
"Risparmio Postale": l'arte di arrangiarsi!
Re: L'arte di arrangiarsi
Se la va la va... tentato scrocco del servizio di posta prioritaria con un francobollo del 50°della morte della Regina Elena, considerando valida per l'affrancatura anche la sovrattassa di beneficenza per comporre la tariffa di € 0,62 prevista per l'invio prioritario. Non sapremo mai se il mittente riuscì nel suo intento perché la busta potrebbe anche essere stata declassata al servizio di posta ordinaria. Comunque lui ci ha provato 

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Re: L'arte di arrangiarsi
Questa è la mia seconda ed ultima frode postale che ho in collezione:
Il francobollo da due cent. in mezzo presenta un'annullo precedente, forse cancellato.Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
Cordiali Saluti Eric Werner (alias Vacallo)
Vincitore dei concorsi "I Top di F&F" 2007 e 2008
Vincitore del concorso "I Top di F&F" 2010, categoria Documenti Postali
Sostenitore dal 2010, come lo sono anche nel 2024
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Re: L'arte di arrangiarsi
Dall'immagine si direbbe che anche quello di destra sia stato recuperato, il che giustificherebbe l'affrancatura con il "gemello sano" De La Rue.Vacallo ha scritto: 18 ottobre 2019, 21:43 Questa è la mia seconda ed ultima frode postale che ho in collezione:
frode.jpg
frode1.jpg
Il francobollo da due cent. in mezzo presenta un'annullo precedente, forse cancellato.

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Re: L'arte di arrangiarsi
Frode dal Libano.
Solitamente queste cartoline venivano spedite su richiesta di amici/conoscenti filatelisti dai militari impegnati nelle missioni in Medio Oriente ma in questo caso il mittente ci mette del suo affrancando la cartolina con un alto valore da L.5000 chiaramente recuperato tramite abrasione del timbro precedente.
Solitamente queste cartoline venivano spedite su richiesta di amici/conoscenti filatelisti dai militari impegnati nelle missioni in Medio Oriente ma in questo caso il mittente ci mette del suo affrancando la cartolina con un alto valore da L.5000 chiaramente recuperato tramite abrasione del timbro precedente.
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Re: L'arte di arrangiarsi
Contraffazione o riproduzione?
Porto questo esempio dalla mia piccola collezione di frodi postali per condividere un dubbio sulla valenza giuridica di queste due parole, che a me sfugge perché totalmente ignorante in materia.
La lettera in questione è una raccomandata spedita da Brinzio (VA) il 5/4/1989 che viene presentata all'ufficio postale già affrancata dal mittente (1) con un valore da L. 3150 "Itala in corsa", emesso nel gennaio dello stesso anno, che risulta essere una riproduzione, così come attestato a suo tempo dal giudizio del perito filatelico Enzo Diena (2).
Ma allora esiste una differenza sostanziale tra un francobollo contraffatto ed una riproduzione o copia dell'originale? Mi spiego meglio: se io possiedo in collezione un esemplare del 40 lire Siracusana falso di Milano so che potrei essere perseguito penalmente solo per il fatto di possederlo, mentre se per mio conto stampo con la mia stampante ink jet delle copie a grandezza naturale di immagini di francobolli riprese da internet, non credo che sia la stessa cosa almeno fino a quando io non decida di usarle per posta. La questione è proprio questa: a prescindere dal mero possesso, esiste una differenza tra l'uso postale di un francobollo contraffatto e l'uso postale di una sua riproduzione oppure nel secondo caso sarei passibile solo del reato (minore) di frode postale e non di contraffazione di carte valori postali?
La risposta non sembra essere così ovvia come potrebbe sembrare, per cui chiederei il parere di qualche esperto in materia, se presente in questo forum.
Porto questo esempio dalla mia piccola collezione di frodi postali per condividere un dubbio sulla valenza giuridica di queste due parole, che a me sfugge perché totalmente ignorante in materia.
La lettera in questione è una raccomandata spedita da Brinzio (VA) il 5/4/1989 che viene presentata all'ufficio postale già affrancata dal mittente (1) con un valore da L. 3150 "Itala in corsa", emesso nel gennaio dello stesso anno, che risulta essere una riproduzione, così come attestato a suo tempo dal giudizio del perito filatelico Enzo Diena (2).
Ma allora esiste una differenza sostanziale tra un francobollo contraffatto ed una riproduzione o copia dell'originale? Mi spiego meglio: se io possiedo in collezione un esemplare del 40 lire Siracusana falso di Milano so che potrei essere perseguito penalmente solo per il fatto di possederlo, mentre se per mio conto stampo con la mia stampante ink jet delle copie a grandezza naturale di immagini di francobolli riprese da internet, non credo che sia la stessa cosa almeno fino a quando io non decida di usarle per posta. La questione è proprio questa: a prescindere dal mero possesso, esiste una differenza tra l'uso postale di un francobollo contraffatto e l'uso postale di una sua riproduzione oppure nel secondo caso sarei passibile solo del reato (minore) di frode postale e non di contraffazione di carte valori postali?
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Re: L'arte di arrangiarsi
Anche questa l'avevo già presentata qui sul forum. Qui siamo in Luogotenenza, dove un impiegato comunale ha riutilizzato furbescamente un fb usato da 1 Lira (forse anche con la connivenza dell'ufficio postale). Cosa si faceva ai tempi per intascare una Lira




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Re: L'arte di arrangiarsi
Talvolta le lettere spedite da mittenti che gestivano flussi massivi di corrispondenza si prestavano a frodi seriali, quindi probabilmente non si trattò di intascare una sola lira ma molte lire derivanti dalla reiterazione della frode.
Un esempio più recente di probabile "furbata" seriale è rappresentato da questa voluminosa busta, affrancata con un valore singolo da 5 centesimi di euro della serie "Donne nell'arte". Con questo stratagemma il mittente ha unilateralmente applicato una tariffa "proletaria" per abbattere drasticamente le spese postali, senza tuttavia compiere manipolazioni fraudolente... come dire... l'ha fatta FRANCA nel vero senso della parola.


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Re: L'arte di arrangiarsi
Certamente. Però ci sarebbe da fare una distinzione tra il periodo in cui vigevano ancora le tassazioni e quello a partire dagli anni '90 in cui non vennero più effettuati.TazDevil ha scritto: 22 ottobre 2019, 12:34Talvolta le lettere spedite da mittenti che gestivano flussi massivi di corrispondenza si prestavano a frodi seriali, quindi probabilmente non si trattò di intascare una sola lira ma molte lire derivanti dalla reiterazione della frode.
Un esempio più recente di probabile "furbata" seriale è rappresentato da questa voluminosa busta, affrancata con un valore singolo da 5 centesimi di euro della serie "Donne nell'arte". Con questo stratagemma il mittente ha unilateralmente applicato una tariffa "proletaria" per abbattere drasticamente le spese postali, senza tuttavia compiere manipolazioni fraudolente... come dire... l'ha fatta FRANCA nel vero senso della parola.![]()
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Re: L'arte di arrangiarsi
Si, ma è altrettanto vero che questo stratagemma, molto in voga all'epoca, nasceva proprio dal fatto che il rischio era pressoché nullo, quindi si tratta di una testimonianza degna di nota, proprio perché figlia del suo tempo.andy66 ha scritto: 22 ottobre 2019, 15:04 Certamente. Però ci sarebbe da fare una distinzione tra il periodo in cui vigevano ancora le tassazioni e quello a partire dagli anni '90 in cui non vennero più effettuati.
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A proposito di lettere tassate, prendo lo spunto per postare questo esempio che secondo me nasce da un equivoco, piuttosto che dalla volontà di risparmiare sull'affrancatura.
Si tratta di una cartolina spedita da Milano per Varese che il mittente ebbe la malaugurata idea di affrancare con due francobolli da 15 cent. di posta pneumatica, probabilmente pensando di assolvere alla tariffa di 30 cent. per le cartoline. Sfortunatamente l'ufficio postale di Milano interpretò uno dei due francobolli come destinato al servizio di posta pneumatica, provvedendo ad apporre il timbro per la fruizione di questo servizio in partenza. Una volta giunta a Varese però, l'ufficio postale contestò al mittente un'affrancatura insufficiente di 15 centesimi, procedendo alla tassazione della cartolina.

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Re: L'arte di arrangiarsi
Ciao,
magari vedo male,ma sembra che il Milano sia "sopra" la matita,mentre il Pavia sia "sotto".
Teoricamente "impossibile".

magari vedo male,ma sembra che il Milano sia "sopra" la matita,mentre il Pavia sia "sotto".
Teoricamente "impossibile".

Re: L'arte di arrangiarsi
Ho provato ad aumentare fortemente il contrasto e a me sembrerebbe che entrambi i timbri siano posti sotto la riga blu di riquadro, cosa teoricamente possibile perché attribuirebbe l'intervento all'ufficio postale di Pavia. Tuttavia mi sono sempre domandato come mai un'affrancatura insufficiente sia stata evidenziata con un riquadro a matita copiativa, prassi che ho avuto modo di osservare solo sulle affrancature ritenute non valide che però non venivano annullate con il timbro postale. Sfortunatamente nella cartolina non è segnato l'importo della tassa, cosa che non fa capire se si tratti di un eccesso di zelo nel tassare un uso improprio del valore di posta pneumatica (mai visto prima) o di una tassazione per affrancatura insufficiente o di un "ripensamento" tra l'una e l'altra ipotesi.pinco1 ha scritto: 22 ottobre 2019, 18:07 Ciao,
magari vedo male,ma sembra che il Milano sia "sopra" la matita,mentre il Pavia sia "sotto".
Teoricamente "impossibile".
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Poiché non sono un esperto di storia postale, aspetto eventuali ipotesi, compresa quella di un tarocco (anche se ho acquistato questo oggetto su e-bay nella sezione delle cartoline illustrate dove l'inserzione riproduceva solo il fronte della cartolina).

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Re: L'arte di arrangiarsi
L'oggetto è un pò strano, ma a prima vista non sembrerebbe manomesso. Non riesco a leggere bene le date degli annulli, ma se l'annullo di Pavia è 6 Settembre, quello di Milano deve essere obbligatoriamente del 5 (oppure Pavia 5 e Milano 4?)
I segni a matita blu possono essere stati messi solo all'ufficio di Milano, ma non si capisce per quale motivo venisse cerchiato uno dei due valori di pneumatica, che comunque era valido e concorreva a comporre la tariffa. Certo che l'impiegato postale che si trovò davanti questa cartolina ebbe un amletico dubbio: far proseguire la cartolina normalmente in tariffa oppure considerare prioritaria la richiesta del servizio pneumatico, che però rendeva la cartolina sottoaffrancata? Alla fine prevalse la seconda soluzione e venne scelto di far proseguire la cartolina con posta pneumatica, mettendo un segno di tassa ad indicare la carenza di 15 cent. e quindi da tassare per 30.
Sembra che a Pavia siano rimasti un pò interdetti e si sono limitati ad annullare il secondo fb, ritenendolo valido, senza peraltro riscuotere la tassa. Oggettino curioso

I segni a matita blu possono essere stati messi solo all'ufficio di Milano, ma non si capisce per quale motivo venisse cerchiato uno dei due valori di pneumatica, che comunque era valido e concorreva a comporre la tariffa. Certo che l'impiegato postale che si trovò davanti questa cartolina ebbe un amletico dubbio: far proseguire la cartolina normalmente in tariffa oppure considerare prioritaria la richiesta del servizio pneumatico, che però rendeva la cartolina sottoaffrancata? Alla fine prevalse la seconda soluzione e venne scelto di far proseguire la cartolina con posta pneumatica, mettendo un segno di tassa ad indicare la carenza di 15 cent. e quindi da tassare per 30.
Sembra che a Pavia siano rimasti un pò interdetti e si sono limitati ad annullare il secondo fb, ritenendolo valido, senza peraltro riscuotere la tassa. Oggettino curioso

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Re: L'arte di arrangiarsi
Giocando sempre con i contrasti, confermo milano 4/9 e pavia 5/9
Grazie per la spiegazione.

Grazie per la spiegazione.

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- paolo.pellegrini
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Re: L'arte di arrangiarsi
Anche questa era una frode, riutilizzo del francobollo cercando di ricoprire il precedente bollo "annullato". A seguito di questi riutilizzi credo siano stati introdotti gli annulli a "svolazzo". 

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Re: L'arte di arrangiarsi
Frode... al contrario?
Visto che siamo in tema di enigmi vorrei sottoporvi questa cartolina commerciale spedita da L'Aquila il 16/7/1946 e giunta a Roma il 17/7/1946, affrancata con un valore da 2 lire democratica ed un valore da 1 lira luogotenenziale, che non venne annullato perché ritenuto fuori corso e pertanto tassato a Roma per 2 Lire, come attestato dal segnatasse annullato il 17/7/1946. Tuttavia, stando al catalogo Sassone, il francobollo luogotenenziale ebbe validità postale fino al 18/7/1946 e pertanto, prendendo per vera questa informazione, la tassazione risulterebbe non appropriata. Si tratta forse di un presunto caso di "rara frode al contrario"
, dove la Posta percepì indebitamente due lire ai danni del destinatario?
Si può ipotizzare che il francobollo incriminato sia stato erroneamente scambiato per il valore della serie imperiale con fasci, la cui validità postale cessò il 30/6/1946) ?

Visto che siamo in tema di enigmi vorrei sottoporvi questa cartolina commerciale spedita da L'Aquila il 16/7/1946 e giunta a Roma il 17/7/1946, affrancata con un valore da 2 lire democratica ed un valore da 1 lira luogotenenziale, che non venne annullato perché ritenuto fuori corso e pertanto tassato a Roma per 2 Lire, come attestato dal segnatasse annullato il 17/7/1946. Tuttavia, stando al catalogo Sassone, il francobollo luogotenenziale ebbe validità postale fino al 18/7/1946 e pertanto, prendendo per vera questa informazione, la tassazione risulterebbe non appropriata. Si tratta forse di un presunto caso di "rara frode al contrario"

Si può ipotizzare che il francobollo incriminato sia stato erroneamente scambiato per il valore della serie imperiale con fasci, la cui validità postale cessò il 30/6/1946) ?

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Re: L'arte di arrangiarsi
Escluderei la frode. In realtà la serie imperiale andò fuori corso il 30 Giugno 1946. Poi, siccome c'erano grandi giacenze e un'infinità di fb ancora in possesso dei privati, fu deciso di dare un periodo di "tolleranza" per le prime due settimane di Luglio. Non ricordo di comunicazioni ufficiali a porre come data tassativa il 18 Luglio. Ed in effetti si continuano a trovare corrispondenze affrancate con imperiale per tutto il 1946 e oltre, raramente venivano tassate, cosicché assumono maggiore interesse i documenti tassati. In questo caso un impiegato postale molto solerte!TazDevil ha scritto: 23 ottobre 2019, 13:19 Frode... al contrario?
Visto che siamo in tema di enigmi vorrei sottoporvi questa cartolina commerciale spedita da L'Aquila il 16/7/1946 e giunta a Roma il 17/7/1946, affrancata con un valore da 2 lire democratica ed un valore da 1 lira luogotenenziale, che non venne annullato perché ritenuto fuori corso e pertanto tassato a Roma per 2 Lire, come attestato dal segnatasse annullato il 17/7/1946. Tuttavia, stando al catalogo Sassone, il francobollo luogotenenziale ebbe validità postale fino al 18/7/1946 e pertanto, prendendo per vera questa informazione, la tassazione risulterebbe non appropriata. Si tratta forse di un presunto caso di "rara frode al contrario", dove la Posta percepì indebitamente due lire ai danni del destinatario?
Si può ipotizzare che il francobollo incriminato sia stato erroneamente scambiato per il valore della serie imperiale con fasci, la cui validità postale cessò il 30/6/1946) ?
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Andy66
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Re: L'arte di arrangiarsi
A questo punto, per eliminare ogni dubbio, non rimane che conoscere le fonti in base alle quali il catalogo Sassone (ma anche quello del sito i-bolli.it) riportino la data di validità "fino al 18/7/1946" (cfr. pag 477 Sassone Volume I - 2018), fonti che questo documento sembrerebbe smentire.andy66 ha scritto: 23 ottobre 2019, 13:44 Non ricordo di comunicazioni ufficiali a porre come data tassativa il 18 Luglio. Ed in effetti si continuano a trovare corrispondenze affrancate con imperiale per tutto il 1946 e oltre, raramente venivano tassate, cosicché assumono maggiore interesse i documenti tassati. In questo caso un impiegato postale molto solerte!
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Re: L'arte di arrangiarsi
Credo che questa data sia da riferire alla risposta data dalla direzione generale delle poste molti anni dopo (nel 1967) a domande di studiosi di storia postale. Non si sa su quali documenti poggi tale indicazione. Quelli a me noti confermano le indicazioni di Andrea (andy66): messa fuori corso ufficiale dal 30 giugno; circolari telegrafiche successive che disponevano la non tassazione di questi francobolli sino al 10 luglio 1946. La data del 10 luglio 1946 e' d'altra parte riportata dal catalogo Unificato e nel Novellario di Filanci.TazDevil ha scritto: 25 ottobre 2019, 12:04 ..A questo punto, per eliminare ogni dubbio, non rimane che conoscere le fonti in base alle quali il catalogo Sassone (ma anche quello del sito i-bolli.it) riportino la data di validità "fino al 18/7/1946" (cfr. pag 477 Sassone Volume I - 2018), fonti che questo documento sembrerebbe smentire.
…...
Nel caso in questione, quindi, l'impiegato dovrebbe avere applicato alla lettera le disposizioni impartitegli.
Ultima modifica di somalafis il 25 ottobre 2019, 14:43, modificato 1 volta in totale.
Riccardo Bodo
SOSTENITORE
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Re: L'arte di arrangiarsi
Quindi possiamo "riabilitare" anche l'operatore postale che non fu eccessivamente zelante ma semplicemente ligio alle disposizioni che gli furono impartite.somalafis ha scritto: 25 ottobre 2019, 12:29 Quelli a me noti confermano le indicazioni di Andrea (andy66): messa fuori corso ufficiale dal 30 giugno; circolari telegrafiche successive che disponevano la non tassazione di questi francobolli sino al 10 luglio 1946. La data del 10 luglio 1946 e' d'altra parte riportata dal catalogo Unificato e nel Novellario di Filanci.
Nel caso in questione, quindi, l'impiegato dovrebbe avere applicato alla lettera le disposizioni impartitegli.
Grazie per le esaurienti e documentate spiegazioni fornite da te e da andy66.

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Re: L'arte di arrangiarsi
Ritorno sull'argomento delle riproduzioni di valori bollati, portando alla vostra attenzione questo documento.
Si tratta di una lettera ordinaria, di sicura origine filatelica, spedita nel 1958 ed affrancata con due valori da 25 lire provenienti da ritagli di bollettini ministeriali, che oltretutto riproducevano francobolli fuori corso alla data di spedizione.
Nelle intenzioni del mittente l'affrancatura avrebbe dovuto assolvere alla tariffa di una lettera ordinaria in doppio porto ma, purtroppo per lui, la vistosa anomalia venne rilevata dall'impiegato postale che la sottopose anche al giudizio del verificatore postale (come si evince dal timbro apposto in basso a sinistra). Il verificatore, considerato anche il fatto che si trattava di riproduzioni di valori fuori corso, trattò le copie alla stessa stregua di un'affrancatura impropria, come quelle effettuate ad esempio con le etichette erinnofile, limitandosi ad applicare una tassa per affrancatura insufficiente.
Una curiosità nella curiosità consiste nel fatto che il verificatore ritenne l'affrancatura in doppio porto ancora insufficiente, applicando una tassazione per il doppio di un triplo porto, per un totale di L. 150.

Rev LB Nov 2020
Si tratta di una lettera ordinaria, di sicura origine filatelica, spedita nel 1958 ed affrancata con due valori da 25 lire provenienti da ritagli di bollettini ministeriali, che oltretutto riproducevano francobolli fuori corso alla data di spedizione.
Nelle intenzioni del mittente l'affrancatura avrebbe dovuto assolvere alla tariffa di una lettera ordinaria in doppio porto ma, purtroppo per lui, la vistosa anomalia venne rilevata dall'impiegato postale che la sottopose anche al giudizio del verificatore postale (come si evince dal timbro apposto in basso a sinistra). Il verificatore, considerato anche il fatto che si trattava di riproduzioni di valori fuori corso, trattò le copie alla stessa stregua di un'affrancatura impropria, come quelle effettuate ad esempio con le etichette erinnofile, limitandosi ad applicare una tassa per affrancatura insufficiente.
Una curiosità nella curiosità consiste nel fatto che il verificatore ritenne l'affrancatura in doppio porto ancora insufficiente, applicando una tassazione per il doppio di un triplo porto, per un totale di L. 150.

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