

Ciao Filippo, non so se le cartoline per i POW erano distribuite unicamente dai comitati provinciali della Croce Rossa, io non credo, probabilmente erano normalmente in vendita. Potevano essere imbucate non affrancate nella normale buca delle lettere oppure, affidate ad uno dei suddetti comitati. Credo che sia in questo secondo caso che compare un timbro, di solito rosso, con il nome del comitato provinciale della C.R. Vi sono anche molte cartoline che ne sono sprovviste.
In entrambi i casi le cartoline (e le lettere, sulle quali doveva essere scritto, in alto "Posta dei prigionieri di guerra" ) venivano raccolte a Roma, presso la Croce Rossa Italiana- Ufficio Prigionieri - Ricerche e servizi connessi - Via Puglie, 6. In un secondo tempo fu creato il Reparto Postale Prigionieri di guerra con sede in via Lago di Lesina a Roma. Prima di essere inoltrate a destinazione, le cartoline (o le lettere) venivano sottoposte a censura dall'Ufficio Censura Posta Estera I di Roma. Tutto questo fino al 9 settembre 1943, da questa data in poi le regole cambiarono . In sostanza, dal luogo di partenza fino a Roma usavano il servizio postale civile e tutto il servizio era gratuito, purchè fosse evidente che si trattava di posta dei prigionieri di guerra. Solo i servizi accessori (la posta aerea era l'unico ammesso) erano a pagamento.
La corrispondenza dei prigionieri di guerra fu in esenzione di tassa postale finchè durò il loro stato di prigionia, era una garanzia prevista dalla Convenzione di Ginevra per i prigionieri di guerra. Può darsi che, dopo la fine della guerra (i rimpatri furono molto lenti, vi furono prigionieri dall'Australia che rientrarono nei primi mesi del 1947), tu trovi corrispondenza proveniente dall'India , dalla Gran Bretagna, dall'Australia, affrancata anche se spedita senza il servizio di posta aerea. Si tratta, a mio avviso, di corrispondenza in aggiunta a quella, contingentata, inviata come P.O.W.
Cordiali saluti
Maria Marchetti