delle perplessità che gli suscita.
In effetti l'iter descritto nell'articolo è alquanto strano, ma non conoscendo le regole non posso giudicare.
Roberto
Giusto, non avevo fatto caso che fosse già stata citata!
Cosa sarebbe a destare perplessità? Forse l'annullo C1 di Milano poco passante? O forse i ben 42 giorni di presunta attesa (secondo la descrizione del libro) del pagamento in contanti del trasporto via mare fino a Napoli?
John
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Desta perplessità il fatto che al cliente vennero chiesti 12 carantani per la tratta MI-GE quando la lettera risultava già affrancata per almeno 9 carantani un mese prima.
La discussione è relativa all'originalità del francobollo e dell'annullo datato 14/9.
La lettera doveva infatti essere franca fino a Genova e con 45/100 non lo era.
Se si immagina la stessa lettera senza francobollo ma con la tassa pagata in contanti 9 3/12 si tratta di un pezzo relativamente comune, al netto della destinazione.
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Rimane comunque un pezzo equivoco dato che non ci sono pezzi di paragone. Magari per gli invii tra LV e Napoli/Sicilia l'affrancatura parziale veniva considerata persa ... e questo spiegherebbe il tutto.
Se fate mente locale anche tra LV e Sardegna per un certo periodo la lettera doveva essere correttamente affrancata in francobolli per non perdere il porto prepagato. La tassazione solo sul porto mancante è uno step successivo (1862), prima l'affrancatura insufficiente andava persa. Non è che il paragone calzi benissimo però fa riflettere.
Però prendiamo un caso che non include destinazioni rare: ad esempio una lettera da Venezia al Pontificio spedita nel II semestre del 1850 o nel 1851 (regime di affrancatura obbligatoria assoluta) imbucata e affrancata per errore solo per 15/100 (anziché con 30/100) come veniva lavorata?
Sarà la stanchezza della sera ma a me non viene in mente.
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Ciao, sto mettendo a posto la mia collezione di cliché' del 45 cent I tipo.
Sono proprio un grande ignorante in materia di storia postale.
Pensare che l'avevo catalogata per il cliché' (C4) e non mi ero accorto che era una lettera per la Sicilia.
Anche se non proprio leggibile l'indirizzo, direi che come storia postale sia molto interessante.
Milo e Benjamin l'avevano già' vista in una grande collezione assieme a me.
Cultori di storia postale buon divertimento. Dite la vostra
Mario
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10 centesimi (N° 2 e 19 del catalogo Sassone) della I emissione del L V 45 centesimi I tipo (N° 10 e 17 del catalogo Sassone) della I emissione del L V. Difetti di cliche' della I emissione del L V. Lettere del L V affrancate con il 10 centesimi in tariffa per il distretto postale. Lettere "forwarded" nella I emissione del L V.
Lettere della I emissione del LV con francobollo singolo annullato più volte